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 2012  giugno 13 Mercoledì calendario

Seni nudi, croci e blasfemia: marketing di popstar in crisi - Fare la popstar in tempi di crisi è un mestieraccio

Seni nudi, croci e blasfemia: marketing di popstar in crisi - Fare la popstar in tempi di crisi è un mestieraccio. Dischi che non si vendono, concerti che soffrono la congiuntura, concorrenza spie­tata dato che, come spiegava Ren­zo Arbore, «il successo è una fetta di pizza la cui area è inversamente proporzionale al numero di altre fette di pizza». E la popstar che fa? Quello che farebbe qualsiasi bra­vo venditore di prosecco o cacio­cavalli: s’ingegna. In fin dei conti Pop non è solo l’abbreviazione di «popoular». Nel linguaggio del marketing è l’acronimo di «point of purchase», punto d’acquisto. Che in certi casi coincide col per­sonaggio. Il personaggio popstar s’ingegna,dunque, e attraversole pagine dei giornali, le apparizioni tv e live, i commenti su facebook, sforna a nastro forme di marketing alternativo, ad alto tasso di provo­cazione. Molte pop­star più che cantan­ti e autori sembra­no f­orzati della tra­sgressione, pure un po’ in affanno. Il primo esempio è Madon­na. Le vendite dell’ultimo disco vanno così così ( Mdna si trova su Amazon in offerta a 33 centesimi di euro), in compenso dall’inizio del tour il pubblico ha potuto assi­stere alla polemica tra la Material girl e la rivale Lady Gaga, accusata di copiarle le canzoni (sul palco Madonna accen­na a Born this way della riva­le, mostrando­ne la somiglian­za con la sua Ex­press Yourself ). Al­la polemica con Marine Le Pen,la leader dell’estre­ma destra francese, il cui viso è sta­to proiettato sul megaschermo al concerto di Tel Aviv con una sva­stica in fronte. Al capezzolo della cinquantaquattrenne Ciccone scoperto sul palco di Istambul: più che una promessa, ormai una minaccia per il pubblico. A Roma, dove si è presentata sul palco tra i fischi per un ritardo di 45 minuti, sono invece arrivate le annuncia­te provocazioni contro la chiesa cattolica, tra incenso e campane, che da Cattelan in poi non sono merce nuovissima. Prega in tutte le lingue, chiede al pubblico di confessarsi («siete peccatori»), mostra il didietro. A tutto questo si aggiungono le rivelazioni «pic­canti » alla stampa: «Sono drogata di lassativi e di energy drink. È il mio elisir di eterna giovinezza», ha detto la regina del pop al Daily Mail . «Un mix di prodotti vegetali dalle proprietà lassative - ha spie­gato meglio - aggiunti alle vitami­ne contenute in un nuovo tipo di drink che sta spopolando in Ame­rica ». Molta fatica e molto inge­gnarsi per non raggiungere il tutto esaurito, almeno nelle tappe ita­liane della tournée ( erano in 40mi­la a Roma, le prossime sono Mila­no e Firenze). Va meglio alla nemicona Lady Gaga, che almeno è riuscita a farsi censurare dai fondamentalisti islamici lo spettacolo di Jakarta: una botta pubblicitaria notevole. La censura ai concerti è merce ra­ra, in Occidente, bisogna andarse­la a pescare in Indonesia, come le perle.Ma non è l’unico colpo di La­dy Gaga. Il 10 giugno infatti, duran­te un concerto ad Auckland, in Nuova Zelanda, la Germanotta si è beccata un palo in testa: un pez­zo della scenografia le è crollato sul capo non impedendole di fini­re lo show, e di pubblicare il gior­no dopo le foto con tanto di lividi e bozzi, che hanno fatto il pieno di click su internet. E poi naturalmente c’è Rihan­na, che avrebbe girato lo spot di in­timo di Armani usando, a quanto ne scrive il Sun , una modella co­me controfigura per seno e sede­re. La bellezza etno-abbondante delle Barbados sarebbe andata un passo oltre le solite cantanti che in fase di registrazione si fan­no sostituire da una vera vocalist. «Scandalo» e relativa pubblicità. Con Rihanna siamo, letteralmen­te, alla stella col culo degli altri. Ma con la botta in testa di Lady Ga­ga siamo già quasi al limite del co­dice semiologico della popstar: l’autolesionismo (per ora involon­tario) come provocazione esaspe­rata. Tuttavia c’è un livello ancora più estremo di consacrazione. Non stiamo parlando della morte, un luogo comune dal Romantici­smo in poi, che pure agli eredi di Amy Winehouse e Michael Jack­son ha fruttato milioni di dollari. Ma della resurrezione sotto forma di ologramma. Dopo quello del rapper 2Pac la Digital Domain Me­dia Group, società californiana di effetti speciali fondata dal regista James Cameron, sta preparando il ritorno in scena di Elvis Presley. Lo rivedremo dal vivo, sul palco. Vita, morte e resurrezione. Che mestieraccio fare la popstar.