Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 13 Mercoledì calendario

Fabio Artoni, 44 anni e Alena Tytyunnicova, 42. L’uomo, di Campegine (Reggio Emilia), sposato e padre di due figli, lavorava per un’azienda che distribuisce bibite e acque minerali

Fabio Artoni, 44 anni e Alena Tytyunnicova, 42. L’uomo, di Campegine (Reggio Emilia), sposato e padre di due figli, lavorava per un’azienda che distribuisce bibite e acque minerali. La donna, moldava, era la badante di Alessandro Rizzi detto Ghebla, 71 anni, muratore in pensione, vedovo, che s’era invaghito di lei ed era convinto, senza alcuna ragione, che Alena avesse una tresca con l’Artoni. Allora l’altra mattina la fece salire sulla sua Alfa Mito e le sparò più colpi di calibro P38 in tutto il corpo. Poi coprì la salma con una giacca, la portò in giro per ore, e nel pomeriggio parcheggiò davanti al bar Snoopy dove aspettò paziente l’arrivo dell’Artoni. Appena lo vide entrò nel locale, disse alla proprietaria «esci che tua madre è caduta», e sparò quattro colpi nella testa e nella schiena del rivale, chino a sistemare le bottiglie nel frigo. Proprio in quel momento uscì dal bagno un cliente, Pasquale Verde, 49 anni, operaio, che si beccò una pallottola di rimbalzo nella gamba (portato in ospedale, non è grave). Infine il Rizzi uscì dal bar, con passo tranquillo tornò in auto, la pistola ancora in mano, e aspettò i carabinieri accarezzando il cadavere della sua Alena. Mattina e pomeriggio di venerdì 15 giugno a Campegine (Reggio Emilia)