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 2012  giugno 13 Mercoledì calendario

Eataly guarda già oltre Roma Farinetti: il cliente non ha sempre ragione. Neppure noi Eataly a Roma non è più un sogno: grazie a un investimento di 80 milioni di euro, e con 557 lavoratori, il 21 giugno verrà aperto il tempio della cucina italiana voluto da Oscar Farinetti nell’ex stazione Ostiense

Eataly guarda già oltre Roma Farinetti: il cliente non ha sempre ragione. Neppure noi Eataly a Roma non è più un sogno: grazie a un investimento di 80 milioni di euro, e con 557 lavoratori, il 21 giugno verrà aperto il tempio della cucina italiana voluto da Oscar Farinetti nell’ex stazione Ostiense. La sede capitolina, composta da quattro piani e 17 mila metri quadrati, è dedicata alla bellezza dell’agroalimentare, dell’arte, della musica e dell’ironia. Qui Farinetti vuole portare almeno 30 mila persone al giorno: «Eataly di Roma è dedicato alla bellezza poiché sono convinto che da questa crisi ne potremo uscire solo con la bellezza». Sono 23 i luoghi di ristoro con 14 mila prodotti in vendita e ben otto luoghi di produzione a vista: una fabbrica per la produzione di birra (saranno 600 quelle artigianali proposte in vendita), un laboratorio per la mozzarella di bufala, il laboratorio per la tostatura del caffè e retrobanchi della macelleria a vista. Di Eataly nel mondo ne esistono 19: in Italia 9 (Torino Lingotto, Torino Lagrange, Pinerolo, Asti, Ponticello, Milano, Genova, Bologna e ora Roma), 9 in Giappone (tutti a Tokyo) e uno negli Stati Uniti (New York). E per i prossimi tre anni il panorama nazionale vedrà sempre protagonista Farinetti, con nuove aperture a Bari, Piacenza, Milano 2, Firenze e Verona. Quindi, nelle Americhe, Chicago, Los Angeles, San Paolo e Toronto. In Europa, Londra. Più tre inaugurazioni nell’Asia, in Giappone. Ma Farinetti non è ancora contento del risultato romano: dietro alla vetrata dell’ultimo piano, indica uno spazio abbandonato, in cima a una palazzina, e dice di voler creare dal nulla un orto biologico. Ha un concetto di marketing tutto suo, «il cliente non ha sempre ragione», dice, «neppure Eataly ha sempre ragione»: una filosofia di vita, che lo stesso Farinetti riassume affermando che «proprio da questo meraviglioso dubbio nascerà la nostra armonia». Dove per «nostra» si intende sia quella del commerciante che del cliente, protagonisti di una continua ricerca della qualità, incessante e avvincente. Puntando sul connubio tra gastronomia e arte, Farinetti ha deciso di dedicare il primo anno di Eataly al genio di Amedeo Modigliani. E la colonna sonora sarà la grande musica italiana, dal Settecento ai giorni nostri. Tanto che, nelle intenzioni del «fondatore», una pizza potrà godere dell’accompagnamento musicale di un’ouverture di Rossini, piuttosto che di un successo di Sanremo. Una speciale area è stata dedicata a «casa Artusi», per celebrare Pellegrino Artusi e la sua fondamentale opera datata 1891, La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene. Per non parlare poi delle mostre: per merito della storia della satira italiana, e della collezione di Paolo Moretti, al terzo piano vengono esposti alcuni manifesti politici che hanno segnato la vita nazionale, come quelli di propaganda del Partito comunista italiano (con i democristiani armati di forchette, coltelli e cucchiai), alle prime pagine del Candido di Giovannino Guareschi (con «forca e forchetta»), fino al classico «i comunisti mangiano i bambini». Il gusto del dettaglio si nota sempre a Eataly: nello spazio show cooking si contano 3.700 mattonelle dipinte a mano, raffiguranti una trentina di soggetti, dalla civetta (simbolo della dea Atena protettrice della conoscenza, dell’arte e della scienza) al fico d’india (per rappresentare l’identità dei popoli del mediterraneo), senza dimenticare i libri (simboli della cultura), il vulcano (la forza interiore dell’uomo) e la finestra (l’invito a guardare oltre). E a partire dal prossimo mese di settembre, una volta al mese per un anno intero, 12 tra i più grandi chef del mondo realizzeranno, dal vivo, sotto gli occhi dei «fortunati» presenti, una cena didattica per dieci persone. Per il presidente della regione Lazio Renata Polverini, intervenuta alla visita al cantiere, «Eataly ha la caratteristica di lavorare per il territorio e con il territorio. Proprio per questo abbiamo voluto mettere in campo il progetto della regione Lazio «aspettando Eataly» che ha messo nelle condizioni i produttori locali di conoscere Eataly, e viceversa. Qui dentro c’è una forte presenza di tutta l’Italia e anche della nostra regione. C’è anche un’importante riqualificazione urbana visto che è stata creata in un’area rimasta abbandonata per troppi anni. C’è inoltre una riscoperta di vecchi mestieri accompagnati da percorsi di formazione e quindi di opportunità di occupazione per tanti ragazzi». Farinetti, comunque, continua a sognare: «Oggi occorrerebbero più imprenditori poetici, di quelli che pensano ancora di fare il proprio mestiere non per distribuirsi gli utili, ma per accrescere l’impresa e per aumentare la ricchezza dei collaboratori. La più bella definizione di ricchezza è poter fare nella vita quello che desideri fare. La cosa più bella del mondo è trasformare in realtà ciò che sognavi a occhi aperti quando eri un ragazzo». E nel nuovo Eataly, a Roma, i giovani non mancano.