Giuseppina Manin, Corriere della Sera 13/6/2012, 13 giugno 2012
MILANO —
Suona come respira. Dicono così di Sergei Nakariakov, virtuoso di fama internazionale, detto il Paganini della tromba, stasera di scena al Teatro della Pergola di Firenze per il Tuscan Sun Festival. Suona come respira Sergei, nato a Gorky nel 1977. E respirare per chi ha a che fare con la tromba è il problema primo. Chi ha provato almeno una volta sa quanto sforzo richieda il riuscire a trarre suoni da quello strumento, il principe della grande famiglia dei fiati.
Le istruzioni per l’uso parlano di una respirazione «circolare», per riuscire a gonfiare le guance come Eolo e a controllare le labbra. Esercizi lunghi ed estenuanti. «Mai fatto niente del genere, io premo le labbra sulla tromba e suono» assicura Nakariakov. Un talento naturale, sbocciato per caso. Anzi, per accidente.
«A sei anni avevo cominciato a suonare il pianoforte. Ma poco dopo una brutta caduta mi mandò per tre mesi all’ospedale. La spina dorsale lesionata. I medici dicevano: questo bambino deve cambiare stile di vita. Guai se sta seduto troppo a lungo». Un verdetto che, per chi suona il piano, equivale a una condanna.
Per fortuna i genitori di Sergei non si scoraggiano. Il padre Mikhail, musicista studioso di tromba, lo incoraggia a prendere in mano quello strumento dorato. «Io ero felicissimo — ricorda Sergei —. Il pianoforte in realtà non mi piaceva molto, lo trovavo un po’ da "femminuccia". La tromba invece è prettamente "maschile". Almeno quando facevo io il conservatorio. Subito dopo la distinzione però è caduta. E adesso ho almeno un paio di colleghe trombettiste molto brave. Nella musica tutto va veloce, se sei dotato non esistono argini».
Difatti stasera a Firenze lui si esibirà insieme con altri giovani talenti, la violinista sarda Anna Tifu, lodatissima da Salvatore Accardo, la pianista ucraina Valentina Lisitsa, fenomeno di YouTube con punte di 40 milioni di contatti in rete. Ad accompagnarli l’Orchestra da Camera Fiorentina diretta dal maestro Giuseppe Lanzetta.
Per Nakariakov il brano in programma è il Concerto in do maggiore di Haydn, scritto in origine per violoncello e orchestra, ma che lui ha arrangiato per tromba. Una passione, quella delle trascrizioni, che Sergei ha ereditato dal padre. Ma anche un modo di allargare il repertorio. Dal Settecento al Novecento, dalla musica romantica alla contemporanea. «Qualche anno fa, un autore del nostro tempo, Jorg Wildmann, ha scritto per me Ad Absurdum, un brano ad alto voltaggio virtuosistico ai limiti del possibile». Dopo la prima esecuzione, i giornali tedeschi scrissero: «Il trombettista Nakariakov forse non è un essere umano. Forse è un pesce che respira attraverso le branchie».
Di certo è un giovane uomo inquieto, un’anima divisa in due tra la Russia, suo Paese natale, e Israele, suo Paese adottivo. «Russo è mio padre, ebrea mia madre. Li amo entrambi. In Russia però non potevo più vivere. Io sono cresciuto ai tempi in cui era ancora Unione Sovietica, e ho sofferto molto per la burocrazia. Mi sono trasferito in Israele per urgenza di libertà. E l’ho trovata. È la mia terra, ho fatto anche per un breve periodo il servizio militare nell’esercito israeliano. Ma non vedevo l’ora di tornare a suonare la mia tromba. Spero nella musica, ma ancora di più spero negli uomini. In un futuro di pace, di amore, di compassione».
Giuseppina Manin