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 2012  giugno 13 Mercoledì calendario

Banche tedesche in gran parte pubbliche (24% del mercato) La memoria è un vizio, come efficacemente titolava un saggio di qualche anno dell’ex pm Gherardo Colombo

Banche tedesche in gran parte pubbliche (24% del mercato) La memoria è un vizio, come efficacemente titolava un saggio di qualche anno dell’ex pm Gherardo Colombo. E leggendo in questi giorni le polemiche sul salvataggio pubblico delle banche spagnole, tornava alla memoria, appunto, uno studio pubblicato e discusso più di un anno fa a Bruxelles, nell’assemblea annuale delle banche e finanziarie europeo a controllo pubblico, 314 istituzioni di varia natura e nazionalità. Ebbene, il dato sorprendente che si riscontra a pagina 53 del «Survey» prodotto in quella ufficialissima sede su incarico della «European Association of Public Banks» dalla società di ricerche belga Sagora S.P.R.L. (autori: Mathias Schmit, Laurent Gheeraert, Thierry Denuit, Cedric Warny) è che la Germania è di gran lunga il paese dell’Europa a 27 col maggior numero di banche e finanziarie a controllo statale. Sono ben 44, per una quota di mercato del 23,9 per cento, che salgono a 47 se si aggiungono altre tre banche dove l’influenza pubblica è «forte». In Italia di banche pubbliche nel senso proprietario del termine non ce n’è più nessuna, le finanziarie (genere: Cassa depositi e prestiti, Finlombardia, Friulia eccetera) sono 14, ma la loro quota di mercato è appena del 6%. In Spagna, l’altro Stato-canaglia di questo crepuscolo europeo, le banche pubbliche, prima della cura da cavallo appena varata, erano solo 6, per una quota di mercato dell’1,9 per cento. L’oro tedesco, insomma, meritatamente luccica, ma è un oro statale. Come tale, un bel po’ protetto dalle intemperie del mercato anche quando, nel 2008, Commerzbank è stata salvata dal Cancellierato. Insomma, anche il primo della classe alle volte ha le orecchie d’asino.