Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A Bruxelles è in corso un vertice dell’Unione europea, destinato in partenza a discutere di economia e a cui i giornali non avrebbero fatto troppo caso. Senonché ieri Barroso e Sarkozy si sono messi a urlare uno contro l’altro e l’altro giorno la Viviane Reding, commissaria alla Giustizia, ha preso metaforicamente la Francia per il bavero della giacca dando quasi del nazista al presidente…
• Che è successo?
Con una circolare del 5 agosto, il ministro francese all’Immigrazione, Eric Besson, ha disposto il rimpatrio in Bulgaria e Romania di ottomila rom. La Reding, che ha da far rispettare un trattato europeo in cui si stabilisce che i paesi aderenti alla Ue non perseguitano le minoranze, è stata un mese a trattare con Parigi, sentendosi ripetere che la normativa non era indirizzata a nessuna etnia particolare e che dunque non c’erano in quella disposizione, magari odiosa, elementi di discriminazione… Invece, pochi giorni fa, si è scoperto che la circolare del 5 agosto parlava precisamente dei rom, cioè di una minoranza a questo punto individuata e perseguitata in quanto tale. La commissaria ha dato fuori di matto, annunciando due procedure d’infrazione e strillando che i francesi erano tornati ai tempi di Pétain, il collaboratore dei nazisti che gli zingari li mandava in campo di concentramento.
• Beh, se la Francia ha torto, ha torto.
Sì, ma non era mai successo che da Bruxelles trattattassero in questo modo uno dei tre grandi paesi dell’Unione (con la Germania e l’Inghilterra). Sarkozy ha risposto alla commissaria: «Gli zingari prenditeli te», cioè il Lussemburgo, dato che la Reding è lussemburghese, e questo ha provocato una nota di protesta del governo lussemburghese: «Va bene che l’Eliseo ha un problema con il Granducato, però non si deve esagerare».
• Che problema?
Per via del segreto bancario. Ma vedrà che in questa gran baruffa confluiscono un mucchio di questioni diverse. Barroso, che presiede la Commissione europea, e la stessa Reding ventiquattr’ore dopo hanno chiesto scusa per i toni, confermando però il contenuto delle critiche. Intanto i francesi avevano emesso un’altra circolare, politicamente corretta ma con gli stessi effetti, in sostituzione di quella del 5 agosto, che tuttavia non veniva ufficialmente abrogata. Ieri poi il match finale tra Barroso e Sarkozy, avvenuto a porte chiuse (i due erano a tavola), ma di cui hanno riferito parecchi testimoni. Barroso si sarebbe addirittura alzato in piedi, Sarkozy gli avrebbe gridato a brutto muso: «Non c’è alcuna forma di discriminazione, tutto è successo ed è stato voluto dalle nostre leggi, dai nostri regolamenti» dove la parola “nostri” aveva una significato molto preciso, di insofferenza del presidente francese per i controlli europei, che pretendono di limitarne il raggio d’azione.
• È un fastidio che ha manifestato tante volte anche Berlusconi.
Sì, e infatti il nostro presidente del Consiglio appoggia con convinzione Parigi. In un intervista al “Figaro” uscita proprio ieri ha detto: «Questo problema dei rom non è soltanto francese. Riguarda tutti i Paesi d’Europa. Bisogna dunque aggiungere questo tema al Consiglio europeo per parlarne tutti insieme e trovare una posizione comune. D’altra parte, la questione dei rom non è l’unica che si pone: c’é quella dell’immigrazione clandestina che vede l’Italia particolarmente esposta a causa dell’estensione delle sue coste. Il punto è che l’Europa non ha ancora capito che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne è pienamente consapevole. Speriamo che la convergenza italo-francese aiuti a scuotere l’Europa». Per la cronaca: Berlusconi al giornalista del “Figaro” ha detto anche che governerà fino al 2013 e che non ci sono problemi nella sua maggioranza. Intanto, sulla questione dei rom, Bossi e Maroni si schieravano naturalmente con Sarkozy e Berlusconi, la Merkel contro («La Commissione Ue ha il diritto e l’obbligo di verificare se gli Stati membri rispettano le regole comunitarie» ha detto criticando però i toni della reprimenda). Anche Fini sta con Sarkozy, ma sulla faccenda dei burka, che i francesi hanno proibito in pubblico. In realtà ho l’impressione che la Reding, con la sua uscita fuori misura, abbia fatto un mezzo piacere al presidente.
• Perché?
Sarkozy è a terra nei sondaggi e l’altro giorno la Camera gli ha passato una legge che aumenta l’eta pensionabile, provvedimento che garantisce altra impopolarità. Quello che ci voleva a questo punto era proprio un bello scontro col resto del mondo in nome della grandeur, uno scontro capace di ricompattare l’orgoglio transalpino e far dimenticare il resto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/9/2010]
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