Marco Gorra, Libero 17/09/10, 17 settembre 2010
TONINO NUOVA ICONA GAY: È L’UNICO CHE CI AIUTA
Gli intellettuali, che al solito vengono via per primi. Poi gli operai e gli insegnanti. Eadesso i gay. Tonino Di Pietro, per una volta, dimostra un’apprezzabile coerenza. Postosi l’obiettivo di colonizzare il bacino elettorale del Partito democratico, l’ex pm procede un passo alla volta e miete a tutto spiano. Ieri, per dire, si è portato a casa quattro associazioni gay in un colpo solo. Due -Agedo e Famiglie Arcobaleno -non sono notissime, ma Arcigayed Arcilesbica in compenso sono il top del settore.
Succede, in estrema e brutale sintesi, che le quattro associazioni, messe di fronte alla scelta tra quale proposta dilegge anti-omofobia sostenere tra quella del Pd e quella dell’Idv, abbiano optato senza se e senza ma per la seconda. Decisione tutt’altro che sofferta, pare. Perché se da una parte l’idea del partito di Bersani viene definita «sconcertante», a quella del partito di Di Pietrosi riconosce che «rispecchia completamente le nostre richieste». Tonino batte PierLuigi quattro a zero.
A fare breccia nel mondo gay è l’ispirazione intransigente e un tantino rodomontesca che la proposta di legge in questione, in ossequio alloz eitgeist ital-valorista, presenta: si chiede, in soldoni, di estendere a gay, lesbiche e trans la disciplina della legge Mancino sui reati d’odio. Benaltro cabotaggio rispetto alla proposta del Pd che, denunciano le associazioni, «si riduce all’introduzione di un’aggravante generica». La partita, tuttavia, è ancora lungi dall’essere chiusa: l’iter della legge in commissione è partito ieri, e ancora non è dato sapere quale sarà il testo base. Inoltre, non tutto il mondo gay sta con Di Pietro. Aurelio Mancuso, ex presidente dell’Arcigay da qualche tempo in rotta con i settori più radicali della comunità omo, difende la linea del Pd e accusa la ricostruzione dei fatti fornita dalle quattro sigle di essere «parziale e omissiva».
Questo il quadro, la strategia che ha portato Di Pietro ad assurgere all’inatteso ruolo di paladino dei diritti degli omosessuali inizia a delinearsi con maggiore chiarezza. Il primo indizio lo dà lo stesso Mancuso:«Dal 10 dicembre 2009 nessun parlamentare dell’Idv è intervenuto nelle numerose sedute della commissione giustiziache hanno avuto all’ordine del giorno la transfobia». E ora, tutto d’un tratto, arriva l’Idv a tirare fuori una proposta tanto oltranzista quanto lunare (la legge Mancino già suscita perplessità negli attuali ambiti di impiego). È il metodoTonino: nel dubbio strilla e strilla più forte degli altri, ché qualcosa a casa la si porta sempre. Anche la qualifica di nuova icona gay, chi l’avrebbe mai detto.