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 2010  settembre 17 Venerdì calendario

Abbinante Guido

• Napoli 30 settembre 1956. Camorrista. Boss degli Scissionisti, fu arrestato il 18 maggio 2008 • «[...] Grazie ai ritardi della giustizia era stato scarcerato per decorrenza dei termini. Boss tra i boss della camorra con gli Scissionisti di Scampia [...] una condanna in primo grado a diciotto anni per traffico internazionale di droga. Libero ma sorvegliato speciale. Da quel giorno aveva vissuto da latitante, sparito nel nulla [...] è stato bloccato mentre stava per essere ricoverato in una clinica per accertamenti cardiaci sotto il falso nome di Costantino Castaldo, in compagnia di un uomo di scorta - una guardia giurata di un noto istituto di vigilanza - l’autista e la sua tuttofare, una donna incensurata che provvedeva alla cura della persona del capoclan. Sono stati proprio i tre accompagnatori di Abbinante a condurre i carabinieri del colonnello Gaetano Maruccia alla clinica di Maddaloni (Caserta), grazie a una serie di telefonate (intercettate) per organizzare il viaggio e il day hospital. [...] Abbinante è stato arrestato per duplice omicidio. Particolarmente inquietante, nelle carte che dispongono il fermo dell’Antimafia (pm Luigi Cannavale), quello che racconta di lui un pentito. Abbinante uccise i suoi stessi uomini. Due fedelissimi, perché non vollero ubbidire ai suoi ordini di diventare killer: un favore chiesto dagli Scissionisti quando Abbinante si affiliò al clan perché addolorato dall’omicidio di un suo nipote da parte dei Di Lauro. Avrebbe ammazzato anche un parente acquisito, se quest’ultimo non fosse sfuggito all’agguato. Quello era un momento particolare della sua vita giudiziaria. In quei giorni Abbinante era stato condannato a diciotto anni di reclusione per droga in primo grado. Scarcerato per decorrenza dei termini, avrebbe comunque dovuto restare dietro le sbarre per una vecchia condanna a nove anni. Ma ne aveva già scontata una parte e, doppio colpo di fortuna, gode dell’indulto voluto dall’ex ministro Mastella. Subito dopo viola gli obblighi di dimora, lascia Napoli per la vicina Marano. Di nuovo arrestato, il gip non convalida l’arresto perché crede alla difesa del boss: "Avevo solo cambiato casa a Napoli, perché non avevo visto il cartello stradale che indicava l’inizio del Comune di Marano". Ancora libero, scompare. Ma partecipa a un summit di camorra e fa un patto con gli Scissionisti del boss Raffaele Amato: se il clan di Secondigliano vendicherà la morte di suo nipote ammazzando uno dei Di Lauro, Abbinante metterà a disposizione un gruppo di fuoco, un pugno di killer per la faida. Uno scambio di favori tra nuovi alleati. Ma i sicari prescelti dal boss tra i suoi fedelissimi, davanti alla prospettiva di assumere un ruolo di assassini mercenari come mai era stato, si rifiutarono di obbedire. "Non ci interessa questa guerra di Scampia", si giustificarono. E così il boss li condannò a morte, li fece uccidere. Eliminò i suoi uomini. Giugliano: viene ucciso Giuseppe Carputo, il corpo bruciato. Poco dopo a Calvizzano: ammazzato Giovanni Moccia, mentre sfugge ai colpi dei killer, lievemente ferito, un amico della vittima, Giovanni Piana, nipote acquisito dello stesso Abbinante. Sarà quest’ultimo a dare il via alle indagini e a svelare il vero volto dello zio» (Irene De Arcangelis, "la Repubblica 19/5/2008) • «[...] Degli scissionisti che hanno abbandonato il clan Di Lauro per passare a quello guidato da Raffaele Amato, Abbinante è uno dei capi. [...] Il fratello maggiore, Raffaele detto Papele ’e Marano, era sfuggito all’arresto nel 2002 e fu arrestato nel 2004. Lui, con Di Lauro e gli esponenti della famiglia Prestieri, faceva parte del gruppo considerato in grado di incassare — secondo i calcoli riportati nel libro di Gigi Di Fiore La camorra e le sue storie — 600.000 euro al giorno grazie al traffico di droga con Spagna, Olanda, Albania, Ungheria e Repubblica Ceca. Poi arrivò la scissione e gli Abbinante furono tra quelli che sostennero la rivolta contro Di Lauro. Oltre a Papele, anche l’altro fratello Antonio è in galera; nel 2005 polizia e Dia gli sequestrarono un appartamento a Secondigliano e una villa a Santa Maria di Castellabate. E nell’ottobre 2006 è finito in carcere Francesco Abbinante, figlio di Papele e nipote di Guido [...] una condanna a 14 per traffico internazionale di stupefacenti. Quando i carabinieri entrarono nell’appartamento di Marano, dove viveva con la moglie e tre figli, tentò di beffarli chiudendosi nel doppiofondo ricavato all’interno di un divano. Non ci riuscì, e finì in cella. A parte la droga e la faida tra i clan di Scampia e Secondigliano, gli Abbinante erano finiti in un’altra guerra intestina alle famiglia di camorra, una sorta di "sottofaida" interna agli scissionisti. Per questa sarebbe morto il 27 settembre 2007 Giovanni Moccia, trent’anni, maranese e incensurato, ammazzato a colpi di pistola mentre si trovava in strada nel paese di Calvizzano. Insieme a lui c’era Giovanni Piana, legato a Guido Abbinante: secondo il piano avrebbe dovuto "portare a dama", come si dice tra i pregiudicati, proprio Moccia, conducendolo nel luogo dove lo aspettavano i killer. E così andò, solo che poi avvenne qualcosa che Piana non s’aspettava: i sicari spararono pure a lui, ma anziché ucciderlo lo ferirono soltanto. Un errore, evidentemente, perché pochi giorni dopo — dopo aver capito che era destinato a finire in una bara — l’uomo di Abbinante si presentò in una caserma dei carabinieri e chiese di parlare con gli investigatori. Fece i nomi dei due presunti assassini di Moccia e indicò come mandante del delitto proprio Guido Abbinante. I due accusati dell’esecuzione materiale dell’omicidio furono fermati a fine ottobre, e così venne alla luce il "pentimento" di Piana, peraltro sconfessato dai suoi familiari che hanno rifiutato le misure di protezione. Temendo che il suo ormai ex affiliato facesse anche il suo nome, Abbinante si diede a una sorta di latitanza preventiva, allontanandosi dall’abitazione dov’era obbligato a stare [...]» (Giovanni Bianconi, "Corriere della Sera" 19/5/2008).