Varie, 17 settembre 2010
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Abbado Gabriele
• Milano 1934. Architetto. Fratello di Claudio • «[...] "In famiglia abbiamo uno stile riservato. Claudio è quello che, col passare del tempo, ha accentuato di più quest’atteggiamento. Per avvicinarlo - proporgli un progetto, fargli dirigere un concerto, organizzare a suo nome un concorso - c’è anche chi si rivolge a me. Ma non mi verrebbe mai in mente di importunarlo" [...] come Claudio è nato e cresciuto a Milano, ma da molti anni abita ad Arezzo, città della moglie, è un tipo appassionante e anomalo nell’assolutismo del suo impegno per le problematiche ambientali. E l’ossessione è condivisa da Claudio, al quale somiglia molto. Sobri e sottili come fuscelli, nascondono entrambi la propria forza dietro un aspetto delicato. [...] Nel suo campo Gabriele è un precursore. Si occupa di risorse alternative dagli anni Settanta: "Lavorando nel gruppo Eni e con gli ingegneri del "Nuovo Pignone" realizzai a Firenze nel 1977 un laboratorio di energia solare che prendeva a modello certi progetti americani all’avanguardia, e la nostra diventò l’iniziativa europea più avanzata di produzione di acqua calda per abitazioni e uffici tramite energia solare. Con la stessa acqua, oltre al riscaldamento, si poteva alimentare l’aria condizionata". [...] "Siamo quattro. Marcello, pianista, è il maggiore. A Milano è stato per 25 anni il direttore del Conservatorio. Luciana è la seconda. Ha lavorato a lungo in Casa Ricordi e ha sposato Carlo Pestalozza. Poi siamo nati Claudio e io, a un anno di distanza. I nostri fratelli maggiori sono stati un po’ come secondi genitori. Marcello, a noi piccoli, dava consigli negli studi musicali, Luciana ci aiutava con la matematica. E c’era sempre Guido, in pratica un altro fratello [...] Sì, Guido Crepax, il grande disegnatore, figlio di Gilberto, violoncellista del trio in cui suonava mio padre. I Crepax abitavano vicino a casa nostra e le madri stavano spesso insieme, fin da quando erano incinte di Claudio, che nacque il 26 giugno, e di Guido, nato il 7 luglio. Noi tre bambini eravamo inseparabili. Per me Claudio era un mito, lo seguivo come un’ombra. Lui insisteva perché mi diversificassi: siccome teneva per il Milan mi chiese di tifare per l’Inter. Una volta cresciuti mio fratello volò via nella musica, mentre io scelsi l’architettura". [...]» ("la Repubblica" 4/8/2008).