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 2010  settembre 17 Venerdì calendario

Tulliani, le off-shore e i 1.600 euro d’affitto - Tulliani e Timara Ltd, Ti­mara Ltd e Tulliani

Tulliani, le off-shore e i 1.600 euro d’affitto - Tulliani e Timara Ltd, Ti­mara Ltd e Tulliani. Si intrec­ciano pericolosamente i desti­ni della società off-shore pro­prietaria dell’immobile di Montecarlo e l’inquilino ec­cellente che attraverso il co­gnato- presidente della Came­ra sponsorizzò prima la (s) vendita della casa donata ad An dalla contessa Colleoni e poi si ritrovò lui stesso nelle condizioni di andare ad abita­re al 14 di Boulevard Charlot­te. I destini (e i sospetti) si ali­me­ntano in relazione ai risvol­ti inquietanti sulla ristruttura­zione del noto appartamen­to. Nessuno, però, ha parlato. Nemmeno il celebre syndic Michele Dotta, amministrato­re di quel prestigioso palazzo e della stragrande maggioran­za degli immobili nel Princi­pato, custode dunque dei se­greti di migliaia di inquilini, seppe o volle dare delucida­zioni al riguardo. LAVORI IN CORSO (GRATIS) A forza di scavare siamo ar­rivati a contattare un prezio­sissimo testimone: Stefano Garzelli, figlio del più grande costruttore di Montecarlo, presente fisicamente nell’ap­partamento dei misteri per conto della società Tecabat in­caricata di rimettere a posto l’immobile acquistato a un prezzo stracciato dalla Ltd Printemps e che a sua volta lo alienò alla società «gemella» Timara Ltd, attuale proprieta­ria. Garzelli jr ha rivelato che esisteva «un rapporto diret­to » fra Giancarlo Tulliani e la Timara Ltd; che nel cantiere Tulliani era sempre presente e diceva la sua su come dove­vano essere fatti gli interven­ti; che il compenso finale am­montava a 100mila euro ma non ricordava a chi era stato fatturato, se a Timara o a Tul­liani. Luciano Garzelli, papà di Stefano, ricevette incarico dall’ambasciatore Mistretta di cercare una soluzione ai problemi immobiliari dei Tul­liani. L’imprenditore ha riferi­to che non solo Giancarlo, ma anche la sorella Elisabetta, mise becco sui lavori; che non si interessò più alla ri­strutturazione perché i Tullia­ni avevano deciso di portare loro i materiali dall’Italia (cu­cina, arredi, piastrelle, eccete­ra); che alla fine passò la prati­ca a una società minore, la Te­cabat, dove il figlio per l’ap­punto lavorava; e infine ha ri­marcato come non sia norma­le che dei semplici affittuari portino«dall’Italia»i materia­li per la ristrutturazione, po­sto che proprio sui materiali insiste il maggior guadagno per le società di restauro. RESTAURO MADE IN ITALY Il titolare della Tecabat, Ri­no Terrana, a cui Garzelli jr fa­ceva riferimento, parlando col Giornale ha complicato la vita a Giancarlo Tulliani: ha ammesso che i 100mila euro del restauro la sua società li ha fatturati personalmente al­la Timara Ltd e non al cogna­to di Fini. A sentire più impre­se edili del Principato «non è normale» che i materiali per i lavori vengano portati dal­­l’Italia; «non è normale» che una società monegasca di ri­strutturazione accetti questa opzione svantaggiosa, a me­n­o che non abbia ricevuto rac­comandazioni importanti cui è impossibile dire di no; «non è normale» che siano gli stessi residenti a Monaco a far arrivare dall’Italia i mate­riali; non è normale ma è «fat­tibile » che prima di prendere possesso dell’immobile un in­quilino possa mettersi d’ac­cordo con il proprietario del­l’appartamento accollandosi l’onere delle spese dei mate­riali e della ristrutturazione, che successivamente scalerà dalle rate del canone mensi­le. Quest’ipotesi, purtroppo per Tulliani, si scontra con l’ammissione del proprieta­rio della Tecabat che afferma d’aver fatturato 100mila euro alla Timara e non a Tulliani. Appare dunque singolare che la Timara Ltd, che acqui­stò la casa messa in vendita da An (su segnalazione del co­gnato di Fini) dalla gemella Printemps Ltd, si accolli pure le spese della ristrutturazio­ne dando carta bianca su tut­to ai Tulliani. A ciò occorre ag­giungere che Garzelli senior al Giornale ha detto di essere in possesso delle mail di un ar­chitetto romano che per con­to­dei Tulliani lo contattava ri­petutamente proprio in meri­to ai lavori da effettuare nel fa­moso appartamento. IL CANONE DA 19.200 EURO Ma c’è di più: nel contratto d’affitto che il giovane Tullia­ni ha firmato il 30 gennaio 2009 verrebbe fuori che il ca­none annuo versato dal co­gnato di Fini alla Timara Ltd è assolutamente fuori merca­to: appena 19.200 euro l’an­no, e cioè solo 1.600 euro al mese. Per una cifra del gene­re a Monaco farebbero la fila da Ventimiglia. Di più. Per ot­tenere la residenza a Monte­carlo si seguono due strade: o si ha un’attività professionale nel Principato, oppure occor­re avere una garanzia banca­r­ia solida che attesti l’indipen­denza economica per vivere nel posto più caro al mondo. Dalla sua carta di soggiorno numero 053961 rilasciata il 20 febbraio 2009 risulterebbe che abbia optato per la secon­da strada, che da queste parti significa un versamento co­spicuo ( dai 300 ai 400mila eu­ro cash) vincolato alla banca per tutta la durata della sua re­sidenza. IL NUMERO DEL TESORO Il conto numero 175-69-00017-1570-900001, acceso presso la Companie Monegasque de Banque, po­trebbe ora essere messo sotto controllo dalla guardia di fi­nanza. E allora, sui risvolti a dir poco curiosi della ristrut­turazione, le domande si spre­cano: a quale titolo l’affittua­rio Tulliani durante i lavori si comportava come il padrone dell’immobile? Che tipo di «rapporto diretto» c’è - per usare l’espressione usata da Garzelli jr – fra Tulliani e la Ti­mara? Posto che la Tecabat ha fatturato alla Timara Ltd, chi ha pagato i materiali arri­vati­dall’Italia visto che secon­do Garzelli senior i Tulliani in­sistettero per portarli perso­nalmente? Se esiste un accor­do fra Timara ( proprietario) e Tulliani (affittuario) secondo cui quest’ultimo si accolla le spese dei lavori a fronte di un successivo sconto sull’affitto, perché la Tecabat fattura a Ti­mara e non direttamente al­l’inquilino? Eppoi. LE UTENZE OFF-SHORE Tulliani ha girato alcune delle sue utenze personali al 27 avenue Princesse Grace, e più precisamente all’attenzio­ne di James Walfenzao, l’am­ministratore della società off­shore Printemps Ltd che l’11 luglio, nello studio del notaio Aureglia, formalizzò l’atto d’acquisto dell’appartamen­to della Colleoni alla presen­za del senatore di An France­sco Pontone. Perché lo fece? Perché venne formalizzata questa «deviazione» posto che Tulliani era già residente a Montecarlo da nove mesi? E infine. Giancarlo Tulliani è a conoscenza che Walfenzao era l’amministratore della Ja­son Ltd che controlla sia la so­cietà che ha comprato l’ap­partamento dove tuttora abi­ta, sia quella che grazie al suo interessamento presso Gian­franco Fini riuscì ad accapar­rarsi l’appartamento da un milione e mezzo di euro spen­dendone solo 300mila?