Paola Zanca, il Fatto Quotidiano 17/9/2010, 17 settembre 2010
TENGO FAMIGLIA" LA PARENTOPOLI È PADANA
Lo dice un vecchio detto, il pesce puzza dalla testa. Dunque nessuno si stupisca se la Lega, il partito che doveva marciare su Roma per distruggere la Casta e i privilegi, si è trasformato nella più classica delle macchine piazza-parenti. Bastava dare un’occhiata a quello che ha combinato lui, l’Umberto, per capire come sarebbe andata a finire. Suo fratello Franco lo piazzò a Bruxelles a fare da assistente all’eurodeputato leghista Matteo Salvini. Ci provò anche con il primogenito Riccardo, ma tornò a casa appena il fattaccio finì sui giornali: “È assurdo che mi venga vietata ogni esperienza solo perché ho un cognome importante”, si rammaricò. Erano ancora lontani i tempi di Renzo, il figlio prediletto: oggi comunque anche la Trota è sistemata, seduto sugli scranni del consiglio regionale lombardo. Restano senza incarichi gli altri due eredi, Eridano Sirio e Roberto Libertà. Ma c’è tempo. Forse potranno trovare un posto alla Bosina, la scuola privata, di ispirazione chiaramente padana, fondata da mamma Manuela Marrone, che ha ricevuto un contributo di 800mila euro dal governo nazionale. Ecco, con una testa così, da quel pesce non potevamo che aspettarci di peggio. E basta mettere insieme le notizie che arrivano dal profondo Nord per disegnare una mappa della Parentopoli leghista. Che non dovrebbe lasciare indifferenti gli elettori del Carroccio.
Cominciamo dal Piemonte, dove Lo Spiffero, il Dagospia di Torino, ha raccontato la “Famigliopoli subalpina”: una clamorosa infornata di mogli, cugini e cognati che Roberto Cota ha portato a segno da quando è diventato presidente. Nella sua segreteria c’è Michela Carossa, figlia di Mario, capogruppo della Lega in Regione. Capo di gabinetto del governatore è Giuseppe Cortese, che ha trovato lavoro pure alla moglie, Isabella Arnoldi, diventata portavoce dell’assessore leghista Massimo Giordano, fedelissimo di Cota. Per loro, può darsi che la pacchia finisca al massimo tra cinque anni. C’è invece chi, grazie alla Lega, si è costruito un futuro garantito. È il caso delle cinque vincitrici di un concorso per funzionari della Provincia di Brescia, come racconta Il Riformista. Ci hanno provato in 700 a conquistarsi il posto fisso, ci sono riusciti in 8, e per più della metà c’è puzza di raccomandato. Ha vinto Sara Grumi, figlia di Guido, assessore leghi-sta al Comune di Gavardo e candidato alle ultime regionali. C’è Katia Peli, nipote dell’assessore provinciale all’Istruzione, leghista pure lui, Aristide Peli. Lavoro assicurato anche per Silvia Raineri, capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Con-cesio e moglie del vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi. Vittoria anche per Cristina Vitali e Anna Ponzoni: tutte e due lavorano già in Provincia, guarda caso entrambe per l’assessorato guidato dal leghista Giorgio Bontempi.Sempre in Lombardia, questa volta a Varese, nel 2002 diventa presidente della Provincia Marco Reguzzoni, marito di Elena, figlia di Francesco Speroni, storico capo di gabinetto del Senatur quando era ministro delle Riforme. Niente paura, Reguzzoni non ha dovuto pagare il peso delle polemiche. Oggi è il capogruppo della Lega nientemeno che alla Camera dei Deputati. Restiamo sempre nel letto matrimoniale ma ci spostiamo più a est, a Verona, dove alla moglie del sindaco Flavio Tosi l’elezione del marito ha messo in tasca 45 mila euro all’anno in più. Stefania Villanova lavorava già in Regione, ma è diventata tutt’a un tratto dirigente e messa a capo della segreteria dell’assessorato regionale alla Sanità.
In Friuli, i leghisti le moglie se le sono incrociate. L’ex presidente del consiglio regionale Ballaman assunse Laura Pace, moglie dell’allora sottosegretario agli Interni Maurizio Balocchi. Lui si prese in carico Tiziana Vivian, ex fidanzata dello stesso Ballaman.
Poi c’è il capitolo consulenti. A Padova, l’ex segretario provinciale della Lega Maurizio Conte – oggi diventato assessore nella giunta Zaia – affidò l’incarico per progettare e dirigere i lavori di un nuovo polo scolastico a suo fratello Tiziano. Con regolare bando di concorso, giura lui. E se non puoi sceglierli in famiglia, c’è comunque un partito che ti assiste. Racconta il Pd Piero Ruzzante al Corriere del Veneto, di altre “designazioni” ai vertici di tre enti regionali: “Corrado Callegari in Veneto Agricoltura, impiegato di banca mestrino stipendiato con 15mila euro al mese; Antonello Contiero in Intermizoo, autista di autobus di Rovigo, premiato con 5mila euro mensili e inserito nel listino di Zaia; e Fausto Luciani in Avepa, ristoratore allo zoo-safari di Bussolengo e retribuito con ben 154mila euro annui”.
Chiusura in bellezza a Bergamo. Nell’estate del 2009, racconta BergamoNews, l’architetto Silvia Lanzani, è stata incaricata, per 13.754 euro, di curare il progetto preliminare della nuova centrale di sterilizzazione dell’ospedale di Treviglio, diretto dal leghista Cesare Ercole. Silvia Lanzani è della Lega e fa l’assessore alle Infrastrutture in Provincia. Come si dice, una che lavora con la testa, con il cuore, e con il portafoglio.