Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 17 Venerdì calendario

Il professor Robin Dunbar ha presentato al British Science Festival uno studio sulle conseguenze dell’amore: «Non vi racconterò che cosa sentiamo quando incontriamo una persona a cui ci vogliamo legare, piuttosto di quello che perdiamo, sempre e inevitabilmente: ovvero due amici

Il professor Robin Dunbar ha presentato al British Science Festival uno studio sulle conseguenze dell’amore: «Non vi racconterò che cosa sentiamo quando incontriamo una persona a cui ci vogliamo legare, piuttosto di quello che perdiamo, sempre e inevitabilmente: ovvero due amici. Due amici della cerchia più stretta, spesso d’infanzia se non addirittura famigliari». Il professore, responsabile dell’Istituto di Antropologia Cognitiva ed Evoluzionista dell’Università di Oxford, è giunto alle sue conclusioni studiando le relazioni affettive di 428 donne e 112 uomini: «Quando una persona speciale entra a far parte della nostra esistenza, in una sorta di legge di compensazione, innescata da una maggiore mancanza di tempo e di interesse, uno dei più consolidati rapporti della nostra vita viene cancellato e un altro sostituito dall’oggetto d’amore. Una riduzione considerevole, perché la media dei rapporti personali che possiamo definire stretti arriva a cinque in tutto. L’amore li riduce a quattro». Dunbar è anche l’autore di una tabella secondo la quale il limite possibile di amicizie per ogni essere umano si ferma a 150 persone, oltre le quali cuore e cervello non sono più in grado di destinare alcun genere d’attenzione.