Andrea Malaguti, La Stampa 17/9/2010, 17 settembre 2010
Il professor Robin Dunbar ha presentato al British Science Festival uno studio sulle conseguenze dell’amore: «Non vi racconterò che cosa sentiamo quando incontriamo una persona a cui ci vogliamo legare, piuttosto di quello che perdiamo, sempre e inevitabilmente: ovvero due amici
Il professor Robin Dunbar ha presentato al British Science Festival uno studio sulle conseguenze dell’amore: «Non vi racconterò che cosa sentiamo quando incontriamo una persona a cui ci vogliamo legare, piuttosto di quello che perdiamo, sempre e inevitabilmente: ovvero due amici. Due amici della cerchia più stretta, spesso d’infanzia se non addirittura famigliari». Il professore, responsabile dell’Istituto di Antropologia Cognitiva ed Evoluzionista dell’Università di Oxford, è giunto alle sue conclusioni studiando le relazioni affettive di 428 donne e 112 uomini: «Quando una persona speciale entra a far parte della nostra esistenza, in una sorta di legge di compensazione, innescata da una maggiore mancanza di tempo e di interesse, uno dei più consolidati rapporti della nostra vita viene cancellato e un altro sostituito dall’oggetto d’amore. Una riduzione considerevole, perché la media dei rapporti personali che possiamo definire stretti arriva a cinque in tutto. L’amore li riduce a quattro». Dunbar è anche l’autore di una tabella secondo la quale il limite possibile di amicizie per ogni essere umano si ferma a 150 persone, oltre le quali cuore e cervello non sono più in grado di destinare alcun genere d’attenzione.