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 2010  settembre 17 Venerdì calendario

A Bruxelles è in corso un vertice dell’Unione europea, destinato in partenza a discutere di economia e a cui i giornali non avrebbero fatto troppo caso

A Bruxelles è in corso un vertice dell’Unione europea, destinato in partenza a discutere di economia e a cui i giornali non avrebbero fatto troppo caso. Senonché ieri Barroso e Sarkozy si sono messi a urlare uno contro l’altro e l’altro giorno la Viviane Reding, commissaria alla Giustizia, ha preso metaforicamente la Francia per il bavero della giacca dando quasi del nazista al presidente…

Che è successo?
Con una circolare del 5 agosto, il ministro francese all’Immigrazione, Eric Besson, ha disposto il rimpatrio in Bulgaria e Romania di ottomila rom. La Reding, che ha da far rispettare un trattato europeo in cui si stabilisce che i paesi aderenti alla Ue non perseguitano le minoranze, è stata un mese a trattare con Parigi, sentendosi ripetere che la normativa non era indirizzata a nessuna etnia particolare e che dunque non c’erano in quella disposizione, magari odiosa, elementi di discriminazione… Invece, pochi giorni fa, si è scoperto che la circolare del 5 agosto parlava precisamente dei rom, cioè di una minoranza a questo punto individuata e perseguitata in quanto tale. La commissaria ha dato fuori di matto, annunciando due procedure d’infrazione e strillando che i francesi erano tornati ai tempi di Pétain, il collaboratore dei nazisti che gli zingari li mandava in campo di concentramento.

Beh, se la Francia ha torto, ha torto.
Sì, ma non era mai successo che da Bruxelles trattattassero in questo modo uno dei tre grandi paesi dell’Unione (con la Germania e l’Inghilterra). Sarkozy ha risposto alla commissaria: «Gli zingari prenditeli te», cioè il Lussemburgo, dato che la Reding è lussemburghese, e questo ha provocato una nota di protesta del governo lussemburghese: «Va bene che l’Eliseo ha un problema con il Granducato, però non si deve esagerare».

Che problema?
Per via del segreto bancario. Ma vedrà che in questa gran baruffa confluiscono un mucchio di questioni diverse. Barroso, che presiede la Commissione europea, e la stessa Reding ventiquattr’ore dopo hanno chiesto scusa per i toni, confermando però il contenuto delle critiche. Intanto i francesi avevano emesso un’altra circolare, politicamente corretta ma con gli stessi effetti, in sostituzione di quella del 5 agosto, che tuttavia non veniva ufficialmente abrogata. Ieri poi il match finale tra Barroso e Sarkozy, avvenuto a porte chiuse (i due erano a tavola), ma di cui hanno riferito parecchi testimoni. Barroso si sarebbe addirittura alzato in piedi, Sarkozy gli avrebbe gridato a brutto muso: «Non c’è alcuna forma di discriminazione, tutto è successo ed è stato voluto dalle nostre leggi, dai nostri regolamenti» dove la parola “nostri” aveva una significato molto preciso, di insofferenza del presidente francese per i controlli europei, che pretendono di limitarne il raggio d’azione.

È un fastidio che ha manifestato tante volte anche Berlusconi.
Sì, e infatti il nostro presidente del Consiglio appoggia con convinzione Parigi. In un intervista al “Figaro” uscita proprio ieri ha detto: «Questo problema dei rom non è soltanto francese. Riguarda tutti i Paesi d’Europa. Bisogna dunque aggiungere questo tema al Consiglio europeo per parlarne tutti insieme e trovare una posizione comune. D’altra parte, la questione dei rom non è l’unica che si pone: c’é quella dell’immigrazione clandestina che vede l’Italia particolarmente esposta a causa dell’estensione delle sue coste. Il punto è che l’Europa non ha ancora capito che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne è pienamente consapevole. Speriamo che la convergenza italo-francese aiuti a scuotere l’Europa». Per la cronaca: Berlusconi al giornalista del “Figaro” ha detto anche che governerà fino al 2013 e che non ci sono problemi nella sua maggioranza. Intanto, sulla questione dei rom, Bossi e Maroni si schieravano naturalmente con Sarkozy e Berlusconi, la Merkel contro («La Commissione Ue ha il diritto e l’obbligo di verificare se gli Stati membri rispettano le regole comunitarie» ha detto criticando però i toni della reprimenda). Anche Fini sta con Sarkozy, ma sulla faccenda dei burka, che i francesi hanno proibito in pubblico. In realtà ho l’impressione che la Reding, con la sua uscita fuori misura, abbia fatto un mezzo piacere al presidente.

Perché?
Sarkozy è a terra nei sondaggi e l’altro giorno la Camera gli ha passato una legge che aumenta l’eta pensionabile, provvedimento che garantisce altra impopolarità. Quello che ci voleva a questo punto era proprio un bello scontro col resto del mondo in nome della grandeur, uno scontro capace di ricompattare l’orgoglio transalpino e far dimenticare il resto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/9/2010]