Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Sull’aereo abbattuto in Ucraina viaggiavano 192 olandesi, 44 malesi (inclusi i 15 membri dell’equipaggio), 27 australiani, 12 indonesiani, 10 britannici, 4 tedeschi, 4 belgi, 3 filippini, un canadese, un neozelandese. Ognuna delle nazioni di appartenenza delle vittime (80 i bambini) ha un diritto di accesso al luogo della tragedia per sapere che cosa è davvero successo, collaborare al recupero dei corpi, restituirli alle famiglie, operare sul piano internazionale per una qualche riparazione. In realtà, i filorussi che controllano la zona dove sono sparpagliati i rottami (siamo nel Grabovo, al confine orientale tra Ucraina e Russia, non lontano dalla cittadina di Shahtersk, «Città dei minatori») impediscono agli osservatori internazionali giunti sul posto di avere accesso all’area. Michael Bociurkiw, portavoce dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), ha raccontato che ai delegati, tutti muniti di documentazione internazionale, è stato permesso di perlustrare 200 metri della scena e che dopo 75 minuti sono stati in ogni caso mandati via dai guardiani armati che sorvegliano la zona. Il governo di Kiev sostiene anche che i filorussi avrebbero rimosso 38 cadaveri dalla scena del disastro, portandoli all’obitorio di Donetsk.
• Forse bisognerebbe metter su una commissione d’inchiesta internazionale. Forse Putin dovrebbe parlare a questi filorussi.
La sensazione è che Putin non riesca a farsi ascoltare del tutto. La commissione internazionale è stata invocata, in una presa di posizione congiunta, da Putin e dalla Merkel, che si sono telefonati a lungo, come loro abitudine. La commissione d’inchiesta dovrebbe essere indipendente, affidata all’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (Icao), dovrebbe avere rapidamente accesso al luogo del disastro «per fare luce sulle circostanze dello schianto e per spostare i corpi». Non sarà semplice tuttavia formare questa commissione d’inchiesta: la notizia che ucraini e filorussi s’erano messi d’accordo per creare una zona di sicurezza di 20 chilometri sulla linea che separa i due eserciti è stata smentita. Non c’è accordo su nulla, Obama accusa Putin, Putin gli risponde con rabbia, qualunque soluzione appare lontana.
• Come si difendono i filorussi?
Il loro leader, Aleksandr Borodai, ha convocato una conferenza stampa a Donetsk. Nega tutto, «non stiamo distruggendo nessuna prova. I corpi di innocenti sono distesi a terra, al caldo. Ci riserviamo il diritto, se i ritardi continuano, di cominciare le operazioni per portarli via e chiediamo alla Federazione russa di aiutarci a risolvere questo problema». L’accusa, anzi, è stata rilanciata sugli ucraini. «Come mai gli ucraini hanno piazzato in zona una contraerei capace di sparare missili Buk, se i separatisti non dispongono di velivoli?», ha chiesto il viceministro della Difesa russo Anatoly Antonov.
• C’è un modo per capire come sono andate le cose, al di là delle polemiche?
Da quando c’è la guerra, quel punto del mondo è tra i più sorvegliati. Sorvegliato dai satelliti, voglio dire. In particolare, Sbirs Geo 1, Sbirs Geo 2 e Usa 184 sono sensibili alle fonti di calore emesse dai missili. S’accorgono di un lancio, sono capaci di seguirne la traiettoria. La Cia, incrociando i dati provenienti da questi tre con quelli di altri satelliti, dovrebbe aver scoperto il colpevole. O per lo meno: dovrebbe avere materiale sufficiente per raggiungere una notevole sicurezza dopo aver verificato le ipotesi costruite in cielo con i dati effettivi raccolti sul terreno. È che, a quanto pare, sul terreno si sta procedendo a un inquinamento notevole delle prove. Si segnalano anche saccheggio dei bagagli, sparizione dei reperti e specialmente degli eventuali resti del missile. Particolarmente importante, per il colpevole, far sparire il numero di matricola del razzo.
• E le scatole nere?
Erano due, collocate nella coda del velivolo: sono state recuperate, ma non si sa dove si trovino. I ribelli separatisti negano di averle trovate. Voci non confermate ipotizzano che almeno una — quella che ha registrato i parametri di volo — sia finita a Mosca. Secondo altri le ha in mano Kiev.
• Come si posizionano, a questo punto, i vari padroni del mondo?
Malgrado le divergenze con Obama, Putin sembra piuttosto conciliante e pronto al dialogo. Il suo problema è che non controlla del tutto i ribelli ucraini amici di Mosca. L’Europa, come sempre, non esiste. In un comunicato la Ue assicura che «continuerà a seguire questo tema molto da vicino». Del resto, i capi europei, in una situazione come questa, hanno ritenuto possibile rinviare la scelta del loro ministro degli Esteri addirittura al 30 agosto...
(leggi)