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 2014  luglio 20 Domenica calendario

NEI TUNNEL DI HAMAS UNA RETE DI DECINE DI CHILOMETRI PER IL CONTRABBANDO E LA GUERRA


ASQUELON (ISRAELE) Con l’inizio delle operazioni militari i media hanno portato all’attenzione il problema dei tunnel sotterranei costruiti dai miliziani di Hamas. Quello che non è stato ancora chiarito è la loro natura e come possono essere usati. I primi tunnel si trovavano lungo linea Philadelphia, come era chiamata fino al 2005 dall’esercito israeliano la terra di nessuno al confine fra l’Egitto e la Striscia di Gaza. Questi passaggi erano molto ampi e permettevano il contrabbando di beni voluminosi come automobili e animali di grossa taglia. Proprio attraverso di essi sono arrivati a Gaza i componenti dei missili a lunga gittata di fabbricazione iraniana che in questi giorni vengono lanciati contro le città israeliane. Quando erano operativi Hamas li usava gratuitamente e imponeva pesanti tasse sui beni che transitavano in entrata. Era uno dei modi con cui l’organizzazione terroristica si finanziava.
ECONOMIA
I tunnel sotto la linea Philadelphia sono stati operativi sia quando al Cairo governava il presidente Hosni Mubarak sia, e soprattutto, nel periodo in cui i fratelli musulmani erano al potere con il presidente Mohammed Morsi. In quegli anni l’aeronautica israeliana li ha spesso bombardati riuscendo solo a rallentarne l’attività, chi li ha definitivamente chiusi, nella seconda metà del 2013, è stato l’esercito egiziano subito dopo la presa del potere del presidente Abd al-Fattah Khalil al Sisi. Proprio la mancanza degli introiti derivanti dalle tasse sul contrabbando delle merci che transitavano in quei tunnel è stato uno dei motivi della mancanza di liquidità di Hamas.
Le altre tipologie di tunnel oltre a essere di carattere squisitamente militare sono ora l’obiettivo primario delle operazioni che si svolgono in queste ore. Secondo alcuni rapporti dei servizi segreti la rete di tunnel sotterranei è di decine di kilometri e variano di profondità a seconda della natura del terreno nel quale sono stati scavati. Molte di queste gallerie hanno ambedue le entrate all’interno del territorio palestinese, spesso una è dentro case pri vate, moschee o edifici civili, mentre l’altra è in campo aperto.
TRAPPOLE
Possono fungere da magazzini di armi e missili, da rifugi durante i bombardamenti dell’aeronautica e come trappole sul modello usato dai vietcong contro gli americani durante la guerra del Vietnam. Bastano pochi uomini armati che aspettano il nemico, attaccano di sorpresa e dopo brevi conflitti a fuoco si dileguano nei passaggi. Proprio questo tipo di guerriglia è l’incubo dei comandi militari israeliani durante questa avanzata. La terza tipologia di tunnel è sicuramente la più pericolosa. Si tratta di passaggi lunghi poche decine di metri e scavati sotto la rete di confine che divide il territorio israeliano dalla Striscia. Questi cunicoli sono già stati più volte utilizzati per portare attacchi sia ai militari di passaggio lungo la strada di confine che ai civili che abitano nei kibbutz o nei villaggi agricoli di frontiera.
CEMENTO
Durante la notte fra il 17 e il 18 luglio scorso e nella notte a seguire due di passaggi sotterranei sono stati utilizzati per portare degli assalti ai militari che pattugliano la linea di confine proprio per prevenire questo tipo di situazioni. Non è un caso che proprio uno dei materiali che il governo israeliano negli anni scorsi voleva razionare all’ingresso della Striscia fosse proprio il cemento che poteva avere, come poi è successo, anche un uso militare. Su pressioni internazionali Geruè stata costretta a cedere su questo punto e il risultato è stato che centinaia di tonnellate di cemento sono entrate a Gaza e finite nelle mani di Hamas che ne ha requisito oltre l’80% destinandolo sia alla costruzione delle bellissime ville dei capi, sia per rinforzare le gallerie sotterranee che ora, una ad una, dovranno essere scoperte e fatte saltare in aria dai genieri israeliani.