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 2014  luglio 20 Domenica calendario

BERLINO, VIAGGIO NEI BORDELLI LOW COST

Ovvio, nella città dove il Muro è caduto ma, in barba al capitalismo, l’egalitarismo resiste, il sesso a pagamento non poteva che essere cheap, alla portata di tutti.
A Berlino l’usato è meglio del nuovo, l’economia di scambio funziona più del business a tutti i costi. Così esistono le prostitute all inclusive, a tariffa fissa - e minima - per tutti i clienti. Ricchi risparmiatori e soprattutto tanti poveri.
Alla fine della nottata, ça va sans dire, anche per i tenutari dei bordelli low cost sono tanti, ma tanti soldi. La parola magica è flatrate: prezzo unico per bevute, show di lap-dance e prestazioni di ogni tipo con le ragazze, una volta varcata la soglia del discount luce rosse. Per il King George di Grunewaldstrasse, il lupanare a buon mercato più famoso di Berlino, un’ora di piacere, tutto incluso, vale 49 euro.
Con 99 euro, invece, si può restare tutto l’orario di apertura, no limit, per il «100% Sex & Drinks»: «Geiz macht geil», più o meno «risparmiare è figo» in italiano, recita lo slogan pubblicitario. I puristi obiettano sul posto alla buona e sulla qualità delle ragazze, che con troppo lavoro diventano sbrigative. Ma per tanti altri i discount del sesso rendono Berlino un «paradiso» a luci rosse. Non tutti, specie in tempi di crisi, possono permettersi escort di lusso in alberghi esclusivi.
Intervistato da stampa e tivù, il proprietario del King George Sasha Erben rivendica la natura di «massa» della sua offerta. Sesso e bevute libere, quanto si vuole ma anche «quanto si può». «Nessuno sfruttamento», sostiene, «tutto è calcolato. Le ragazze lavorano a turni, con contratti regolari come in ogni altra professione. E sono sicure».
Parecchie prostitute dell’Est approdano nella capitale tedesca, perché in Germania il mestiere più antico del mondo è regolare.
Non si batte più in strada, le lucciole vengono sottoposte a controlli sanitari e i datori di lavoro pagano loro i contributi. Certo, Klaudia, 40enne austriaca con molta esperienza al King George, non nega che alcune notti siano «molto faticose». «Nelle settimane di punta arrivano a esserci fino a 40, 45 clienti in una stanza», spiega.
Tra una lap dance e l’altra, le ragazze entrano ed escono dalle orge. Ma lei non accetta mai più di 10 uomini al giorno, perché tanto si è pagate tra i 150 e i 200 euro, indipendentemente dal numero di clienti.
Le ragazze dell’Est, invece, più giovani e anche più bisognose, arrivano a lavorare anche con 20 uomini a notte: per prestazioni extra come sesso orale senza preservativo e rapporti anali, infatti, ricevono maggiorazioni in busta paga.
E per Julia, 20enne rumena, che deve «aiutare la famiglia», un «turno al King George equivale a un mese di lavoro a Bucarest».
Del titolare, Erben, il primo a proporre una tariffa all inclusive a Berlino, non si lamentano. Il suo locale rende molto, ma per «ogni euro speso dai clienti, la metà va alle prostitute». Che, precisa, «non lavorano mai più di cinque giorni su sette», anche se le ragazze dell’Est, specie se da poco in Germania e abituate a condizioni peggiori sono più «disponibili a caricarsi di più clienti»
I frequentatori del bordello sono, per lo più, «milleuristi» al mese ma anche qualche disoccupato. «Non pretendiamo la luna, 100 euro per una notte intera è un prezzo conveniente. Le donne vengono retribuite legalmente, non ci sentiamo degli sfruttatori», racconta un frequentatore soddisfatto.
Figlio dell’ex Germania Est, ex affittacamere a ore, caduto il Muro Erben è andato a lavorare in Baviera. Poi è tornato col progetto di aprire un night club per tutti nella capitale tedesca. E una dozzina di gestori a luci rosse l’ha subito imitato.
Capitalismo in salsa comunista: «Via chat mi chiamano per tour dalla Russia, dai Paesi scandinavi, persino dai Paesi arabi. Con le tariffe flatrate, a Berlino il sesso è economico come da nessun’altra parte», rilancia, «certo, c’è Pattaya, in Thailandia. Ma qui il piacere è davvero a portata di mano. Vicino, legale, protetto».