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 2010  luglio 22 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Silvio Berlusconi
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ieri Fiat ha chiuso con un bel +6,7% e prevede un 2010 migliore del previsto. Nononostante questo, Moody’s ha fatto sapere di aver messo sotto revisione il rating dell’azienda (Ba1), in vista di un possibile declassamento.

Non ci capisco niente. Intanto: “declassamento del rating” significa che a prestar soldi alla Fiat si corrono più rischi di prima, vale a dire che l’azienda è meno affidabile?
Sì, ma per capire bisogna partire dallo “spin off”. Non so se ha mai sentito questa parola.

Mai sentita.
Significa: «divisione». Meglio: «Divisione in due». Si adopera anche nelle serie televisive, quando un personaggio di una serie dà origine a una nuova serie e si trasferisce quindi da un’altra parte. Marchionne ha annunciato ieri che la sua vecchia idea di mettere le attività automobilistiche da una parte e tutto il resto da un’altra è stato varato. Alla fine di tutta la procedura prevista (quindi all’inizio dell’anno prossimo), avremo una Fiat spa e una Fiat Industrial. Fiat spa si terrà i marchi delle auto (Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Abarth, l’85% della Ferrari, naturalmente Chrysler), i motori (il grosso di Powetrain), i componenti (Magneti Marelli), i robot (Comau) e l’attività siderurgica di Teksid. Fiat Industrial i trattori e le macchine agricole di Case New Holland (Cnh) e i veicoli commerciali di Iveco. Questa operazione è piaciuta molto alla Borsa, e non è piaciuta Moody’s.

Perché?
Nella situazione precedente Fiat era semplicemente una “holding”, vale a dire una società che “teneva” altre società, un contenitore, una scatola. I corsi azionari, in genere, puniscono queste realtà puramente finanziarie, sottovalutandole mediamente di un 20%. Significa cioè che, se invece di quotare la holding, si quotassero le singole aziende il saldo finale darebbe un valore superiore di un quinto al conglomerato di società. Questo per quanto riguarda le valutazioni di Borsa. Alla grossa, Industrial per fatturato dipendenti eccetera vale un terzo di Fiat spa: 442 milioni di utile nella gestione ordinaria (cioè il 40% del miliardo e cento della Fiat nel 2009), 17,3 miliardi di fatturato (il 34% del fatturato Fiat da 50,1 miliardi), 52 mila dipendenti su 190 mila (il 28%). le stime degli analisti prevedono per le future azioni un rapporto 7 a 3: al momento dello scorporo, se un titolo Fiat varrà 10 euro (oggi è poco sotto questo livello) l’azionista si troverà automaticamente ad avere in mano due titoli differenti, uno di Fiat spa, che varrà 7 euro, e uno di Fiat Industrial, che varrà 3 euro.

Tutto bene. Ma Moody’s?
Moody’s s’è innervosita per la ripartizione del debito. Il Lingotto è indebitato per 17,4 miliardi. Marchionne ha deciso di dividere questa esposizione non 7 e 3 – come tutto il resto – ma 5 e 5. Questo non è piaciuto a Moody’s, che ora giudica l’azienda di Torino meno affidabile. Nonostante ieri i manager abbiano mostrato una lettera con cui otto banche garantiscono un ulteriore prestito di 4 miliardi. Oltre tutto i dati della trimestrale sono piuttosto incoraggianti: c’è un risultato netto positivo, contro i 179 milioni di perdita dell’anno scorso. L’utile della gestione ordinaria nel periodo è più che raddoppiato salendo a 651 milioni dai 310 del secondo trimestre dell’anno passato, per effetto dei positivi risultati conseguiti da tutti i business del gruppo, in particolare di Fiat Group Automobiles (merito del Brasile) e Cnh. I ricavi sono cresciuti del 12,5%, a 14,8 miliardi, il margine sui ricavi è salito del 4,4%, i debiti sono scesi a 3,7 miliardi (un miliardo in meno). Marchionne ha detto che le cose stanno andando molto meglio del previsto e che gli obiettivi 2010 del gruppo restano invariati ma, sulla base dei risultati del terzo trimestre dell’anno, saranno probabilmente rivisti al rialzo.

Come si divideranno i soldi che ci sono adesso in cassa?
10 miliardi andranno a Fiat spa, 3 a Industrial. Marchionne prevede una crescita più rapida della Spa (da 32 a 64 miliardi di ricavi) rispetto all’Industrial (fatturato da 19 a 29 miliardi). Poi c’è il capitolo Chrysler, per ora tutto un trionfo. Le vendite della casa americana sono in ripresa da sei mesi, il primo trimestre ha con largo anticipo riportato l’utile operativo in bilancio, persino lo scetticissimo Wall Street Journal parla di «resurrezione Chrysler». Nel primo trimestre 2010 la casa americana ha fatto un utile di 143 milioni di dollari. A maggio le vendite in Usa sono salite del 33%, a giugno del 35%. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/7/2010]

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