La Stampa 22/7/2010, 22 luglio 2010
Ha avuto un rapporto sessuale con una ragazza israeliana fingendosi ebreo: per questo il trentenne palestinese Sabbar Kashur è stato condannato a 18 mesi di carcere per «stupro con inganno»
Ha avuto un rapporto sessuale con una ragazza israeliana fingendosi ebreo: per questo il trentenne palestinese Sabbar Kashur è stato condannato a 18 mesi di carcere per «stupro con inganno». Quando i due, nel settembre 2008, si erano incontrati, il ragazzo, un palestinese residente a Gerusalemme Est, si era presentato come studente di fede ebraica, interessato a una relazione seria. Il giorno stesso aveva avuto un rapporto sessuale consenziente con la ragazza, ma poi aveva fatto perdere le sue tracce. Lei, cercando informazioni su di lui, scoprì che non solo era sposato, ma era pure un arabo-israeliano di fede islamica. A quel punto l’ha denunciato per violenza sessuale. Nel dare lettura della sentenza, Tzvi Segal, uno dei tre giudici che si sono occupati del caso, ha ammesso che la ragazza era consenziente ma ha precisato che, pur non trattandosi di «un classico stupro con la forza», lei non avrebbe dato il suo consenso se avesse conosciuto la fede di Kashur. La sentenza ha scatenato un polverone di polemiche e non mancano gli scettici tra gli stessi israeliani.