Sarah Churchwell, il Fatto Quotidiano 22/7/2010;, 22 luglio 2010
LA LINGUA DI SARAH PALIN, TRA GAFFES E STRAFALCIONI
Certo che a sentir parlare Sarah Palin i paludati professori universitari potrebbero storcere la bocca. Ma i bizzarri neologismi e l’umorismo involontario non sono un suo monopolio.
Siamo sinceri: l’abbiamo fatto tutti. Una volta in un mio pezzo scrissi che un tizio ”aveva menato il can per l’aria”. Mia madre leggendo il giornale mi fece affettuosamente notare che forse la parola giusta era ”aia”. Certo, trattandosi di mia madre, pensò ad un errore del tipografo o del redattore. In realtà ero stata io a sbagliare. Ciò detto, una cosa va sottolineata a mio favore: non ho mai avuto la pretesa di rivaleggiare con Shakespeare. Sarah Palin, invece, è tanto ignorante quanto audace. Dopo aver detto che ”rifudiava” l’idea che i sostenitori del Tea Party fossero tutti razzisti e aver ribadito che il New Yorker avrebbe dovuto ”rifudiare” l’ipotesi di costruzione di una moschea, Sarah Palin, nel disperato tentativo di correggersi, la sparò ancora più grossa: insomma, il magazine avrebbe dovuto ”oppugnare” una tale ipotesi. Certo un seguace di Sarah Palin non può limitarsi a rifiutare , ma deve anche ripudiare... magari facendo le due cose insieme. E da qui nasce il neologismo ”rifudiare”. E poi possiamo pretendere che la Palin conosca il significato di ”oppugnare”? L’errore è diventato un caso internazionale perché Sarah Palin lo ha difeso affermando che l’inglese è una lingua viva e che sia George W. Bush che Barack Obama si sono resi responsabili di analoghi solecismi. Sia ben chiaro, la Palin non ha usato la parola solecismo. Dubito sappia cosa significa. Ma ho l’impressione che le verrebbe in mente una qualche rara perversione sessuale. E per chiudere in bellezza, quando ha deciso di candidarsi alla Casa Bianca, ha sottolineato con invidiabile modestia e senza un briciolo di umorismo, che anche Shakespeare era un inventore di parole.
”Anche Shakespeare
inventava parole”
Impossibile dimostrare se Shakespeare le parole le inventò o fu semplicemente il primo a scriverle. Con assoluta certezza si riconosce a Shakespeare di aver usato per primo (nel loro significato moderno) parole ed espressioni come ”arch-villain” (abile canaglia), ”time-honoured” (consacrato dal tempo, tradizionale), ”inauspicious” (infausto), ”sanctimonious” (bigotto) e ”trivial” (banale, irrilevante). Se ne potrebbero citare molte altre, ma ho scelto queste perché suggeriscono abilmente come reagire a questa tempesta in un bicchiere d’acqua e mi riportano alla mente i compiti che ci facevano fare a scuola per valutare le nostre abilità linguistiche e la capacità di usare correttamente parole nuove. Volete un esempio? ”Coloro per i quali Sarah Palin è una abile canaglia rispondono in maniera tradizionale al modo in cui fa strame della lingua sostenendo che è una maniera infausta per iniziare la corsa alla presidenza. Quanti sono decisi a difendere SarahPalinnonpotrannocheribadire che la tendenza dei suoi avversari ad essere bigotti su questioni irrilevanti è un fatto scontato (Otello)”.
Coloro che pensano che ”per lei tutto sia greco” (Giulio Cesare) consentono ”al desiderio di generare il pensiero” (Enrico IV). Certo che spesso Sarah Palin ci ricorda il Sanguinello di Molto rumore per nulla, il quale per difendersi dall’accusa di essere un asino risponde con una vera intemerata: ”Non sospetti la mia posizione? Non sospetti i miei anni? Oh, ci fosse qui il chierico a scrivere che sono un asino! Ma voi signori, ricordatevi che io SONO un asino, anche se non è scritto. Non dimenticate che SONO un asino”. E Sarah Palin, come Sanguinello, rivendica con orgoglio la sua somaraggine. Ci ricorda anche molto l’immortale personaggio della signora Malaprop, uscita dalla penna di Sheridan nella commedia The Rivals. Come la nobildonnadiprovincia,sidàunmucchio di arie e infilza una sciocchezza dietro l’altra. Ma su una cosa ha ragione: la natura proteiforme della lingua inglese. Sfotterla più di tanto metterebbe in mano ai suoi sostenitori altre munizioni conlequaliaccusareisuoicritici di pedanteria e snobismo intellettuale. La testarda difesa che la Palin fa della sua ignoranza è terrificante, ma è solo uno dei tanti esempi.
L’ex governatrice e
Humpty Dumpty
Fortuna vuole che non abbia chiamato nel suo collegio di difesa, oltre a Shakespeare, un altro gigante della letteratura che certamente avrebbe sostenuto con maggiore efficacia la sua vocazione al malapropismo (scusate, intendo dire la sua vocazione a creare neologismi). Il verbo ”rifudiare” ha colpito la nostra immaginazione perché è la tipica parola che Humpty Dumpty in Alice nel paese delle meraviglie definisce ”parola portmanteau”, cioè parola composta di due parole fuse assieme. Alice tenta di discutere con Humpty Dumpty sul suo lessico creativo e Lewis Carroll dà a Humpty Dumpty l’ultima parola: ”Quando uso una parola... essa significa esattamente ciò che io voglio che significhi – né più né meno” ”Il problema è – risponde Alice – se riesci a creare parole con così tanti significati”. ”Il problema è – replica Humpty Dumpty – chi è che comanda. Tutto qui!”.