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 2010  luglio 22 Giovedì calendario

PER LUCA P. DA J

Ecco perché Berlusconi
non può cacciare Fini

Siamo andati a indagare tra le righe dell’atto costitutivo del Popolo della libertà
e abbiamo scoperto perché il divorzio tra i due co-fondatori, dal punto di vista legale, è molto difficile

di Marco Palombi

Cacciare Fini dal Pdl? Semplicemente non si può,
Berlusconi s’è dovuto rassegnare. Il presidente del-
la Camera e i suoi, infatti, hanno una sorta di «as-
sicurazione sulla vita» sotto forma di atto notarile:

quello firmato il 27 febbraio 2008, all’indomani della cadu-
ta di Romano Prodi, nella casa romana di Silvio Berlusconi, e
depositato presso il notaio Paolo Becchetti di Civitavecchia.
Trattasi dell’Atto costitutivo dell’associazione «II Popolo della
libertà». Sottoscrittori: il Cavaliere e Fini (rispettivamente pre-
sidente e vice), i berlusconiani Verdini, Bondi, Grimi, Valentini
e Giacomoni, l’ex An Caruso (vicino a La Russa) e le segretarie
dei due fondatori, Marinella Brambilla e Rita Marino.

Nel documento Fini è chiaramente indicato come co-fondato-
re: è tanto vero che alcune decisioni possono essere prese solo
da lui e dal premier «all’unanimità», e sono sempre loro due -
insieme - ad avere «la rappresentanza politica dell’associazio-
ne», a dare «gli indirizzi», a decidere le candidature secondo il
criterio 70% a Forza Italia, 30% ad An. Questa norma, peral-
tro, è stata confermata per ora anche nello statuto del Pdl vo-
tato nel 2009: «Fino al secondo Congresso valgono in materia
di presenza negli Organi di partito e nelle candidature i criteri
individuati nell’atto notarile del 27 febbraio 2008».

I fedeli del Cavaliere avrebbero in teoria un solo modo per
espellere Fini: per «mancato rispetto dei doveri fra gli associa-
ti», a seguito «di decisione assunta da tutti gli altri con la mag-
gioranza dei quattro quinti». Ma ammesso e non concesso che
quella maggioranza ci sia (i 7 berlusconiani più eventualmente
l’uomo di La Russa, Caruso), si tratta di una soluzione difficil-
mente praticabile, perché i «doveri degli associati» sono in so-
stanza uno solo: dare vita al partito unico. Per paradosso, in-
somma, senza Fini non esiste nemmeno il Pdl.

L’articolo 4 dell’atto notarile dice poi chiaramente che «la
durata dell’associazione, salvo che la stessa non venga prima
della scadenza stabilita a tempo indeterminato, per unanime
decisione degli associati, è fissata al 31 luglio 2014». E solo
con «unanime volontà degli associati» può essere sciolta pri-
ma. Quattro anni ancora in cui l’ex leader di Alleanza nazio-
nale è sostanzialmente blindato nel partito.

Anche perché c’è il problema del simbolo, quello blu con la
scritta «Berlusconi presidente», che risulta «patrimonio co-
mune» dei firmatari: «In caso di scioglimento dell’associa-
zione - si legge all’articolo 6 - il simbolo non potrà essere og-
getto di uso da parte degli odierni associati, o di alcuno di es-
si, se non con raccordo scritto di tutti».