Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 22/07/2010, 22 luglio 2010
MINORANZA TEDESCA IN POLONIA GUERRA DELLA PROPAGANDA
Sono rimasto piuttosto scioccato dopo aver letto nel sito Internet «Come Don Chisciotte» l’articolo «L’olocausto dei tedeschi di Polonia» scritto da un certo Marc Roland e tradotto da Alfio Faro. Contrariamente a quanto espresso da Ian Kershaw, da Joachim Fest e da tanti altri storici l’aggressione della Polonia non sarebbe dovuta alle mene espansionistiche del Terzo Reich, bensì a ritorsione per le stragi che i tedeschi che abitavano in Polonia avrebbero subito dai polacchi. Si parla di 5.000 tedeschi uccisi.
Eluterio Pispoli eluterio.pispoli@tiscali.it
Caro Pispoli, é’probabile che l’articolo da lei letto sia basato su un libro tedesco apparso contemporaneamente a Berlino e New York nel 1940. S’intitola «Polish Acts of Atrocity against the German Minority in Poland» (Atti di atrocità polacchi contro la minoranza tedesca in Polonia) ed è stato pubblicato da due editori: la Volk und Reich Verlag di Berlino e la German Library of Information di New York. Il curatore si chiama Hans Schadewaldt e i documenti raccolti provengono da diverse fonti: ordini di rastrellamento, deportazione o internamento emanati da autorità polacche di polizia, annunci mortuari apparsi in giornali di lingua tedesca, testimonianze di sopravvissuti, fotografie scattate dall’ufficio informazioni della Wehrmacht dopo l’invasione tedesca della Polonia. Le immagini ritraggono case e chiese bruciate, cadaveri ritrovati dalle forze d’occupazione, ritratti di persone sfuggite alla violenza.
Si tratta quindi di un’opera di propaganda, non diversa da quelle che furono pubblicate nei Paesi alleati durante la Grande guerra per denunciare le pretese crudeltà tedesche in Belgio, e in Italia durante la Seconda guerra mondiale per denunciare quelle britanniche in Cirenaica. Ciascuna di queste pubblicazioni deve essere letta e pesata con una buona dose di scetticismo. Quella tedesca del 1940, in particolare, era diretta principalmente all’opinione pubblica degli Stati Uniti (dove esistevano forti comunità tedesche e polacche) ed era stata confezionata da un Paese che aveva giustificato l’inizio delle ostilità, il 1° settembre 1939, mettendo in scena una falsa provocazione polacca.
Nel leggere il testo, inoltre, conviene tenere conto di alcuni dati. All’inizio della guerra la Polonia aveva circa 28 milioni di abitanti e poco più di un milione di tedeschi, concentrati soprattutto nella Slesia superiore: una regione che fu data alla Polonia nonostante la maggioranza degli elettori, in un plebiscito del marzo 1921, si fosse espressa a favore della Germania. probabile che l’invasione abbia provocato una caccia ai tedeschi, soprattutto là dove potevano apparire come la quinta colonna della potenza occupante. Ma sulle cifre dei morti è opportuno fare qualche distinzione. Il testo propagandistico del Terzo Reich parla di 5.437 vittime accertate al 17 novembre 1939, di 12.857 accertate fra il novembre 1939 e il febbraio 1940, e di 45.000 persone disperse. del tutto infondata infine la tesi secondo cui i tedeschi sarebbero intervenuti per proteggere i loro connazionali. Nella maggior parte dei casi gli arresti, i maltrattamenti e le uccisioni avvennero (se avvennero) dopo l’inizio delle ostilità.
Sergio Romano