Frammenti, 22 luglio 2010
Tags : Stefano Colantuono
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "COLANTUONO
STEFANO"
Stefano Colantuono, allenatore del Catania, è convinto che l’organizzazione di una società si riflette sulla sua classifica in maniera precisa: "Se la sicurezza fila a dovere sono 2 punti in più, se lo staff medico funziona bene sono altri 2 punti in più; se i preparatori e i tecnici svolgono al meglio il loro lavoro sono 3 punti in più; se i massaggiatori fanno altrettanto sono altri 2 punti in più. Naturalmente la maggior parte del merito va ai giocatori". (f. c., ”La Gazzetta dello Sport” 3/4/2004)
EQUILIBRISTI. «Il nostro lavoro è così, sei sempre sul filo e devi essere un equilibrista. Ma alla fine tutti i presidenti sono uguali, ci sono quelli chi ti dicono le cose in prima persona e quelli che invece te le mandano a dire, però il risultato è sempre lo stesso». (Colantuono) (Alessandro Di Maria, la Repubblica 30/6/2007)
Di sicuro chi ha fatto il salto maggiore è stato l’emergente Colantuono che a Palermo ha spuntato un ingaggio da 900 mila euro contro i circa 500 di Bergamo. (Gazzetta dello Sport 13/09/2007, pag.14 FABRIZIO COMETTI, CARLO LAUDISA)
[Zamparini]: «Guidolin pensava di essere Dio, con Colantuono si può parlare. Gli perdono più cose di quelle che perdonavo a Guidolin» (15 novembre). «Con Colantuono il Palermo non aveva un´impronta di gioco. Sono sicuro che Guidolin saprà darla subito alla squadra» (29 novembre). (Gianni Mura, la Repubblica 2/12/2007)
Ecco Colantuono, ecco nelle sue mani il Toro della rivincita di un popolo e, soprattutto, di un presidente. [...]E per la prima volta si è visto un Cairo coraggioso: fuori i nemici dal tempio, avanti con i giovani, con giocatori sconosciuti al grande pubblico, ma pieni di voglia di farsi riconoscere per strada. Ma siccome non si nega mai nulla, ha voluto di nuovo stupire: prima ha cacciato Colantuono sostituendolo con Beretta, poi ha ripreso il romano che in cambio gli ha regalato un girone di ritorno da record raggiungendo i playoff. (Fabio Vergnano, La Stampa 14/6/2010)