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 2010  luglio 22 Giovedì calendario

Stefano Alberione, 70 anni. Di Valperga (Torino), pensionato, otto anni fa era rimasto vedovo ma aveva continuato a prendersi cura dei due figli della compagna morta: Davide Mezzo, 43 anni, artigiano edile, e suo fratello minore Paolo, 37 anni, qualche debito da quando il suo negozio di articoli da regalo era fallito, disoccupato da mesi

Stefano Alberione, 70 anni. Di Valperga (Torino), pensionato, otto anni fa era rimasto vedovo ma aveva continuato a prendersi cura dei due figli della compagna morta: Davide Mezzo, 43 anni, artigiano edile, e suo fratello minore Paolo, 37 anni, qualche debito da quando il suo negozio di articoli da regalo era fallito, disoccupato da mesi. L’altra sera i tre cenavano come d’abitudine assieme quando l’Alberioni e Davide, per l’ennesima volta, dissero a Paolo che doveva trovarsi un lavoro: «Sei un parassita, siamo stufi di dover pensare pure a te». Allora lui, che in quell’istante con un grosso coltello stava tagliando il pane, gridò «basta, ora vi ammazzo, mi avete stancato voi» e, balzato addosso al vecchio, gli infilò più volte la lama nel torace, trafiggendogli il polmone destro. Quindi la stessa lama la ficcò nello stomaco del fratello maggiore, senza però riuscire ad ammazzarlo. Subito dopo uscì di casa e andò a consegnarsi ai carabinieri: «Non li sopportavo più. Continuavano a dirmi che ero un parassita. Non so cosa mi sia successo: so solo che ad un certo punto non ci ho più visto, ho afferrato il coltello e ho colpito con tutta la rabbia che avevo». Poco dopo le 20 di martedì 20 luglio in una casa al civico 78 di via Mazzini a Valperga (Torino).