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 2010  luglio 22 Giovedì calendario

ANCHE LA MOGLIE NEGLI INTRECCI DI SOCIETA’ E SOLDI

Accertamenti bancari sui conti di dieci persone e tre società che ruotano intorno a Denis Verdini e a sua moglie Maria Simonetti Fossombroni, beneficiaria di una parte del versamento da 2 milioni e 600 mila euro. Le carte del nucleo di polizia valutaria che indaga sui passaggi di soldi tra il coordinatore del Pdl e il faccendiere Flavio Carboni rivelano la rete di soggetti finiti sotto il controllo del gruppo investigativo Antiriclaggio. E danno conto di quanto è stato rivelato dai due ispettori della Banca d’Italia che hanno passato al setaccio la contabilità del Credito Cooperativo Fiorentino del quale Verdini è presidente. Sono numerose le operazioni finanziarie finite nell’inchiesta sulla società segreta che avrebbe cercato di orientare nomine e affari. E alcune riguardano la «Ste, Società Toscana di Edizioni» e la «Nuova società editrice» che secondo l’accusa potrebbero essere state utilizzate dallo stesso Verdini per far transitare il denaro che avrebbe ricevuto dagli imprenditori per favorire il loro ingresso nell’affare dell’eolico.
La lista dei conti
 un’informativa trasmessa il 14 maggio scorso a dare conto dell’«operazione sospetta» effettuata. In quel periodo Carboni riceve «un’ingente somma di denaro proveniente da una società riconducibile al suocero del commercialista Fabio Porcellini (e alla società "Sardinia Renewable energy project" ndr) su un conto di una prestanome, la sua convivente Antonella Pau. Il trasferimento è avvenuto mediante l’emissione, in data 26 giugno 2009, di alcuni assegni circolari per un valore di 850 mila euro. Gli assegni sono stati successivamente consegnati a Carboni, nel corso di un incontro riservato svoltosi in Romagna dal suocero di Porcellini Alessandro Fornari e poi versati dalla stessa Pau presso un’agenzia Unicredit di Iglesias. Successivamente al versamento dal conto della donna sono stati prelevati 430.000 e una parte di questi, per un valore di 230.000 euro, sono risultati essere stati poi negoziati presso il Credito Cooperativo Fiorentino».
Appena venti giorni prima la stessa Pau aveva effettuato un’altra transazione finita ora nell’inchiesta. Quel giorno si era infatti presentata presso il Credito Cooperativo assieme a Pierluigi Picerno, legale rappresentante della Società Toscana Edizioni. A raccontare quanto accade dopo è il vicedirettore generale Maurizio Morandi, secondo il quale «Picerno disse che due imprenditori dovevano entrare nella compagine della società e che la signora Pau avrebbe versato 250 mila euro in assegni circolari non trasferibili. La donna affermò che il denaro proveniva da una disponibilità familiare e che lei era imprenditrice con interessi economici in Sardegna e aveva intenzione di replicare lì una iniziativa editoriale simile a quella del Giornale della Toscana. Mi consegnarono una scrittura privata e si parlò della documentazione relativa all’operazione del 2004 riferibile alla promessa di acquisto di crediti per un importo di 2milioni e 600 mila euro, che però non fu mai consegnata». Secondo la Guardia di Finanza sono proprio i soldi che sarebbero stati versati dalla Ste a Verdini e al coordinatore del Pdl in Toscana Massimo Parisi. Per questo sono stati avviati «accertamenti che possano consentire la ricostruzione dei flussi finanziari» sui conti di Antonella Pau, di sua madre Vittoria Sirigudello, dello stesso Carboni e del suo collaboratore Giuseppe Tomassetti, della ex moglie del faccendiere Maria Laura Scanu Concas, di Pierluigi Picerno, dell’imprenditore Alessandro Fornari, di Verdini e di sua moglie Maria Simonetta Fossombroni, di Parisi, oltre che delle tre società editrici utilizzate per le operazioni.
Il verbale
Sono stati proprio i due funzionari di Bankitalia a confermare, durante un lungo interrogatorio, le «criticità» e a evidenziare come «la posizione della Ste rappresenta un grande fido per la banca, in quanto l’esposizione è superiore al 10 per cento del patrimonio». E poi l’ispettore Vincenzo Catapano aggiunge: «Ci siamo soffermati su un credito esposto nel bilancio del 2008 verso terzi rilevante, per circa 2 milioni e 600 mila euro. La cui natura non era sufficientemente illustrata nel bilancio. Dalla relazione della società di revisione emergeva che questo credito era stato oggetto di cessione nel giugno 2009. E solo il 7 maggio 2010 abbiamo ricevuto copia del documento da cui si evince che deriva da un preliminare di acquisto di quote partecipative del 70 per cento della Nuova Toscana Editrice stipulato l’8 settembre 2004 tra la Ste e i signori Verdini e Parisi. Peraltro dall’esame del conto della Ste erano emersi, nel periodo giugno-dicembre 2009, diversi versamenti in contanti derivanti dal cambio di assegni circolari».
Catapano entra nel dettaglio: «Dall’esame del conto della Ste, dal 2005 in poi, sono emersi effettivamente pagamenti dalla Ste ai signori Verdini e Parisi avvenuti il 31 gennaio e il 22 febbraio 2005 per un totale di 2 milioni e 600 mila euro con causale "acquisto quote". In particolare quest’ultima transazione risulta in parte erogata su un conto corrente intestato al dottor Verdini e alla signora Fossombroni e l’intera operazione sembra essere collegata a un’operazione su un immobile: Ste ha riscattato tale immobile fino ad allora condotto in leasing e lo ha rivenduto alla Agrileasing che poi lo ha concesso nuovamente in leasing alla società Edicity che fa capo alla signora Fossombroni». Un intreccio di società e conti sui quali si cerca di fare luce.
Fiorenza Sarzanini