Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri a Lesmo (Brianza), nella nuova villa Gernetto comprata da Berlusconi per farci l’università del pensiero liberale, il presidente del Consiglio ha incontrato Putin. Televisioni, radio e giornali, stamattina, puntano il riflettore soprattutto sulla parte dei colloqui che ha riguardato l’energia – gas e nucleare – ma Berlusconi ha poi dato altre notizie che sarebbe un peccato ignorare. Per esempio, un giornalista gli ha domandato di che cosa ci sia bisogno per far funzionare un matrimonio politico e Berlusconi gli ha risposto: «Sono esperto in molti settori, urbanistica, editoria, televisione, sport, amministrazione pubblica, ma non ho felici risultati per quanto riguarda i matrimoni e mi astengo dal dare suggerimenti al riguardo. Per litigare bisogna essere in due, ma per divorziare basta essere in uno, mi è stato detto da qualcuno che conoscete...». Berlusconi ha anche fatto sapere che la crisi ha provocato una flessione importante dell’interscambio italo-russo, quasi il 30% di movimenti in meno rispetto al 2008. Si spera adesso di riportare la collaborazione ai livelli di prima e si punta, per questo, soprattutto sull’Africa, dove non è opportuno – è sempre Berlusconi che parla – lasciare tutto il campo alla Cina. Il presidente del Consiglio ha poi annunciato che Putin stanzierà 7,2 milioni di euro per restaurare, all’Aquila, Palazzo Ardinghelli e la chiesa di San Gregorio («e verrà alla prima messa»).
• Che ha detto del nucleare?
Ha confermato che l’intenzione del governo è di cominciare i lavori entro tre anni, prima cioè della scadenza naturale di questa legislatura. Però il sito dove far sorgere questa prima centrale (di terza generazione) deve ancora essere individuato. Berlusconi è consapevole – lo ha detto – che «oggi i cittadioni italiani a sentir parlare di centrali si terrorizzano. Sono in molti – ha aggiunto – a volere l’energia nucleare, ma nessuno dice sì a una nuova centrale nella propria provincia». Per questo, prima di procedere, bisogna dedicarsi a «una vasta opera di convincimento».
• Come pensa di riuscirci? Mi pare impossibile che in Italia vi sia un comune disposto a sobbarcarsi un rischio simile.
Ha detto che bisogna prendere esempio dai francesi. «Quando si realizzano nuove centrali, i francesi fanno a gara per averla a casa loro, perché i lavori per le centrali portano tanto, tanto lavoro». Ieri Berlusconi non ne ha parlato, ma incentivi per far accettare la costruzione delle centrali agli italiani sono già stati studiati: imprese locali e cittadini, nel raggio di venti chilometri dalla centrale, godrebbero di un contributo una tantum di 300 milioni, da spalmare su cinque anni, per il 60% sotto forma di sgravi fiscali e per il 40% in denaro fresco da versare ai comuni interessati. Poi un Ici da 13 milioni l’anno e uno sconto in bolletta da 40 centesimi per megawatt, che dovrebbe esser pari a risparmi per sette milioni.
• Che parte avrebbe Putin in tutto questo?
Nessuna parte, l’accordo per la costruzione delle centrali nucleari italiane è stato stipulato con i francesi. L’Italia invece collaborerà alla costruzione della centrale nucleare di Kaliningrad, entrata in funzione prevista tra il 2016 e il 2018.
• La centrale nucleare italiana, invece, quando dovrebbe entrare in funzione?
Ieri il presidente del consiglio non lo ha detto, ma in base a quanto fece sapere a suo tempo Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel, la prima centrale dovrebbe entrare in funzione nel 2020. una data molto dubbia, in realtà. La Edison ha stimato i tempi in questo modo: un anno di dibattito generale, un anno per scegliere il sito, due anni per avere tutte le autorizzazioni, due anni per preparare il sito, cinque per la costruzione della centrale. Anche questa tempistica è dubbia. La centrale nucleare che si sta costruendo in Finlandia (l’unica in Occidente di terza generazione) ha già due anni di ritardo sulla tabella di marcia standard di cinque anni. Anche il capitolo relativo ai permessi è molto dubbio. L’autorizzazione della centrale a gas di Presenzano, richiesta nel 2004, è arrivata nel 2008.
• Dove la costruirebbero alla fine questa centrale nucleare?
I francesi hanno giudicato ottimi Trino Vercellese, Montalto di Castro e Borgo Sabotino. Il migliore di tutti sarebbe Montalto, dove si starebbe pensando di installare non uno, ma ben due reattori Epr. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/4/2010]
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