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 2010  aprile 27 Martedì calendario

I RAS DEL LAVORO NERO E QUELLE VITE ALL´ASTA PER TRE EURO L´ORA - MILANO - C´è

un´Italia ancora feudale dove in cambio del lavoro, se sei fortunato, ti fanno dormire nelle baracche sudicie che crescono attorno ai campi. O dentro le serre, o nelle fabbriche abbandonate o nelle stalle come i valani, i braccianti del beneventano che negli anni ”50 venivano venduti in piazza per un quintale di grano. A volte si dorme a turno, nello stesso vecchio letto. Oppure in dieci in un monolocale della "Milano-Expo", manodopera straniera pronta da spremere in cantiere per 3 euro l´ora.
 l´Italia dei caporali, i boss del neo-schiavismo che impongono la loro legge e fanno affari d´oro. Ma se avete ancora in mente il contadino ruvido e analfabeta, dimenticatevelo. I nuovi mercanti di braccia si sono evoluti. Stanno in cima alla filiera dello sfruttamento, subappaltano ai colonnelli il mercato dei campesinos immigrati, dei manovali, delle badanti; reggono le fila di organizzazioni dedicate; trattano con la mafia o sono loro stessi la mafia. Sono la testa di un sistema che tiene assieme - illegalmente - fette di mercato agricolo e industriale. Grazie ai fantasmi, gli extracomunitari irregolari che vivono e lavorano come bestie. Il tour meridionale della frutta e della verdura, dunque. Gli agrumi di Calabria, i pomodori della Puglia, le primizie di Caserta e le olive di Alcamo. Le pesche, le fragole. Secondo la Flai Cgil gli immigrati irregolari impiegati in agricoltura al Sud sfiorano il 90%. Lavorano anche dieci ore al giorno e a volte la paga non arriva a 15 euro. Un posto letto in baracca? Basta pagare il caporale. Le percentuali calano un po´ risalendo la penisola. Il 50% al Centro e il 30% al Nord. Lavoro nerissimo. Sono 60mila, sempre secondo i sindacati, gli immigrati che vivono nelle stesse condizioni degli schiavi ribelli di Rosarno. Diecimila in più stando alle stime della Confederazione italiana agricoltori. Che ha scattato una fotografia dai risvolti drammatici. Nelle Rosarno italiane il 40% dei braccianti stranieri vive in edifici abbandonati e fatiscenti, oltre il 50% senza acqua potabile, il 30% senza elettricità, il 43,2% senza servizi igienici. Hanno tra i 16 e i 34 anni i raccoglitori di verdura a cottimo. Arrivano dall´Africa sub-sahariana e dai paesi dell´Est europeo. L´80% non ha mai visto un medico. Di qui la crescente diffusione di patologie legate ai ritmi di lavoro sfiancanti e senza sicurezza. Nei campi come nei cantieri edili. l´edilizia l´altro terreno di conquista dei caporali. Qui gli stranieri sono in media il 30-35%, in gran parte al Nord. In Veneto su 100 manovali quasi 70 parlano un´altra lingua. In Lombardia oltre 50.
Sono le regioni che trainano un Paese che vanta record poco invidiabili: 1 lavoratore su 4 opera nel sommerso; 700 mila gli immigrati irregolari impiegati nelle imprese (primo posto in Europa davanti a Grecia e Regno unito). Gli ultimi degli ultimi a Milano li trovi all´alba per strada, in piazzale Lotto o a Lambrate, che elemosinano una giornata in cantiere. Sono mercati di uomini a cielo aperto. Se sali sul furgone del caporale la vita vale pochi euro. Se ti fai male o muori ti lasciano lì come un cane. Un manovale regolare costerebbe all´azienda 21 euro all´ora. L´azienda che si rivolge a un intermediario che gli procura manodopera in nero, ne paga meno della metà. Quest´ultimo dà le briciole al lavoratore e si mette in tasca il resto. Funziona così, calcola la Fillea Cgil, per 400mila lavoratori (sono 1,6 milioni gli addetti in edilizia). Manovali invisibili. Fantasmi che popolano un girone di disperati che in vista dell´Expo 2015 potrebbe crescere di qualche decina di migliaia di unità. A Milano ci sono 120mila operai edili. Per l´esposizione universale se ne stimano 80 mila in più. Il 40% saranno stranieri, con una percentuale di nero del 30%. Dalla bassa padana alle valli bresciane il caporalato etnico è ormai strutturale. I controlli troppo fiacchi. un meccanismo perverso dove i caporali sono anche stranieri. Da sfruttati sono diventati sfruttatori. Egiziani, marocchini, rumeni. Gestiscono i loro connazionali sul lavoro e nella vita. Complici della vergogna.