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 2010  aprile 27 Martedì calendario

POCHE SETTIMANE PER CAMBIARE TUTTO" COS AD ATENE SI CORRE CONTRO IL TEMPO - ATENE

La nuova Odissea della Grecia è iniziata ieri - come tutte le avventure epiche che si rispettino - con una burrasca (sui mercati) e una grande battaglia navale. Epicentro, il Pireo.
Protagonista la flotta ateniese contro gli invasori stranieri (italiani compresi). Ma soprattutto Grecia contro Grecia. I sanguigni portuali del porto ellenico in sciopero contro il premier Giorgos Papandreou, reo di aver aperto da quest´estate le acque dell´Egeo alle navi da crociera forestiere. Una delle prime liberalizzazioni varate dal governo - «garantisce 800 milioni in più al nostro turismo», spiega il primo ministro - diventata un banco di prova cruciale per testare la tenuta del sistema sociale nazionale, messo a dura prova dai sacrifici imposti dalla crisi e dal tandem Ue-Fondo monetario.
Gli agguerriti sindacalisti comunisti del Pame, di vedetta ieri mattina all´alba con le loro bandiere bianche-rosse-blu sui moli del Pireo, non hanno dubbi: «Non cederemo. Liberalizzare serve a poco - dice Costas Gratsos mentre picchetta il traghetto Filene - Come credono di far ripartire l´economia se la gente perde il lavoro e si vede tagliare gli stipendi?». I posti in ballo nel settore marittimo sono 22mila. «I ricchi guadagnano e i poveri perdono, è la solita storia - accusa Vassilis Vinassis, comandante in seconda della Phoibos, ferma in banchina - Io ho 50 anni, se la Nova Ferries mi licenzia mi dice dove trovo un lavoro per far studiare i miei figli?».
Sarà. Ma malgrado le proteste («continueremo a scioperare», minaccia Gratsos), il governo non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. E l´impressione è che la Grecia, messa davanti al baratro del fallimento, abbia deciso di dare un po´ di tempo a Papandreou. Oggi torneranno in piazza i sindacati dei dipendenti pubblici dell´Adedy, i piloti dei jet militari si sono messi in malattia diplomatica per protestare contro i tagli in busta paga, dieci militanti del Pame hanno occupato ieri il ministero del Lavoro. Ma all´ultima manifestazione anti-austerity di giovedì scorso i presenti erano "solo" (si fa per dire) in 10mila, cifre bonsai per gli standard ellenici. E il Pasok di Papandreou gode ancora nei sondaggi di un vantaggio dell´8,2% sul centrodestra.
«Qui servono cambiamenti strutturali e la gente l´ha capito - sostiene John Panaretos, ministro al delicatissimo dicastero dell´Istruzione, uno di quelli che dovrà varare le riforme più radicali - Abbiamo un settore pubblico da rifondare, dobbiamo cambiare abitudini antiche in poche settimane. Non per compiacere tedeschi o Fmi, ma per salvare il paese». Quella del Pireo è solo la prima battaglia. Bustarelle e raccomandazioni politiche (fakelaki e rousfeti, le chiamano qui) hanno creato sacche di privilegio che costano 20 miliardi l´anno in cui il governo - come chiedono i falchi tedeschi - vuole affondare il bisturi. Nel mirino gli evasori fiscali (solo 15mila persone su 11 milioni dichiarano più di 100mila euro l´anno) e un moloch statale sovradimensionato, gonfiato negli ultimi cinque anni di esecutivo di centrodestra da 150mila assunzioni clientelari. Il simbolo di questa macchina ipertrofica è la scuola di Aghios Stratis, piccola isola nel cuore dell´Egeo: 100 abitanti, 10 alunni tra elementari e medie ma ben 45 insegnanti - 15 solo di ginnastica - di cui 11 attivi e gli altri parcheggiati in altri uffici comunali.
La lista di queste storture è lunga: c´è il buco da 5 miliardi negli ospedali dove non esiste contabilità e il prezzo degli stent coronarici, gonfiato dalle tangenti, è cinque volte quello che si paga a Berlino.
«Stare alle regole in Grecia è quasi un disonore», ammette Stravos Katsios, professore di criminologia all´Università Ionia. Il problema è che le famiglie elleniche sono abituate a questo tran- tran. E la rinuncia all´ammortizzatore sociale del posto pubblico garantito - in un paese dove la disoccupazione è schizzata al 11,3% - è una pillola amara che non sarà facile far digerire senza choc.
«In sei mesi abbiamo fatto miracoli», mettono le mani avanti gli uffici del premier: i dipendenti pubblici hanno dovuto mandar giù il taglio agli stipendi e il blocco del turnover. Ma la lotta contro evasione e sprechi «fa passi avanti»: la riforma fiscale ha alzato dal 25% al 38% l´aliquota sui redditi oltre i 40mila euro, sono state rese obbligatorie le ricevute ai benzinai e in molti esercizi. «Domani approveremo una legge che dà lavoro nel pubblico impiego solo per coprire posti vacanti - assicura Panaretos - una banalità che qui è una rivoluzione». In arrivo ci sono la riforma delle pensioni (a giorni in Parlamento) e la revisione delle ricette mediche «con un risparmio del 40% sulla spesa sanitaria», promettono al ministero delle Finanze. Come prenderanno i greci il rigore tecno-socialista ispirato da Ue e Fmi? «Se capiranno che dai sacrifici nascerà un paese migliore, ce la faremo», è sicuro il ministro. Giorgos Theodoridis, importatore di pesce dalla Turchia, ne è già convinto. Per anni ha pagato un pizzo di 2mila euro a consegna al veterinario pubblico per l´ok alla vendita di saraghi e naselli. Quando ha chiesto l´autorizzazione per commerciare ostriche gli sono stati chiesti altri 30mila euro di tangente. Dopo tante denunce a vuoto, Michael Karmichakis - ministro delle risorse agricole del nuovo governo - l´ha ascoltato, multando e licenziando il dipendente infedele. Theodoridis, fatti alla mano e ostriche sul bancone, ha la prova che il governo fa sul serio. Se lo stesso messaggio arriverà a tutti, dal Pireo ad Aghios Stratis, Papandreou avrà la possibilità mercati permettendo - di cambiare davvero la Grecia.