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 2010  aprile 27 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRIGHETTO ARNABOLDI

PAOLO"

25 aprile Al corteo milanese che doveva ricordare il giorno della Liberazione, il candidato sindaco Letizia Moratti ha portato il padre, Paolo Brichetto Arnaboldi, 85 anni, medaglia d’argento e medaglia di bronzo al valor militare, che venne deportato a Dachau. Padre e figlia hanno sfilato insieme, la figlia spingendo la carrozzella del padre. Questa immagine, che avrebbe dovuto essere commovente ed era comunque gentile, non ha trattenuto la folla dal gridare insulti alla Moratti in quanto ministro della Pubblica Istruzione e colpevole, secondo i suoi oppositori, di tutti i mali della scuola italiana. Le sono state tirate addosso delle monetine e, stando alla cronaca del Corriere della Sera, è mancato poco che si venisse alle mani, dato che un folto gruppo di contestatori ha sostenuto che il padre era venuto al corteo per far prendere alla figlia "due voti in più". Intanto una cinquantina di autonomi del Coordinamento di lotta per la Palestina aveva calpestato e poi bruciato una bandiera israeliana, fatto che ha provocato la protesta ufficiale dello Stato di Israele. Il deputato di Rifondazione Francesco Caruso, che non era a Milano, ha tuttavia trovato il modo di elogiare i contestatori della Moratti ("i fischi sono democratici").
Fonte: Anno III, Centosedicesima settimana Dal 24 al 29 aprile 2006

La Moratti aveva voluto unirsi al corteo del 25 aprile con il padre. Era Paolo Brichetto Arnaboldi: un signore ormai anziano e in carrozzella, che aveva fatto il partigiano sul serio nella ”Franchi” di Edgardo Sogno. E dopo l’arresto da parte dei tedeschi era stato deportato nel lager di Dachau, riuscendo a sopravvivere.
Contro la Moratti e il padre si scatenò un’ostilità selvaggia e malvagia. Urla, insulti, spintoni. Entrambi vennero espulsi dal corteo per mano di gente che non sapeva nulla della Resistenza vera. La stessa sorte toccò ad altri esponenti di Forza Italia, malmenati e presi a calci. Sotto l’aspetto morale e politico, il finale fu ancora più nefando. L’antifascismo trinariciuto bruciò in piazza Duomo le bandiere di Israele e della Brigata Ebraica.
Fonte: Giampaolo Pansa, il Riformista 21/4/2009