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 2010  aprile 27 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRIGHENTI

SERGIO"

NYERS István Etienne. Chi ce lo descrive così è Sergio Brighenti, riserva di Nyers in quell’Inter scudettata. ”I ricordi sono nitidi, erano i miei vent’anni, capirete, ho tutto scolpito qui dentro” dice Brighenti a lungo responsabile della Under 21 e poi apprezzato braccio destro di Azeglio Vicini nel periodo del nostro Mondiale. Ma una volta centravanti rapido, temibile, implacabile. ”In quell’Inter fungevo da tappabuchi della linea di attacco: c’erano Nyers all’ala sinistra, Lorenzi centravanti e Armano a destra. Io andavo bene per tutti e tre, quando si infortunavano. Raramente, peraltro. Beh, Nyers era davvero molto forte, non lo dico perché non c’è più, basta consultare le cronache del tempo” . ”Aveva uno scatto in progressione davvero micidiale, lo rendeva inarrestabile. Calciava con entrambi i piedi, fiuto del gol, coraggio da leone. Insomma, un grandissimo. Lui e Skoglund erano i pupilli del presidente Masseroni, che li retribuiva con infinita generosità.
Beh, il nostro apolide, però, spendeva tutto. Era un esibizionista, nel senso che gli piaceva fare colpo sulla gente. La sua fama di calciatore non gli bastava, fuori del campo doveva stupire con uno stile di vita particolare [...] agli allenamenti si presentava a bordo di auto americane. Le cambiava spesso, al pari delle fidanzate. Erano gli anni della ricostruzione, non è che ci fossero tanti ricchi in giro e la sua fama di tipo brillante si sparse in fretta nell’universo femminile. Ricordo che quando conosceva una tipa che non gli piaceva per liberarsene spediva me a dirle che lui si scusava ma non parlava bene l’italiano, non capiva...”. ”Naturalmente gli anziani del gruppo se ne approfittavano. Bastava chiamarlo ’Grande Etienne’ oppure ’Enfant terrible’ che lui si galvanizzava e al tavolo del poker si faceva pelare a causa dei suoi continui azzardi: doveva stupire, l’ho detto. Io gli dicevo che si faceva mettere in mezzo, che i vari Giacomazzi, Blason, Neri, Nesti, Fattori erano dei volponi alle prese con un agnellino... Ma lui niente, giocava e pagava, pagava e giocava. Anche a biliardo, anche fuori del nostro giro”. Difatti è morto in povertà [...]» (Tomas Misur, Nicola Cecere, ”La Gazzetta dello Sport” 10/3/2005).
Fonte: SCH. 88155 (NYERS István Etienne)

Nel Padova, agli ordini di Nereo Rocco, ha formato una formidabile coppia d’attacco assieme a Sergio Brighenti. I due sono passati alla storia per le reti messe a segno nell’amichevole del 6 maggio del 1959 giocata dall’Italia contro i l’Inghilterra al mitico stadio di Wembley, terminata 2-2. Mariani e Brighenti violarono una volta ciascuno la porta inglese» (’La Gazzetta dello Sport” 21/2/2007).
Fonte: SCH. 132157 (MARIANI Amos)

Della stirpe dei Baldi, Vivaldo era senza dubbio il più carismatico, l’unico capace di tenere botta a Brighenti anche sul piano della personalità. Ai loro tempi, dagli Anni 50 fino a metà dei 70, c’erano altri colossi come William Casoli e Walter Baroncini ecc., ma solo Vivaldo e Brighenti erano stati capaci di accendere il fuoco della passione nel cuore della gente. Il trotto allora era un grande sport, e loro hanno creato due fazioni ben distinte tra gli appassionati del sulky. O stavi col pilota (Brighenti) oppure con ”Diecione” con la sua voce burbera e spesso incomprensibile a causa di un incidente in pista (la stanga di un sulky lo aveva colpito) che gli aveva creato una perenne deformazione al viso che rendeva il suo accento toscano meno chiaro ma inconfondibile e sinergico col personaggio. In corsa gli è sempre ribollito il sangue nelle vene e questa sua irruenza veniva trasmessa ai suoi campioni. Il più famoso? Senza dubbio Crevalcore, il moro grande rivale del biondo Tornese, naturalmente con Sergio Brighenti. L’ultimo è invece The Last Hurrah, in sulky al quale Vivaldo rinnovò la grande rivalità, fino alla fine degli Anni 70, con Brighenti aggrappato a Delfo. Sfide da ricordare, anche a suon di ruotate perché pur di vincere, soprattutto Vivaldo, non si esitava a uscire dalle regole. [...]» (Michele Ferrante, ”La Gazzetta dello Sport” 16/3/2008).
Fonte: SCH. 153331 (BALDI Vivaldo)

BELLEI Enrico. Vincitore nel 1977 a New York dell’International Trot, una sorta di campionato del mondo, con la guida dell’indimenticato ”pilota” Sergio Brighenti.
Fonte: SCH. 196757 (BELLEI Enrico)