Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri mattina alle sette il camionista Omar Bianchera, di 44 anni, è andato a sparare contro le finestre della ex moglie, in via Risorgimento a Volta Mantovana. La moglie è scesa giù, è saltata sulla Focus, è corsa verso la caserma dei carabinieri, ma intanto Omar continuava a sparare, l’ha mandata a sbattere contro un muro, s’è fermato, è sceso dalla macchina, ha scansato uno scooterista che si stava mettendo in mezzo e ha scaricato nel corpo della donna due colpi. Uccisa all’istante. La vittima si chiamava Daniela Gardoni e aveva 40 anni.
• E gli altri delitti?
Risalito in macchina, Bianchera ha raggiunto Monzambano, è entrato nel bar del paese e ha tirato cinque pistolettate contro Maria Bianchera, di 71 anni, una sua lontana parente con cui aveva questionato per il confine che divideva le loro due case. Uccisa anche lei. Ha poi guidato fino a Picar, a un chilometro di distanza, e qui ha sorpreso la sua terza vittima designata, Walter Platter, di 35 anni, che stava portando la famigliola in vacanza, cioè moglie e due figli piccoli. I quattro erano già in auto nel cortile, pronti a godersi la bella giornata di ferie. Bianchera ha fatto scendere la mamma e i bambini e poi ha freddato Platter, che di professione fa il viticultore. Invano la moglie, Virginia Deidonè, ha cercato di difendere col proprio corpo il corpo del marito. All’origine dell’odio per Platter vi sarebbero certi locali adibiti a birreria che Bianchera aveva affittato ai Platter. I Platter sarebbero stati in ritardo con il canone. Secondo i primi testimoni, il vero contrasto era col vecchio Platter, di nome Luigi. Il camionista Bianchera, in qualche modo, si sarebbe accontentato di far fuori il figlio.
• Lo hanno preso?
Sì. Dopo il terzo delitto, è scappato verso i boschi che stanno tra Mantova e Brescia. Carabinieri e polizia hanno organizzato una gigantesca caccia all’uomo, con cani ed elicotteri. L’uomo era armato, a quanto si sapeva, di pistola e fucile e, visto il decorso della mattinata, non si poteva escludere che avesse altri conti da regolare. Invece è stato nascosto per tutto il pomeriggio in macchina, vicino a un canale. Poi ha cercato scampo ad Anfo, un minuscolo centro sul lago d’Idro, in provincia di Brescia, dove c’è una spettacolare rocca del XV secolo e una magnifica vista. Ma prima ha telefonato alla madre per dirle di aver combinato un macello. I carabinieri lo hanno trovato che tentava di confondersi in mezzo ai turisti. Portato in caserma a Salò, l’interrogatorio è in corso mentre stiamo scrivendo .
•Che cosa si è capito, in base alle prime testimonianze, di quest’uomo?
Che tutti sapevano dei dissidi con la moglie e della mania di Bianchera di collezionare armi. Bianchera aveva pubblicamente minacciato Daniela parecchie volte.
• Quindi, in qualche modo, questo scoppio di furore si poteva prevedere?
Anna Baldry, la psicologa sociale che ha studiato il problema della recidiva (in un suo studio su 400 casi giudiziari ha appurato che 69 volte su 100 l’uxoricida era recidivo), ci ha detto che i segni premonitori sono molto probabili e il problema è semmai capire con quali strutture dedicate si sarebbe potuto impedire a quell’uomo di fare quello che ha fatto. Stefano Ferracuti, psichiatra forense, ci ha spiegato che la legge sullo stalking è, in questi casi, un formidabile strumento in mano ai pubblici ministeri. Daniela ha presentato in passato qualche denuncia relativa al suo ex marito? Se sì, sarebbe gravissimo il mancato intervento preventivo del pm. Una remora alla denuncia da parte di chi, pur non essendo della famiglia, temeva un esito fatale può esserci stata per il timore della legge sulla privacy.
• È vero che i delitti in famiglia sono più frequenti dei delitti di malavita?
Il rapporto Eures del 2002 mostra che i delitti in famiglia sono il 36% del totale, cioè il triplo di tutti quelli commessi dalla criminalità organizzata (che non arrivano al 13%). Benché vecchio, è un dato ancora buono: ieri l’Associazione degli avvocati matrimonialisti ha reso noti i risultati di un suo studio in base al quale l’Italia è la prima in Europa per gli omicidi in famiglia. Movente principale: l’assegnazione della casa (che infatti la scorsa settimana il giudice aveva tolto a Bianchera e assegnato a Daniela). Secondo il criminologo Vincenzo Mastronardi si consuma un omicidio in famiglia ogni due giorni, due ore, venti minuti e 41 secondi. Mentre le agenzie battevano queste statistiche, è arrivata la notizia di un altro delitto a Udine: un uomo che ha strangolato la moglie e subito dopo ha telefonato ai carabinieri per costituirsi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/4/2010]
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