Frammenti, 26 aprile 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRAUN
EVA"
«Hitler sedeva col capo reclinato, sulla tempia destra era visibile il foro d´ingresso della pallottola, largo più o meno come una moneta da dieci centesimi. Eva Braun giaceva sul divano...». Così le voci dei due supertestimoni di allora narrarono quel pomeriggio fatidico del 30 maggio 1945 [recte: 30 aprile] nel Bunker della Cancelleria del Reich, a Berlino dove divampavano gli ultimi combattimenti tra la Wehrmacht e l´Armata rossa. Voci segrete fino a ieri.... Due versioni quasi identiche, poche differenze nei ricordi, ma unanimi nella conferma assoluta che il Führer si tolse la vita insieme a Eva Braun, l´amante appena sposata nel Bunker. Eva Braun «giaceva sul divano, non erano visibili segni di ferita d´arma da fuoco». Probabilmente si dette la morte col veleno (Andrea Tarquini per "la Repubblica", rilanciato da dagospia, 12.1.10)
- Quando invase l’Austria, nel 1938, pur pressato da mille impegni, si fece portare a Lambach (riservatamente, con Eva Braun, una foto lo mostra con un impermeabile bianco, da borghese) per rivedere l’abbazia e sostò nella sagrestia, davanti al vistoso cenotafio dove tante volte aveva lavorato e cantato (Vittori Messori, Corriere della sera 9/7/2009)
- Tra i clienti di Salvatore Ferragamo: Eva Braun che seguì Hitler a Firenze per andare nel suo negozio (Gian Luigi Paracchini, Corriere della Sera 23/9/2008, pagina 56)
- «Mi usa soltanto per scopi igienici» (Eva Braun a proposito di Adolf Hitler) (Roberto Gervaso, Il Messaggero 4/7/2007, pagina 17)
- stato usato un software per leggere il labiale di Adolf Hitler nei filmini domestici senza sonoro girati da Eva Braun. Risultato: parla di cinema e di Topolino, manda qualche frase romantica alla Braun, critica Goering dicendo: «L’ho guardato durante la cena, mentre mangiava, e ho capito che è vero quel che dicono, che i maiali mangiano la carne dei loro simili». I filmati, doppiati da attori, saranno trasmessi dall’emittente inglese Channel Five (Corriere della Sera 23/11/2006, pagina 27).
- Berchtesgaden, sulle Alpi Bavaresi. Sul picco che domina la valle, a 2.500 metri di quota, c’è il Nido dell’Aquila, il rifugio di Hiltler e della sua bella Eva Braun. Per raggiungerlo occorre arrampicarsi su per le rocce (Michele Farina Sette, 20/06/2002). [attenzione: il Nido dell’Aquila è cosa diversa dal Berghof, gda].
- Sulle Alpi vicino a Salisburgo, dominate dalla Kehlsteinhaus, il Nido dell’aquila, avevano la villa anche Hermann Goering e Martin Bormann, il successore designato e il potente segretario del Führer, dormiva Eva Braun, l’amante, e soggiornavano gli altri fedelissimi del dittatore... Salvatore Paolini, cameriere italiano di Hitler, risponde alle domande. Eva Braun partecipava ai pranzi? «Sì, come le mogli degli altri gerarchi. Ma Hitler non la faceva accomodare al suo fianco. Del resto, nel Berghof dormivano in camere separate. Fu lassù che lei lo tradì con Hermann Fegelein, ufficiale di collegamento di Himmler presso Hitler. Per starle vicino Fegelein non aveva esitato a sposare Gretl Braun, la sorella minore di Eva. [...] Scoperta la tresca, il generale delle Ss venne degradato e fucilato nei giardini della cancelleria a Berlino». Ed Eva Braun com’era? «Brava, bella e gentile». (Stefano Lorenzetto Il Giornale, 08/06/2003)
- A quel punto la decisione di farla finita era presa, ma un ultimo passo sancì la separazione di Hitler dal ruolo che recitava da più d’un decennio: il matrimonio con Eva Braun. Aveva sempre sostenuto che, in qualità di Führer, non poteva essere sposato: l’aura mitologica da lui attribuita al concetto non tollerava tratti umani. La sera del 28 aprile un assessore, tale Walter Wagner, fu fatto venire per celebrare il matrimonio. Testimoni: Goebbels e Bormann. Entrambi gli sposi chiesero un matrimonio di guerra, dichiararono di essere di pura ascendenza ariana ed esenti da malattie ereditarie. Al momento delle firme, la sposa era così eccitata e commossa che cominciò a scrivere il suo nome da ragazza, ma cancellò con un tratto di penna la ”B” appena vergata: ”Eva Hitler nata Braun”. A questo punto Hitler dettò le sue ultime volontà. sottoscritti alle 4 del mattino del 29 aprile (MACCHINA DEL TEMPO maggio 2005)
- Intervista a Erna Flegel, crocerossina trovata nel bunker di Hitler dai sovietici quando entrano nel suo bunker a Berlino: Cosa pensava di Eva Braun? Quando gli americani l’interrogarono dopo la guerra, lei la liquidò come un « personaggio senza colore » . Lei affermò poi che quando Hitler accettò di sposarla le fu chiaro che questa era la fine del Terzo Reich. « Oh Dio. Non aveva alcuna importanza. Nessuno si aspettava granché da lei. Non era veramente la moglie di Hitler » . Non si diceva che aspettasse un bambino, e che non fosse di Hitler? « Di questo non sentii niente, non credo. E’ vero che nella Cancelleria accanto alla stanza dove dormiva il Führer c’era una sistemazione anche per Eva Braun. Ma lei non era veramente nulla. Solo una ragazza appresso ». (Luke Harding, Corriere della Sera, 03/05/2005)
- Uno dei tanti misteri del nazismo e della figura del suo capo in particolare, è l’alto numero di donne che si sono uccise o che hanno tentato di farlo dopo avere conosciuto Hitler. In molti di questi casi le notizie sono ancora oggi incerte e contraddittorie. Geli Raubal e Eva Braun sono i due nomi più importanti di una lunga lista che comprende, tra le altre: Maria Reiter, figlia di un membro della Spd, il partito socialdemocratico, che tentò di impiccarsi a una trave; Martha Dodd, figlia dell’ambasciatore statunitense a Berlino, che si tagliò una vena del polso sinistro dopo essere stata respinta; Suzi Liptauer che si impiccò dopo un appuntamento notturno; Renate Müller, attrice molto nota, che si gettò da una finestra dopo un incontro; Unity Mitford, aristocratica inglese con simpatie naziste per la quale sedere vicino a Hitler era come sedere vicino al sole, che si sparò il giorno della dichiarazione di guerra della Germania all’Inghilterra dopo avere tentato di fare cambiare idea all’amato (L’Indipendente, 06/02/2005)
- Unica donna che riuscì a instaurare un rapporto stabile col Führer: Eva Braun. Si conobbero nel 1929 in uno studio fotografico dove lei faceva la modella, il loro matrimonio, celebrato il 29 aprile del 1945 [recte: 30 aprile], durò 24 ore: si suicidarono nel bunker di Berlino il giorno dopo. Sempre separati in pubblico, sempre insieme in privato (tranne che la notte), dormivano in camere separate con spogliatoio comune. Eva, stanca perché tenuta in disparte, tentò il suicidio due volte, nel ’32 e nel ’35, poi iniziò a bere (Fabio Andriola, Il Borghese, 17/09/1998).
- Eva Braun conobbe Hitler nel ’29: lui, 40 anni, era ancora poco noto, lei, 17, faceva la commessa a Monaco, nel negozio del fotografo Hoffmann. «Stavo sopra una scaletta, intenta a sistemare dei raccoglitori, quando il principale entrò nello studio accompagnato da un signore di una certa età, con dei buffi baffetti. Il tizio mi guardò con insistenza le gambe mettendomi in imbarazzo perché proprio quel giorno avevo accorciato la gonna e non ero sicura di aver rifatto bene l’orlo». Non fu un colpo di fulmine. Hitler la corteggiava saltuariamente e senza slanci: qualche invito a teatro, qualche scatola di dolci. Dopo tre anni, nel ’32, lei andò a vivere nel Berghof, la casa sulle Alpi bavaresi che Hitler aveva trasformato per lei in mini reggia con marmi di Carrara e graniti di Boemia (Arrigo Petacco, Il Giorno, 10/08/2000)
- a lei (Leni Riefenstahl) Hitler rivelò la tragedia d’amore della nipote Geli, suicida quando trovò nella tasca della sua giacca la prova della relazione con Eva Braun (Hilmar Hoffmann, ”la Repubblica” 8/1/2002)
- A lui piaceva, una donna volitiva, Eva Braun invece era quieta e riposante. Gli uomini volitivi li avrebbe ammazzati, ma le donne erano eccitanti. Dopo Eva, Leni è forse la donna che gli è stata più vicina (Mario Giampaoli - Macchina del tempo anno 3 n.5 maggio 2002)