Gianni Trovati, Il Sole-24 Ore 26/4/2010;, 26 aprile 2010
L’ANNO D’ORO DEI BREVETTI
La gelata dell’economia non ha sfiorato il mondo delle invenzioni. In un anno avarissimo di segni «più», brevetti e marchi possono vantare un consuntivo a livelli record, che vede il 2009 doppiare il numero di novità certificate rispetto ai 12 mesi precedenti, e gettare una buona base anche per il futuro grazie all’aumento delle domande che interessa quasi tutti i settori. Il tutto mentre l’agenda è ricca anche di novità normative, con il codice della proprietà industriale appena varato dal consiglio dei ministri che armonizza le regole di casa nostra alla disciplina europea e assegna agli atenei la titolarità delle scoperte dei loro ricercatori (si veda Il Sole 24 Ore del 17 aprile).
I numeri arrivano dal censimento che l’ufficio italiano marchi e brevetti, unificato all’anticontraffazione nella nuova direzione generale al ministero dello sviluppo economico, presenterà oggi nell’ambito degli eventi italiani legati alla «giornata mondiale della proprietà industriale ». Nel 2009 il timbro dell’ufficio ha promosso 22.099 invenzioni, cioè più 60 al giorno (domeniche e Natale compresi), con un ritmo quasi tre volte superiore ai 7.318 via libera riconosciuti l’anno prima. La crescita con juicio che aveva caratterizzato il triennio 2006/2008, a un ritmo medio del 10% ogni 12 mesi, sembra essersi trasformata in un’impennata travolgente, frutto anche del restyling organizzativo che ha permesso di intensificare l’esame delle domande. Il grosso delle invenzioni certificate l’anno scorso è rappresentato dai «brevetti per invenzioni» (sono stati 18.219), mentre i «modelli di utilità» (2.361; si tratta dei ritrovati che aumentano l’efficacia o la comodità di utilizzo di strumenti già esistenti) e i disegni (1.519) si prendono le briciole. I trasporti e le «necessità umane», cioè gli oggetti e gli attrezzi che aiutano l’azione manuale in tutti i settori produttivi, si confermano i protagonisti sia nei brevetti per invenzioni sia in quelli legati ai modelli di utilità, mentre nei disegni si fanno sentire i temi forti del made in Italy: arredamento e «oggetti d’ornamento», il nome dal suono burocratico che indica gli accessori di design, svettano aggiudicandosi ciascuno il 18% dei brevetti concessi, seguiti a distanza (11,3%) dalle novità in fatto di arredamento.
Il 2009, poi, non dovrebbe sgonfiarsi in un exploit senza seguito, perché mentre si moltiplicavano i brevetti concessi non si fermava l’afflusso di nuove domande. Anzi, l’anno scorso hanno bussato alle porte del ministero 66.460 richieste di deposito di marchi e brevetti, con un incremento del 2,2% rispetto all’anno prima. L’accelerazione è stata più intensa per i modelli di utilità (+5,3%) e per le invenzioni (+2,4%) mentre i marchi, che rappresentano otto domande su dieci, sono cresciuti del 2,1 per cento. Si tratta di dinamiche meno eclatanti rispetto a quelle delle concessioni, ma guardando alla serie storica delle invenzioni non si incontrano aumenti di questa portata negli ultimi 12 anni. Storia a sé quella del 2006, quando la cancellazione delle tasse di deposito (reintrodotte nella primavera del 2007) produsse un picco del 16,8% subito riassorbito dai cali nel biennio successivo.
Insieme all’impegno degli aspiranti inventori, cresce anche l’azione anticontraffazione, che l’anno scorso ha portato la guardia di finanza a sequestrare 112 milioni di prodotti (+19% rispetto al 2008), mentre un risultato ancora più rotondo (178 milioni di pezzi sequestrati, + 125% in un anno) è stato ottenuto dalle Dogane nei paesi Ue. Regine dei sequestri sono naturalmente le finte griffe, che sono state stoppate 48 milioni di volte l’anno scorso.