Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La questione della Grecia sta in questi termini: il paese deve pagare il 19 maggio debiti per 8,5 miliardi di euro e non ha i soldi. Se cerca di prenderli in prestito sul mercato o non li trova o li trova a tassi proibitivi. La Ue ha messo a disposizione 30 miliardi, al tasso – che si dice di mercato – del 5%, ma specificando che li farà arrivare alla Grecia solo dopo che la Grecia li avrà chiesti. La Grecia li ha chiesti giovedì scorso, quando Moody’s ha peggiorato il giudizio sul suo debito, cioè ha annunciato al mondo, attraverso un voto, che la Grecia ha meno probabilità di prima di restituire i soldi. Il voto di Moody’s ha messo in allarme i mercati, che hanno venduto di corsa titoli greci ed euro, una mossa che ha provocato il rialzo dei tassi sul debito di quel paese. Adesso, se la Grecia vuole soldi, deve pagare un interesse assai alto.
• Perché allora la Ue è pronta a prestar soldi solo al 5%?
Quello era il tasso stabilito al momento in cui l’Unione si rassegnò ad aprire i cordoni della borsa. Non è detto che al momento in cui i denari saranno materialmente versati nelle casse greche, il tasso sarà ancora quello. Anche il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha dichiarato la propria disponibilità ad aiutare i greci con 15 miliardi, ma il tasso non è stato ancora fissato. E soprattutto il Fmi non ha ancora specificato del tutto che cosa deve fare la Grecia per ottenere i soldi. Il Fmi, quando presta i soldi a un paese, si impossessa in qualche modo anche della sua economia, pretendendo tutta una serie di tagli e di risparmi. La notizia che il governo greco s’era rassegnato a chiedere i soldi ha infatti innescato una serie di manifestazioni ad Atene. I greci, che non vivono male (e questa è una cosa che ai tedeschi non va giù), non sono neanche disposti a troppi sacrifici e sanno che sia il Fmi che la Ue li pretenderanno. Una dieta pesante di tagli, alle pensioni o agli stipendi, potrebbe aprire una crisi sociale dagli esiti imprevedibili. Magari si risolve il problema con il foglio excell del dare e dell’avere, al prezzo però di ritrovarsi con la rivoluzione ad Atene e i morti per le strade.
• Che succederà se il 19 maggio la Grecia non avrà il denaro?
Dovrebbe averlo, in realtà, perché la Ue sembrerebbe disposta a un prestito veloce, un anticipo su quello che dovrà avere paese in base a quanto già deliberato. Il timore maggiore riguarda i mercati domani, alla riapertura delle Borse. Massicce vendite di bond greci e di euro – quella che si chiama “la speculazione” – potrebbero innescare un processo di default drammatica. Per esempio, l’abbandono dell’euro da parte dei greci e il ritorno della dracma. Una caduta del tenore di vita di quel Paese piuttosto consistente. Con le dracme comprerebbero all’estero poca roba, ma avrebbero la valuta giusta per regolare i traffici interni. Rilancio del turismo grazie ai prezzi bassi, ripresa delle esportazioni attraverso massicce svalutazioni (che adesso non sono possibili) potrebbero far da premessa alla ripresa.
• Se è così perché non si fa?
E le scadenze del 19 maggio? Quelle restano. Se il 19 maggio la Grecia non paga, i mercati potrebbero sfiduciare il debito dei Paesi che assomigliano alla Grecia. Per esempio il Portogallo. Per esempio la Spagna. Per esempio l’Italia. Se questi Paesi non riuscissero più a finanziarsi per far fronte alle loro scadenze, forse salterebbe l’operazione euro, e tedeschi, francesi, italiani dovrebbero tornare a usare marchi, franchi e lire. Non è un caso che l’altro giorno Tremonti abbia esortato la Germania a non resistere. «Diamo alla Grecia l’estintore per spegnere il suo incendio, prima che le fiamme si propaghino alle case vicine».
• Perché la Germania resiste?
I paesi Ue si faranno carico del prestito greco pro quota, cioè: Germania 8,3 miliardi, Francia 6,3, ecc. I tedeschi sottrarranno i loro otto miliardi a un piano di sgravi fiscali che la Merkel aveva promesso prima delle elezioni. Cioè, pagheranno i contribuenti. Il 9 maggio va alle elezioni la regione più importante di quel paese, cioè il Nordreno-Vestfalia. I sondaggi non sono buoni per Angela e fino al giorno del voto la Cancelliera farà perciò la dura, perché la Grecia fa perdere voti. La Merkel ha parlato nei giorni scorsi con Papandreou e gli ha detto: «I prestiti dovranno essere regolati a condizioni molto rigorose e saranno concessi solo se ci sarà un rischio per la stabilità dell’euro».
• Qual è la quota di cui si dovrà far carico l’Italia in questa operazione?
Cinque miliardi e mezzo, cioè 92 euro a testa. Faremo prima degli altri a mettere a disposizione i nostri soldi, grazie al nostro sistema dei decreti-legge. Molti altri Paesi dovranno perder tempo ad approvare delle vere e proprie leggi. Nel frattempo, la Grecia deve tentare di non fallire. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/4/2010]
(leggi)