FABIO POZZO, La Stampa 25/4/2010, pagina 30, 25 aprile 2010
GLI OGM SONO GIA’ NEI NOSTRI PIATTI
Lei è un ricercatore universitario e un appassionato di cucina. Nel suo libro «Pane e bugie» (Chiarelettere) punta l’indice sulle leggende, bufale, messaggi facili e emotivi divulgati dai media in materia di alimentazione. Che dice sulla polemica Ogm?
«C’è un pregiudizio di fondo, molto diffuso, che vuole tutto ciò che mangiamo è naturale, e dunque buono. E quindi gli Ogm no, perché sono innaturali. In realtà, non è così: tutto quello di cui ci cibiamo è frutto di mutazioni genetiche casuali avvenute nel corso dei secoli in natura. Dalle radiazioni cosmiche agli agenti chimici. Nel secolo scorso, l’uomo ha cominciato al ricorrere alle mutazioni genetiche casuali in laboratorio. Negli Anni 50 sono state usate tecniche di irraggiamento di geni con raggi X, gamma, che hanno avuto successo. Sul mercato ci sono almeno 2.000 prodotti di questo tipo. Ricordo, uno per tutti, il grano creso che ha avuto un grande boom in Italia».
Però non sono Ogm.
«Non lo sono dal punto di vista legale, perché utilizzano tecniche diverse. Ma dal punto biologico sì. E allora, perché non estendiamo anche a questi ultimi i dubbi che formuliamo sugli Ogm?»
La discussione è in corso.
«Sì, ma sugli Ogm si fa una questione molto ideologica. Si guardano come gruppo, mentre in realtà, l’approccio più corretto dovrebbe essere quello di andare a vedere ciascun prodotto Gm come singolo, a se stante. Non tutti i funghi sono uguali, non tutti fanno male. Che è poi l’approccio scientifico dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Solo che quando boccia i claim infedeli dell’industria alimentare, sulle proprietà mirabolanti di alcuni prodotti, è applaudita, mentre quando dà il via libera a un Ogm viene accusata di essersi venduta alle multinazionali...».
Tutta colpa dei giornali?
«No. Credo che più in generale non si vada a fondo nelle questioni, non si ricorra alla fonte scientifica».
Pane e bugie, insomma.
«Ricorda la polemica sul pesto? Dissero che il basilico è cancerogeno, sulla base di test sui ratti. Ma è vero per i ratti, come lo possono essere i finocchi, il caffè, la noce moscata. Per l’uomo invece le foglie diventano pericolose solo se ne ingerisce quantità pazzesche. Allora ci si divise in due fazioni: sì il pesto è cancerogeno, non non lo è. Io credo in una terza via, più scientifica».