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 2010  aprile 25 Domenica calendario

FISIOGNOMICA FAI DA TE UN’ANTICA TENTAZIONE

Riconoscere un uomo dalla faccia è un’antica tentazione. Stabilire se sia bravo, cattivo, intelligente, servile o ribelle dalla fronte alta, dalla posizione di un bitorzolo o dal naso aquilino è quesito che si affronta già qualche secolo prima di Cristo, ad Atene, e lo testimonia Aristotele. Nel Cinquecento la fisiognomica è una disciplina evoluta e trionfa con l’opera del napoletano Giovanni Battista della Porta; poco prima della Rivoluzione Francese fa furore con le deduzioni del pastore protestante svizzero Johann Kaspar Lavater. Certo, con l’aggiornamento che viene dall’Arizona, e che rischia di fare scuola, si può decidere chi è un immigrato guardandogli in faccia. Cesare Lombroso, che dal 1876 comincia a pubblicare le sue ricerche nelle varie edizioni de L’uomo delinquente, era convinto che tale doveva considerarsi un degenerato ipoevoluto, la cui storia familiare avrebbe rivelato le tare che lo rendevano anomalo fissandosi nelle sue sembianze. Per dirla in soldoni: l’impulso criminoso è simile alla scarica epilettica e l’aspetto di un uomo rivela le stigmate della degenerazione o quelle in lui lasciate dal genio. Ma – c’è sempre un ma in tutte le storie scientifiche o che tali sembrano – Lombroso cercò di individuare criminali, santi, eroi, anarchici, prostitute e altre categorie, lasciando in un canto gli immigrati. Forse era convinto che tutta l’umanità in qualche modo lo è, forse per la difficoltà di stabilire segni sicuri e universali. Non scrisse quel capitolo e oggi, chi fosse d’accordo con il governatore dell’Arizona per riconoscerne un esemplare, dovrebbe regolarsi con una fisiognomica «fai da te». Magari basata sulla battuta di Groucho Marx: «Non dimentico mai una faccia, ma nel vostro caso farò un’eccezione».
Armando Torno