Luigi Sampietro, Il Sole-24 Ore 25/4/2010;, 25 aprile 2010
UNA STOFFA DA CAMPIONE
Credo sia capitato a chiunque di cercare gli occhiali che ha sul naso, oppure le forbici – faticosamente e con la mano sinistra ”, mentre le tiene infilate tra il pollice e l’indice della destra. Ed è stato Edgar Allan Poe, nel famoso racconto La lettera rubata , a scrivere che il modo migliore per nascondere un oggetto che tutti cercano affannosamente è di lasciarlo in bella vista. Non saprei dire se le cose siano andate così anche nel caso di Ernest Hemingway, ma è da un quarto di secolo che cinque inediti giovanili sono sotto gli occhi di tutti e nessun editore italiano li ha ancora stampati.
Ci ha messo le mani sopra Roberta Miraglia, una neolaureata della Scuola superiore per interpreti e traduttori di Milano, allieva di Franca Cavagnoli, che li ha in parte tradotti a completamento della sua tesi. I racconti si intitolano: Crossroads, The Mercenaries, The Ash-Heel Tendon , The Portrait of the Idealist in Love e The Current. Sono apparsi in appendice al primo volume della biografia di Peter Griffin,
Along with Youth: Hemingway, the Early Years
(1985), il quale li aveva ritrovati tra lettere e manoscritti negli archivi della «Hemingway Collection» a Waltham, Massachusetts, poi trasportata alla John Kennedy Library di Dorchester.
The Current, di cui qui pubblichiamo un ampio estratto, risale al 1921 ed è una storia d’amore e un apologo a lieto fine in cui un giovane ricco e fin troppo bello, che di nome fa nientemeno che Stuyvesant come l’ultimo governatore della colonia della Nuova Olanda (oggi New York), diventa pugile, pur odiando combattere, per dare prova di sapersi impegnare in qualcosa di serio.
E il fatto che il cognome della futura sposa del racconto (Dorothy Hadley) sia anche il nome della ragazza che Hemingway avrebbe sposato nello stesso 1921 (Hadley Richardson), non sembra casuale.
Il tema di The Current è il coraggio.
I concittadini di Don Abbondio sanno da sempre che «il coraggio uno non se lo può dare», ma è anche vero che Hemingway – un uomo d’azione che ci teneva fin troppo a farlo sapere – dedicò gran parte della propria vita proprio a professare quella virtù aristotelica.
A dimostrare, cioè, che – volendo – si può «voler volere». Che cosa sia il coraggio – il "fegato" o "guts", come lui li chiama – Hemingway lo scrisse una prima volta in una lettera a F.S. Fitzgerald del 1929, e quella sua definizione – «Courage is grace under pressure» – divenne di dominio pubblico come una sorta di slogan dopo che Dorothy Parker ebbe l’idea di trascriverla in un articolo che pubblicò quello stesso anno su «The New Yorker». Il coraggio non consiste nel non aver paura ma nella orgogliosa – e dignitosa – consapevolezza che ci sono cose più grandi e durature della paura stessa. La persona coraggiosa è quella che combatte (e vince) la paura di non essere all’altezza.
In The Current Hemingway è, per dirla nel gergo della boxe, uno scrittore lievemente "soprappeso" e non ancora abbastanza veloce nell’assestare i colpi. Ha già lavorato come cronista, e nell’impostazione e nei movimenti si indovina il narratore, facile da imitare e impossibile da eguagliare, che avrebbe dominato il mondo per oltre trent’anni. Quando glielo chiesero – ed era ormai al culmine della propria carriera ”, Hemingway non volle che questi racconti fossero pubblicati, forse per non offrire il fianco a qualche facile detrattore. Ma non sarebbe male che oggi qualche editore li proponesse al pubblico. Si vedrebbe che, anche all’esordio, il futuro campione era in grado di battere la maggior parte dei contemporanei.