Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 25/04/2010, 25 aprile 2010
BOCCHINO: HO SCRITTO LA LETTERA DI DIMISSIONI
«Sentiamoci dopo, ora sto scrivendo una lettera», aveva detto alla sei del pomeriggio Italo Bocchino, uno dei finiani più esposti, anzi probabilmente il più esposto e agguerrito tra tutti quelli che si sono contati e schierati, negli ultimi giorni. Davvero, era difficile si trattasse di una lettera qualsiasi.
Infatti. « la lettera con cui mi dimetto da vice-capogruppo alla Camera del Pdl. La consegnerò a Fabrizio Cicchitto, che è il capogruppo, e a lui chiederò di organizzare un incontro con il coordinatore Denis Verdini e con Silvio Berlusconi. Con loro, mi piacerebbe avere una discussione politica. Pronto, il giorno dopo, se necessario, a presentarmi all’assemblea del gruppo».
Sono stati giorni complicati. In varie trasmissioni televisive, Bocchino ha avuto scontri assai accesi con numerosi esponenti del Pdl fedeli a Berlusconi (Bondi, Lupi, Santanché); e Berlusconi stesso, dal palco dell’Auditorium, lo ha citato in termini non esattamente lusinghieri.
Bocchino risponde piano. Lui che di solito sfoggia un eloquio vivace, retorico, ora ha un tono grave. «Sì... io, in questa vicenda, ci ho messo la faccia. Proprio io che, tra i cosiddetti colonnelli, ero il meno finiano, quello che da Fini, in termini politici, ha sempre avuto meno. Ma ho agito d’istinto, di pancia. Perché l’operazione di far passare Gianfranco come uno isolato è stata vigliacca e inaccettabile. Almeno per me. Voglio dire che è sempre stato il mio capo, fin dai tempi del Fronte della Gioventù. E se siamo passati dall’avere le sedi assaltate con le molotov a ruoli di governo, è perché tra noi di destra, tra tutti noi c’è stata sempre coesione umana. Amicizia, stima, solidarietà, lealtà».
Bocchino sa che al Secolo d’Italia sono arrivate e ancora arrivano e-mail piene di delusione, e di rancore: gli ex militanti di An definiscono «badogliani» e «traditori» molti dei più fidati ex colonnelli di Fini.
«Anch’io... anch’io, mi creda, sono addolorato». Si sarà dato qualche spiegazione: ecco, perché La Russa ha scelto di stare con Berlusconi? «La scelta di La Russa credo che tolga il sonno, a Gianfranco... Avevano un rapporto che andava avanti da trent’anni. difficile dire perché Ignazio si sia comportato così. Era in una botte di ferro. Poteva continuare ad essere il coordinatore in quota ad An, e da lì mediare. Invece...». E Gasparri? «Guardi, Maurizio è per me una specie di fratello maggiore. E posso dirle che la scelta di Maurizio già mi appare più comprensibile». Perché? «Ma perché lui, in fondo, aveva già rotto con Gianfranco. Il quale, diciamolo, non ha mai perso occasione per mortificare l’impegno di Maurizio. Prima lo destituì da coordinatore, poi da ministro...». Alemanno. «Mah, anche lui... posso capire uno che fa il ministro, ma lui fa il sindaco di Roma: che urgenza aveva di schierarsi?». Matteoli. «Fini e Matteoli hanno un rapporto così personale, che francamente non credo di poter dare interpretazioni».
Numerosi osservatori scrivono: ora i finiani faranno guerriglia politica. « impensabile qualsiasi guerriglia, qualsiasi azione di sabotaggio parlamentare. Fini ha dimostrato che se ha qualcosa da dire, la dice in faccia. Poi è chiaro che se...». Prosegua. «Se cominciano con le liste di epurazione, allora andremo allo scontro. Ma io non credo che a Berlusconi convenga una scena simile. I regolamenti di conto mietono vittime da tutte le parti...». Quindi? «Io immagino che, a questo punto della vicenda, Fini e Berlusconi abbiano due strade percorribili». La prima. «La separazione consensuale, ma significherebbe la fine del Pdl. Per questo, ecco, penso che per ora sia più strategico pensare a una separazione in casa, che poi, tecnicamente, sarebbe il riconoscimento di una minoranza, la nostra, all’interno del partito». In attesa del congresso. «Berlusconi sostiene di volerlo convocare entro l’anno, mi auguro sia di parola. Ci sarà una mozione di Fini, la presenteremo in centinaia di congressi locali, avremo la possibilità di spiegare ai militanti la nostra posizione. A quel punto, ci conteremo sul serio». Per ora, quanti siete? «38 deputati e 14 senatori».
Ultime tre domande, Bocchino. In Parlamento ci sono i numeri per un nuovo governo? «Per noi è impensabile un governo con una maggioranza diversa da questa, scelta dagli elettori». Possibilità di elezioni anticipate? «Parlare di elezioni anticipate per non riconoscere l’esistenza di una minoranza interna al Pdl, mi sembrerebbe un errore politico e politologico». Berlusconi può essere arrabbiato con lei anche per l’amicizia che la lega al ministro Mara Carfagna? «No, non credo».
Fabrizio Roncone