Eugenio Bruno, Il Sole-24 Ore 25/4/2010;, 25 aprile 2010
SULLE SCUOLE LA PRIMA LITE NORD-SUD
La messa in sicurezza degli edifici scolastici scuote gli equilibri già traballanti della maggioranza. Con i governatori del Sud, anche del Pdl, sul piede di guerra per la ripartizione dei primi 350 milioni del piano straordinario varato oltre un anno fa. E la neopresidente del Lazio, Renata Polverini, perplessa per il mancato coinvolgimento delle autonomie nell’individuazione dei 1.552 interventi da finanziare. Un antipasto lo si è avuto giovedì scorso quando la prima conferenza delle regioni postelezioni ha espresso la sua contrarietà al provvedimento, chiedendo un incontro urgente al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
I 350 milioni citati rappresentano solo il primo spicchio di una "torta" da un miliardo di euro, proveniente dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) 2007-2013 e destinate all’edilizia scolastica con la delibera Cipe 6 marzo 2009. Tutte somme finora inutilizzate, se si eccettuano i 235 milioni stornati nei mesi scorsi a favore dell’Aquila e di Parma e di cui gli stessi governatori sono tornati a chiedere il ripristino.
Il primo nodo riguarda la distribuzione geografica dei fondi. I governatori meridionali hanno parlato di «ennesimo scippo» del Fas. Che, per sua natura, andrebbe assegnato per l’85% al Sud e il 15% al CentroNord. In realtà, il programmastralcio degli interventi – elaborato da Gelmini insieme al collega delle Infrastrutture Altero Matteoli ”destina al Mezzogiorno meno di 140 milioni, corrispondenti al 40% delle risorse. Laddove il restante 60% finirà da Roma in su.
La regione più "fortunata" sarà la Lombardia con 49,7 milioni e 142 operazioni di messa in sicurezza. Alle sue spalle Campania (38,8 milioni), Sicilia (35,5) e Lazio (35,4). Dopodiché si torna al Nord con Veneto (27,5 milioni) e Piemonte (24,9), divise solamente dalla Puglia (24,8). Fanalino di coda la Valle d’Aosta che, allo stesso modo delle province autonome di Trento e Bolzano e del Molise, si ferma a quota zero.
Molise che ha messo nero su bianco la sua indignazione. In una lettera al presidente della conferenza Vasco Errani, il governatore Michele Iorio (Pdl) ha parlato di «esclusione ingiusta e incomprensibile». Avendo tra l’altro subito sul proprio territorio la ferita del crollo della scuola elementare Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia (Campobasso), avvenuto il 31 ottobre 2002 e nel quale morirono 27 bambini e la loro insegnante.
I criteri di riparto hanno incassato le critiche di molti presidenti. Nella relazione tecnica viene specificato che si è tenuto conto dei sopralluoghi condotti nei mesi scorsi. Tale attività, si legge, «ha consentito di verificare più del 70% del patrimonio scolastico esistente sul territorio nazionale pari a 46mila edifici». Nel fare la cernita, prosegue la relazione, «si è ritenuto di garantire la tempestiva soluzione delle situazioni più urgenti» assegnando le poste sulla base «della consistenza numerica del patrimonio scolastico e della popolazione scolastica». Fatto sta che anche due amministrazioni di centro-destra hanno avuto da ridire. La Sicilia perché l’80% degli interventi è fuori Palermo; il Lazio perché, su 180 operazioni programmate, neanche una riguarda la capitale.
Di tutto ciò si parlerà in settimana nell’incontro con il ministro Gelmini. Tuttavia, con il Cipe che dovrebbe tenersi venerdì, appare estremamente difficile che il governo scelga di rimettere mano al piano.