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 2010  aprile 25 Domenica calendario

«GENERALI CRESCERA’ NELL’INTERESSE DEL PAESE»

Sette ore d’assemblea e due di consiglio. E alla fine a Trieste la svolta è compiuta: il nuovo presidente delle Generali è Cesare Geronzi, che sostituisce Antoine Bernheim, al quale è conferita la presidenza d’onore. Geronzi sarà un chairman all’inglese, cioè senza deleghe operative. Ma rispetto al copione che si era andato disegnando nelle settimane precedenti non è mancata qualche sorpresa. Accanto ai due vicepresidenti già decisi, Alberto Nagel e Vincent Bolloré, ne è stato nominato un terzo, Francesco Gaetano Caltagirone, socio con il 2% circa del Leone. Inoltre le deleghe operative sono state distribuite un po’ diversamente rispetto alle attese. Giovanni Perissinotto sarà group ceo cioè capoazienda, e manterrà anche la responsabilità sul settore assicurativo in Italia, forse affiancato in futuro da un country manager. L’altro amministratore delegato, Sergio Balbinot, conserverà la competenza sulle assicurazioni all’estero. Nel comitato esecutivo, infine, entra Leonardo Del Vecchio (socio con l’1,9%).
Geronzi ha debuttato in conferenza stampa rispondendo a chi gli chiedeva imotivi della scelta fra la presidenza di Mediobanca e di Generali. «Non ho scelto nulla perché molto spesso si è scelti, e questo è il mio caso». «La compagnia è gestita in modo encomiabile, Bernheim ha dato molto e ha sostenuto l’attività degli amministratori delegati e del direttore generale. Io non farò che proseguire su questa strada». Quindi, la soddisfazione: «Oggi è una giornata faticosa ma importante per le Generali e di grande importanza per me». Geronzi definisce la presidenza in Generali «un traguardo importantissimo, amo le cose complesse, altrimenti non mi intrigano». La soddisfazione per questo traguardo, «al di là delle chiacchiere è la ragione della mia presenza».
Gli obiettivi? Puntare a «un ulteriore sviluppo. La volontà di crescere sui mercati esteri è un impegno fondamentale e io lo perseguirò fortemente, mantenendo un forte radicamento in Italia». Ammette: «Non so nulla di assicurazioni, ma sono pronto a imparare. Non conosco ancora il mondo Generali, che mi appresto diligentemente a conoscere a partire da lunedì, che sarà il mio primo giorno di scuola a Trieste». Sulle deleghe dice: «Mi occuperò di gestire gli organi della società. Non avrò, come non ho mai avuto altrove, alcun potere esecutivo individuale, ma un compito più complesso: governare un’azienda che delega i poteri per rendere più efficiente l’attività operativa».
Il nuovo presidente del Leone esclude la necessità di un aumento di capitale e sulle ipotesi di una fusione con Mediobanca è telegrafico: «Non esiste alcun programma in questo senso. Punto e a capo». Poi parla del ruolo di Generali nel sistema. «Siamo una grande compagnia che può far investimenti stabili, di lungo periodo. Se questi sono nell’interesse della società e soddisfano anche l’interesse generale, perché no?». Come esempio sceglie Telco-Telecom: «Il tempo ci darà ragione. Se poi si sostiene anche il settore è il classico esempio di coincidenza tra gli interessi della società e quelli generali». Non solo, Geronzi fa anche una considerazione finale: «Dobbiamo fare di più. Una parte delle ricchezze va destinata a programmi culturali. La cultura in Italia non può fare affidamento al solo Stato. Affronteremo il problema con un progetto molto, molto importante».
Sempre riguardo alla governance alcune novità riguardano poi i comitati. stato rinnovato quello relativo alla governance (presieduto da Geronzi) ed è stato istituto il comitato investimenti, presieduto da Perissinotto e al quale partecipano Caltagirone, Petr Kellner, il socio a Praga delle Generali e neo consigliere, e Francesco Saverio Vinci, anch’egli al debutto nel board e vicedirettore generale di Piazzetta Cuccia.
Soddisfazione per la nuova governance «promossa da Mediobanca» è stata espressa da Nagel, amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, che (dopo aver ringraziato Bernheim e sottolineato il contributo «intelligente e di rilievo» che verrà da Geronzi) ha sottolineato le novità, cioè «l’introduzione della figura del presidente non esecutivo e del ceo unico. Ciò costituisce la premessa per una più incisiva azione manageriale della compagnia». In più le attribuzioni e la frequenza delle riunioni del comitato esecutivo «meglio consentiranno di secondare la gestione».
In assemblea (che ha anche nominato i tre rappresentanti dei fondi comuni, sostenuti da Bankitalia, con voti pari al 10% del capitale) Perissinotto, commentando i dati del bilancio ha sottolineato che nel «primo trimestre i premi sono cresciuti del 16,2%». E ha detto che Telco, «in virtu dei dividendi che percepisce, è più che in grado di mantenere un equilibrio economico e finanziario». Balbinot infine ha precisato che il gruppo cresce in Cina: «Dalle stime che ho a febbraio siamo addirittura i primi».
Sergio Bocconi