Marco Belpoliti, La Stampa 26/4/2010, pagina 31, 26 aprile 2010
LE TARGHE DELLE AUTO, SPECCHIO D’ITALIA
Un tempo uno dei giochi preferiti dai bambini durante i viaggi in automobile era indovinare la provincia delle vetture incrociate sulla strada.
L’Italia era uno schema variabile composto di due lettere, e acclusa geografia insegnata nelle scuole. Dal 1994 dalle targhe italiane sono scomparse le sigle delle province, e il gioco è finito. Alla fine degli anni Novanta, sono state invece reintrodotte: in piccolo nella parte finale delle targa. Agli italiani non era gradita l’abolizione. Per molti la provincia costituiva ancora un riferimento d’identità, in particolare nel Centro e nel Sud, ma anche nel Nord-Est. Le targhe attuali sono composte di un’unica placca di metallo su cui è riportata una combinazione di due lettere scritte in nero su fondo bianco, quattro cifre, e altre due lettere, con l’aggiunta di due fasce laterali blu: a sinistra, in giallo, le 12 stelle della Unione europea, e in colore bianco la I di Italia; a destra, due cifre che indicano l’anno di immatricolazione e poi, a richiesta, la sigla della provincia.
Poiché viviamo in tempi di ritorno del localismo, ci si poteva aspettare che molti avrebbero ripristinato il riferimento provinciale (la stessa istituzione, la Provincia, doveva essere abolita, eppure è ancora viva vegeta: cresce di numero). Su dieci automobili in circolazione, 5 o 6 sono prive del riferimento alla provincia. Un desiderio di anonimità sembra prevalere ovunque, lo stesso che spinge le persone a togliere il proprio cognome dal campanello di casa e a sostituirlo con un numero.
Le targhe automobilistiche da quando sono state istituite, nel 1903, sono lo specchio indiretto dei cambiamenti del Paese: dal fascio littorio (1928) al simbolo della Repubblica (1948), dalla plastica (1963) al metallo (1999), dalla numerazione progressiva (1994) alle prossime targhe personalizzate (2011), dallo sfondo nero (1976) a quello bianco (1994).
Cosa significano le targhe attuali prive del riferimento alla provincia? Che il localismo fa fatica a convivere con una forma di privacy, per cui anche dalla targa non è bene far sapere da dove si proviene: chi si è. Si vuole essere provinciali, ma non farlo capire. Un’altra forma della schizofrenia dell’Italia attuale che è tutta localistica, ma aspira a non dirlo troppo in giro. Compreso ai bambini.