Varie, 26 aprile 2010
Tags : Omar Bianchera
Bianchera Omar
• Volta Mantovana (Mantova) 3 giugno 1966. Camionista. Il 25 aprile 2010 assassinò la moglie Daniela Gardoni, la vicina Maria Bianchera (nessuna parentela) e l’ex socio Walter Platter • «Aveva pianificato da tempo la sua vendetta. Aveva deciso di far pagare presunti debiti e ingiustizie. ”Devono prepararsi tre bare” diceva in paese. Ed è bastata poco più di un’ora [...] per portare a termine le condanne a morte contro la ex moglie, la vicina di casa e il vecchio socio. Poi, dopo una fuga di dieci ore, ha chiamato il 113 e si è costituito. ”Sono stanco, mi arrendo. Non so dove sono, venitemi a prendere”. Alle 9.30 di una domenica mattina un pezzo di provincia mantovana è sprofondata nel terrore. Bianchera è appostato da ore - un vicino lo nota all’alba - in via Risorgimento 76, davanti alla casa della sua ex Daniela Gardoni, 43 anni, operaia alla fabbrica di occchiali Allison e cuoca nei weekend in un ristorante a Castellaro Lagusello. Appena la donna esce di casa e si mette alla guida della sua Ford Focus l’uomo spara. Daniela perde il controllo dell’auto e va a sbattere contro un muro in cemento, duecento metri più in là. Un motociclista, Paolo Reggiani, se la vede passare accanto in un sorpasso anomalo e tenta di soccorrerla. Apre la portiera dell’utilitaria ma un uomo alle spalle con un gesto secco lo tira via. ”Spostati” dice Bianchera. Poi mira e spara a bruciapelo due colpi che uccidono la ex. Senza dire una parola. Poi scappa a bordo della Punto nera con cui tenterà fino alla fine di sottrarsi ai carabinieri. Ma la vendetta non è definitiva. Un quarto d’ora e il camionista arriva in via Cavallara, una strada che unisce Volta Mantovana a un altro piccolo comune, Monzambano. Ha con sé un fucile a pompa e due pistole calibro 38 e 44. Sembra tornare nella casa dove vive, invece chiama la vicina, Maria Bianchera, 71 anni (nessuna parentela) e la fredda appena esce in cortile. Poi si sposta 500 metri più in là, in località Pille. Trova Walter Platter, 34 anni, a bordo del suo monovolume, su cui ci sono anche la moglie, Virginia Donadè, 32enne, e i loro bambini di due e cinque anni. Li fa scendere. Qualcuno dice che in realtà cercasse Luigi, il padre. Di certo lui fa fuoco, ferisce a una mano la moglie e sparisce. I carabinieri arrivano nella villetta, vedono la donna insanguinata che chiede aiuto e capiscono che Bianchera è appena scappato per recuperare l’auto, forse attraverso un canale. Un pezzo di Lombardia diventa così il territorio di una serrata caccia all’uomo, con posti di blocco e elicotteri in movimento finché una telefonata del killer alla madre, nel primo pomeriggio, non ne definisce la direzione di fuga. ”Ho fatto un macello” dice nella telefonata che proviene da Pozzolengo, a sei chilometri dalla strage. Gli investigatori scavano nel passato dell’uomo per trovare le ragioni di tanta rabbia omicida. Bianchera non aveva mai accettato la fine del matrimonio e si appostava spesso sotto la casa della ex, che spesso si era rivolta ai carabinieri per denunciare lo stalking [...] dopo aver vinto la causa di divorzio con circa 20mila euro di risarcimento, qualcuno le aveva tagliato le piante nelle fioriere fuori dal cancello. ”Io so chi è stato” aveva detto a un’amica. Per piccoli e continui litigi Bianchera ha ucciso la vicina. E per la stessa ragione ha ucciso Walter Platter, viticoltore ed ex socio in una birreria fallita, poi diventato controparte nel processo per i debiti, anche se il killer forse è arrivato a casa dei Platter per uccidere il padre, in quel momento assente. Incubi e rancori alimentati nel tempo. Fino alla strage. Poi, finalmente, la telefonata alla questura di Brescia che mette fine alla caccia all’uomo. La segnalazione viene girata ai carabinieri della compagnia di Salò. ”Sono stanco, mi arrendo”. Bianchera è nella sua Punto in un parcheggio a Rocca di Anfo. Le armi della vendetta sono lì, sul sedile accanto» (Sandro De Riccardis, ”la Repubblica” 26/4/2010).