Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 26 Lunedì calendario

GLI INGLESI E I RIVALI: «FRATELLI-COLTELLI» PER MOTIVI DINASTICI

Lo sanno tutti che Francia e Inghilterra si sono sempre comportate come il cane e il gatto. Ma solo nel XV secolo gli inglesi, o quanto meno l’aristocrazia, cominciavano a esser tali, con la loro lingua, e a sentirsi qualcosa di seriamente diverso dai francesi. Prima, la situazione era stata diversa. «Fratelli-coltelli», come si dice.
Nel 1066 un principe d’origine danese ma naturalizzato francese, Guglielmo «il Conquistatore» duca di Normandia, aveva conquistato l’Inghilterra, ereditando la monarchia sassone. Da allora, l’isola era stata sottomessa da un duro e rapace ceto dirigente normanno, cioè francese fino alla radice dei capelli. Come duca di Normandia, il re d’Inghilterra era però vassallo del re di Francia; e allo stesso titolo, più tardi, i re d’Inghilterra della dinastia plantageneta erano vassalli del re di Francia per le contee dell’Angiò, del Maine e della Turenne. Le cose si complicarono nel 1152, quando Eleonora, duchessa d’Aquitania, divorziò dal re di Francia Luigi VII e sposò Enrico II Plantageneto (che due anni dopo sarebbe diventato re d’Inghilterra), cui portò in dote le sue terre. Ora, il vassallo possedeva più di mezza Francia e si guardava bene dall’obbedire al suo signore feudale, cui aveva soffiato anche la moglie.
Nel 1180 Filippo II Augusto, figlio di Luigi VII e della sua seconda moglie Adele di Champagne, intraprese una guerra contro Enrico II e (morto questi nel 1189) contro suo figlio Riccardo Cuor-di-Leone, nato dal matrimonio di Enrico con Eleonora. I due si detestavano, ma il fatto è che intanto, nel 1187, Gerusalemme era caduta nelle mani del Saladino ed era stata bandita la terza crociata. Obbligati dal papa, i due dovettero far pace: partirono per la Terrasanta, ma collaborarono pochissimo. Filippo ripartì nel 1191 e, una volta in Francia, riprese le ostilità contro l’Inghilterra, intanto senza re. Riccardo restò fino al 1192 e, al ritorno in Europa, cadde prigioniero di Leopoldo duca d’Austria. Nel 1194 tornò in Normandia, per difendere i suoi feudi francesi. Morì nel 1199, durante un assedio, senza aver fatto mai ritorno in Inghilterra, con buona pace di Walter Scott.
L’isola era stata governata durante l’assenza di Riccardo da suo fratello minore Giovanni, che divenne legittimo re nel 1199, ma che personalmente non aveva alcuna base di potere (da qui il soprannome di «Senzaterra»). Era un uomo debole, pauroso e crudele: ma soprattutto non riuscì a intendersi con la feudalità inglese, che cercò invano di sottomettere. Sbagliò anche le alleanze, appoggiandosi all’imperatore tedesco Ottone IV contro l’abile Filippo II di Francia e il giovane pretendente al trono imperiale Federico II di Svevia. Sconfitto nella battaglia di Bouvines del 1214, dovette accordare ai baroni la «Magna Charta Libertatum» (1215) che sanciva l’avvio di un regime caratterizzato da un forte controllo sui poteri della corona da parte degli aristocratici.
Franco Cardini