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 2010  aprile 26 Lunedì calendario

TRE DONNE SUGLI OTTOMILA CORSA VERSO IL TETTO DEL MONDO

Una è basca, si chiama Edurne Pasaban e ha 37 anni. In Spagna è considerata un’eroina nazionale ed è seguita in ogni sua impresa dalla televisione nazionale con il programma «Al filo de lo imposible». L’altra è sudcoreana, miss Oh Eun Sun, ha 44 anni: tra il 2008 e il 2009 ha conquistato otto Ottomila, un vero record di velocità. In queste ore le due alpiniste si stanno giocando un primato storico: essere le prime donne a raggiungere tutti i 14 Ottomila della Terra. A Edurne mancano gli 8.027 metri dello Shisha Pangma, la più bassa delle cime himalayane. Miss Oh deve ancora affrontare l’insidiosa Annapurna, 8.091 metri, conquistata dalla rivale basca proprio pochi giorni fa, il 17 aprile, con tanto cameramen, fotografi e sherpa (uno squadrone di una trentina di persone), che l’hanno seguita fino in cima. La coreana avrebbe dovuto raggiungere la vetta dell’Annapurna ieri (pure lei in diretta tv), ma il forte vento l’hanno costretta a tornare al campo 3: prima di domani – scrivono i siti locali’ non potrà riprovare la cima. Edurne Pasaban, dopo essersi precipitata in Tibet in elicottero e dopo alcuni giorni di riposo dovrebbe arrivare alla base dello Shisha Pangma in giornata, per poi attaccare subito la vetta.
I giochi nella corsa «in rosa» agli Ottomila sono quindi di nuovo aperti e nei prossimi giorni si saprà chi indosserà la corona della Regina delle vette. Entrambe le alpiniste si spostano da un campo base all’altro in elicottero (strategia che permette di salire diversi Ottomila nella stessa stagione), affidano attrezzatura e viveri a portatori d’alta quota e scalano con l’aiuto di corde fisse, piazzate dagli sherpa che battono la traccia. Talvolta, stremate dalla fatica, succhiano ossigeno pur di raggiungere l’obiettivo. Scalano in stile commerciale, filosofia ben diversa dalla tecnica «pura» degli alpinisti estremi, che portano tutto sulle spalle, non usano corde fisse e preferiscono rinunciare alla cima piuttosto che utilizzare le bombole. E’ questa la tecnica dell’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner, 39 anni, rimasta indietro a 12 cime: deve ancora scalare Everest e K2. Ora vorrebbe scalare la difficile parete Nord dell’Everest e non sembra vivere con grande coinvolgimento la competizione. Se, con i suoi tempi, arriverà a conquistare tutti gli Ottomila, sarà comunque la prima donna al mondo a farlo senza ossigeno e senza aiuti.
Ossigeno o no, chi conquisterà l’ultima cima entrerà nella storia dell’alpinismo. Gli occhi del mondo sono puntati sulla coreana e sulla basca, ma solo una sarà la Regina. Ora sono 13 a 13 e, nonostante si siano fatte fotografare in tenda mentre gustano insieme uno storico tè al campo base dell’Annapurna, le due primedonne dell’alpinismo, è noto, si detestano. Hanno discusso di corde, vita in Himalaya e strategie di salita. Poi ognuna per la sua strada. Con una coda polemica che potrebbe costare cara a miss Oh. I baschi (ma anche gli stessi coreani) hanno sollevato dubbi sulla conquista del Kangchenjunga, la terza vetta più alta del mondo, avvenuta nel 2009 e immortalata con una foto giudicata «sospetta» perché la ritrae con su una roccia nuda e con una corda che era stata vista abbandonata 200 metri più sotto. Miss Oh, messa alle strette, ha ammesso che l’immagine è stata scattata più in basso perché il vento forte avrebbe potuto causare incidenti. La questione è ora al vaglio dell’americana Elisabeth Hawley, che a Kathmandu gestisce il registro degli scalatori. Molti sherpa hanno confermato che la coreana ha «trascorso un minuto in cima», altri saranno sentiti. Se miss Oh conquisterà il primato il rischio è che non le venga riconosciuto il titolo di prima donna ad aver conquistato tutti gli Ottomila.
Cristina Marrone