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 2010  aprile 26 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CAFFO, ERNESTO"


2010
•Prof. Ernesto Caffo, presidente SOS il Telefono Azzurro Onlus *** Gentile professore, mi fa piacere constatare come lei non smentisca alcuna informazione data da ”Il Fa t t o ”. A partire dai numeri: milioni di telefonate l’anno per arrivare a un migliaio di casi ”g ra v i ”. Il tema resta dunque l’efficacia. Sono stati ben spesi i milioni di euro che la sua associazione ottiene tramite finanziamenti pubblici e donazioni private certamente favorite dall’ampia visibilità concessale dallemassime istituzioni italiane? Quali sono i controlli di qualità? Sul 114 T.A. invia relazioni al ministero delle Pari opportunità, ma non c’è alcuna verifica diretta (nemmeno a campione): ci si muoverebbe solo in caso di denunce. Noi ne abbiamo ricevute diverse, non è però nostro compito vagliarle. Colpisce invece che lei non abbia citato il ”caso Palermo’, 25 operatori esperti sostituiti da volontari, né il parere di molti assistenti sociali secondo cui il numero telefonico porta risultati scarsi. Infine, contesta che i due milioni dell’emiro fossero destinati a T.A. e non al 114. Ma se i soldi del ministero per il 114 non bastano da dove li prende? Parteciperà al prossimo bando anche dovendo metterci del suo (o del sultano)? Sempre in attesa di un’intervista, più volte richiesta e mai concessa, la saluto cordialmente . Chiara PaolinFonte: il Fatto Quotidiano 27/2/2010;

•L’arresto di Polanski nel commento di Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro: «In termini di principio è necessario mantenere la certezza della pena. Certo in questo caso, come in tanti, si pone il problema: ma ha ancora senso quella pena? Non si può però non ragionare sul fatto che chi compie questo genere di reati di solito tende a sfuggire al castigo con sistemi simili a quelli usati dal regista in questi anni, cercando asilo in Paesi dov’è difficile avere l’estradizione. La Svizzera ha fatto bene, mentre mi stupisco della Francia che ha giustificato una persona che ha alle spalle una responsabilità gravissima. E aggiungo che anche il mondo della cultura ha una responsabilità, per non aver preso una posizione decisa di condanna». Fonte: sch. 186955

2009
• «La nostra cultura è diversa da quella dei Paesi anglosassoni, tra i quali rientra la Nuova Zelanda – spiega il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo – il sistema educativo è storicamente più rigido e le campagne contro le punizioni corporali sono iniziate più tar­di, una quindicina di anni fa». Qui negli anni Ottanta, stando ai racconti degli ex alunni, poteva accadere che il futuro ministro della Pubblica Istru­zione, David Benson-Pope – allora insegnante – ficcasse una palla da tennis nella bocca degli allievi «a scopo educati­vo ». «Tipico degli anglosassoni – aggiunge Caffo – è pure l’ec­cesso punitivo. Servirebbero piuttosto campagne per aiuta­re i genitori. Non è escluso che la richiesta del referendum in Nuova Zelanda nasca proprio perché madri e padri in difficol­tà non sanno trovare alternati­ve alla punizione corporale».
Fonte: Alessia Rastelli, Corriere della Sera 1/08/2009

2008
• Un territorio di caccia per i cyberbulli, (4 bambini su 100 tra i 7 e gli 11 anni hanno ricevuto insulti e minacce sulla Rete). «E gli strumenti di tutela -dice Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro- non sono assolutamente sufficienti. Si lavora in modo frammentato, mancano azioni congiunte ed integrate da parte di tutti i soggetti coinvolti».
Fonte: Il Messaggero 18 febbraio 2008, Marida Lombardo Pijola

2007
• La «Sezione Minori» della polizia ha «programmato» anche gli identikit degli scomparsi in age progress: sul sito è possibile vedere come la piccola vittima di un rapimento può cambiare nel tempo, una chance in più per poterla un giorno ritrovare. E´ un grande «mercato» quello dei bambini e degli adolescenti. Anche in Italia. Si prendono e si cedono al miglior offerente. «E´ un fiume nascosto», racconta Ernesto Caffo, il presidente di Sos Telefono Azzurro Onlus. Spiega: «E´ vero che molti casi di scomparsa non sono altro che allontanamenti da casa, ma ci sono tanti bimbi che finiscono nei circuiti della criminalità organizzata, sfruttati sul lavoro o sfruttati sessualmente».
Fonte: Attilio Bolzoni, la Repubblica 13/12/2007
Baby prostitute. Ernesto Caffo, fondatore di Telefono azzurro, prova a decifrare: «Bene ha fatto Amato a denunciare il fenomeno che assomiglia al pizzo: con tanti ragazzini e ragazzine indotti a sperperare i soldi, magari ai videopoker, che diventano ricattabili e che, vergognandosi di chiedere aiuto ai genitori, sono costretti a pagare il pizzo imposto da adulti o da coetanei».
Fonte: Corriere della Sera 19/11/2007, pag.20 Dino Martirano

2006
• Ernesto Caffo, presidente del Telefono Azzurro, dice che non c’è niente di educativo: «I programmi sono molto ripetitivi e rassicuranti, sono ovviamente studiati per far stare tranquilli i bambini. Non c’è niente di educativo a quell’età che passi per la tv».
Fonte: Carlotta Mismetti Capua, la Repubblica 13/5/2006, pagina 35.

1998
•Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro: «Ai numeri ufficiali, scaturiti dalle denunce alle forze dell’ordine, bisogna aggiungere i tanti bambini extracomunitari, dei quali nessuno segnala la sparizione, introdotti ogni anno clandestinamente nel nostro Paese per essere avviati allo sfruttamento sessuale o per alimentare il traffico delle adozioni illegali».
Fonte: Corriere della Sera, 22/08/1998