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 2010  aprile 26 Lunedì calendario

TV: PLASMA; LCD, LED? PER VOCE ARANCIO


Tutti ormai con il decoder digitale terrestre incorporato, alcuni predisposti per l’alta definizione: in attesa dell’affermazione, non scontata, del 3D, la scelta obbligata se si vuole comprare un televisore nuovo riguarda la tecnologia che sta dietro lo schermo: plasma, cristalli liquidi, lcd?

Le nuove tecnologie di riproduzione dell’immagine sul piccolo schermo hanno preso il posto, almeno nei negozi, dei vecchi tubi a raggi catodici, molto ingombranti. Lo spessore del vecchio televisore è dovuto proprio alla necessità di avere un tubo capace di emettere elettroni che, colpendo dei fosfori distribuiti sullo schermo, li eccitano generando luce nei vari colori grazie alla combinazione di rosso, verde e blu (Rgb nella sigla inglese).

Televisori sostituiti tra gennaio e ottobre 2009 in Italia per il passaggio al digitale terrestre: 1,7 milioni. Il 98% delle tv e dei monitor portati nelle isole ecologiche sono a tubo catodico.

Gli schermi al plasma non sono molto diversi da un punto di vista teorico. In un televisore di questo tipo ogni pixel (il punto più piccolo di un’immagine) è ancora formato dalla combinazione di tre fosfori fondamentali Rgb. Solo che i fosfori non sono più bombardati dagli elettroni generati dal tubo catodico centrale. Ogni pixel ha invece una sua propria cella capace di emettere luce grazie a un gas, solitamente argon, neon o xenon, che, sottoposto a impulsi di corrente elettrica, diventa plasma. La luce così prodotta eccita a sua volta i fosfori nel modo giusto per la combinazione dei colori fondamentali. E’ come se ciascuno dei puntini dello schermo fosse una piccola lampada fluorescente, completamente indipendente dalle altre.

Il televisore lcd della Jvc: è il più sottile mai realizzato: spesso 6,4 millimetri, pesa solo 5,5 kgPregi dello schermo al plasma. La capacità che ogni singolo pixel ha di generare la propria luce in modo indipendente è il punto di forza principale: in un’immagine con zone nere, quei pixel sono veramente neri perché il loro generatore di luce individuale viene spento. Il risultato è un maggiore contrasto e una migliore resa dei colori. Inoltre i pixel sono più veloci nel reagire ai cambiamenti, cosa che un occhio attento può apprezzare in un frenetico film d’azione dove le immagini si muovono rapidamente. Infine, sempre per il metodo con cui viene generata la luce, gli schermi al plasma offrono un’ottima immagine anche a chi si trova un po’ angolato rispetto allo schermo.

Difetti. Il peso, anche doppio rispetto a un televisore con schermo a cristalli liquidi (lcd). Poi gli eccessivi consumi elettrici: un televisore al plasma da 50 pollici può consumare 822 kilowatt per ora, contro i 350 di un televisore a cristalli liquidi della stessa grandezza e i 322 di un tradizionale televisore a tubo catodico.

«Li chiamano «i 44 del salotto»: sono i televisori giganti al plasma, il cui schermo piatto da 50 pollici in su occupa tutta, o quasi, una parete. Come i fuoristrada che inquinano l’ambiente, ora anche queste mega-tivù sono nel mirino degli ambientalisti [...] Il governo laburista di Gordon Brown ha deciso di metterli al bando come mossa contro il cambiamento climatico, secondo quanto hanno anticipato fonti ufficiali al quotidiano Independent» (Enrico Franceschini, la Repubblica).

I prezzi dei televisori al plasma sono andati scendendo sotto l’assalto degli lcd. E le poche aziende impegnate in questo settore stanno continuando a sviluppare innovazioni. Oltre i 40-42 pollici meritano di essere presi in considerazione: arrivano a costare meno di un lcd.

L’attaccante della Sampdoria Antonio Cassano, che ha preteso che nella palestra interna, dove si allena la sua squadra, fosse installato un televisore al plasma.

L’alternativa al plasma è composta dagli schermi a cristalli liquidi. Una scelta obbligata nel campo dei monitor per computer, ormai dominanti anche per i televisori di piccole dimensioni.

La tecnologia a cristalli liquidi è di base uguale per tutti i modelli: una serie di piccole celle nelle quali sono contenuti i cristalli liquidi. Quando una cella viene sottoposta ad una determinata corrente, i cristalli si orientano con estrema precisione in modo da filtrare la luce nel modo voluto. Quindi si tratta di filtri ”passivi”, che non generano luce in modo autonomo. E’ perciò necessaria un’illuminazione separata, una sorgente di luce bianca posta dietro lo strato di cristalli liquidi. Sarà questa luce ad essere poi manipolata dai cristalli, fino ad assumere il colore e la brillantezza richiesti.

Gli lcd tradizionali si affidano a lampade a fluorescenza che illuminano tutto lo schermo, ma questo limita la qualità delle immagini. E prima di tutto il colore nero: in un lcd convenzionale i pixel che dovrebbero essere neri risultano in realtà un po’ più luminosi del dovuto. In altri termini, il contrasto è minore. Questo si nota soprattutto per chi sta guardando la tv non precisamente di fronte, ma un po’ lateralmente. Miglioramenti sono stati ottenuti recentemente con lampade fluorescenti di nuovo tipo, capaci di generare una luce il cui spettro di colori è superiore di un terzo rispetto a quelle tradizionali.

Il salto di qualità viene promesso dai cosiddetti televisori led. Nella realtà sono sempre lcd, solo che la luce sulla quale i cristalli liquidi andranno a fare da filtri viene ottenuta non più con la lampada fluorescente posteriore ma per mezzo di diodi ad emissione luminosa (i led, appunto), molto simili a quelli delle torce elettriche più moderne.

Tra i modelli già disponibili, o in arrivo a breve, troviamo subito una distinzione tra due tipologie principali. C’è la tecnologia ”Full array backlighting”, nella quale l’illuminazione viene fornita da un pannello di led posto dietro il vero e proprio schermo lcd. In pratica, i led sostituiscono la lampada, però la loro luce è molto più uniforme su tutta la superficie.

Concorrenti dei televisori ”full” sono quelli ”edge”, nei quali i led di illuminazione sono disposti tutto attorno allo schermo, oppure in alcuni modelli solo ai bordi superiore ed inferiore. La luce viene quindi diffusa verso il centro. Il vantaggio più immediato in questi casi è la riduzione dello spessore dell’apparecchio, che arriva tranquillamente a meno di due centimetri e mezzo. Inoltre viene impiegato un numero di led inferiore, cosa che influisce sul prezzo.

Gli ultimi modelli di televisori oled proposti dalla SonyIl modello XiView LT32 di Jvc, il televisore led più sottile in assoluto è un apparecchio ”full Hd” (alta definizione) da 32 pollici a tecnologia Led Edge. Il suo spessore è di 6,4 millimetri, pesa solo 5,5 chilogrammi e per le uscite Rgb e video, le porte Usb e gli slot per le schede di memoria Sd ha una sorta di ”tasca” larga poco più di due centimetri che copre per intero la metà bassa del televisore.

Con l’illuminazione a led si ottengono grandi risparmi energetici rispetto agli lcd illuminati da lampade a fluorescenza. E’ stato infatti calcolato un consumo ridotto del 40%, con un ulteriore 10% in meno per gli edge rispetto ai full. Proprio il risparmio energetico è il motivo per cui l’illuminazione a led viene già impiegata negli schermi dei pc portatili e dei telefonini.

I prezzi sono in continuo assestamento. Comunque gli lcd illuminati a led costano di più dei tradizionali. Poco meno di 900 euro per un 32 pollici e oltre 2.000 per un 46 nel caso siano full back light.

Secondo uno studio della Samsung oggi in Italia la quota di venduto dei led è nell’ordine del 10/12% sul totale dei televisori a cristalli liquidi, mentre su scala mondiale è ancora un fenomeno marginale. Stando ai dati elaborati da DisplaySearch, nel 2009 sono stati venduti poco più di 3,5 milioni di pezzi su una domanda globale di circa 130 milioni di lcd.

L’ultima frontiera è quella degli oled (organic light emitting diode). Lo schermo, in questo caso, è composto da una pellicola di sostanza organica (non nel senso di materia vivente, ma perché impiega composti del carbonio). Ed è completamente diverso dagli lcd e naturalmente dai televisori lcd convenzionali. Infatti non ha bisogno di illuminazione perché genera la luce in modo autonomo. Cioè, quando un pixel deve essere nero, quel punto viene spento, non semplicemente oscurato come fanno gli lcd, a tutto vantaggio del contrasto.

Il mercato è stato raggiunto solo da timidi tentativi, come quello proposto dalla Sony, di appena 11 pollici, o il più recente modello LG, che arriva a 15 pollici con un prezzo di quasi 2.000 euro. Per il momento non si può fare altro che considerarle curiosità tecnologiche, ma le innovazioni e l’aumento di domanda dovrebbero far scendere rapidamente i prezzi. Uno stop è però arrivato dalla stessa Sony, che ha sospeso la produzione del suo piccolo modello.