Frammenti vari, 27 aprile 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BUONTEMPO
TEODORO"
’Sono lupo e cafone” (Teodoro Buontempo) (da "Insultopoli" di Gianfranco Lotti, Sonzogno 1994) (Villaggio globale n. 46, Sette 25/05/1995)
"Casini... lo prendiamo semplicemente e lo stupriamo in aula. E quando dico stupro parlo di violenza sessuale, non sto facendo una metafora politica" (Teodoro Buontempo dal ”Corriere della Sera” del 13/12/94).
"La classe dirigente di An subisce i colpi di scena e i colpi di teatro con un inquietante conformismo" (Teodoro Buontempo sul ”Giornale” di lunedì 14 giugno 1999).
«Questa amministrazione comunale - replica Teodoro Buontempo, deputato di An che denuncia da tempo illegalità nella gestione delle case popolari - ha uomini double face. Quando, infatti, un assessore dichiara cose così gravi due sono le cose che deve fare: o presenta un esposto alla magistratura oppure solleva il problema politico mostrandosi pronto a dimettersi. Altrimenti è troppo comodo e irresponsabile dire certe cose ai cittadini» (Giulio Mancini, Il Messaggero 16/12/1999)
Teodoro Buontempo, detto anche «er pecora» per i suoi riccioli, si tingeva i capelli ma si è pentito: «Ero vittima del Grecian, ma ho detto basta» (Davide Burchiellaro e Antonella Piperno, Panorama 27/12/2000)
A proposito del regista Nanni Moretti, l’onorevole Teodoro Buontempo (AN): «Moretti mi piace perché la sua è una comicità con uno sfondo morale. Il suo film che preferisco, comunque, è quello con la bicicletta... "Caro dario" (sic)... e per secondo "Ecce Bombo"» (Antonello Capurso su Il Foglio del 23/05/01)
Il deputato di An Teodoro Buontempo ha uno scoperto in banca di 143.120.531 lire (Vittorio Zincone, Sette 22/03/2001)
«L’ultimo giorno della legislatura, l’imprenditrice Anna Maria De Luca, deputato di Forza Italia, faceva il suo ingresso alla Camera da piazza Montecitorio. Ghepardata o forse leopardata, con catenella annessa, dorata e impelliccettata, così come richiede il gusto dei suoi abiti – strabilianti abiti fatti da lei stessa – la signora si apriva il varco trascinandosi lo sguardo stiracchiato dei due militari di guardia. Teodoro Buontempo che si rimirava la scena da dietro la vetrina di Herder, la libreria tedesca, ride con compiaciuta malizia teutonica: ”Ahò, è arrivata ’a società civile!”» (Pietrangelo Buttafuoco, Amica 4/4/2001).
«Una volta Teodoro Buontempo mi fece, in pieno Transatlantico, una piazzata mai vista» (Giancarlo Perna) (Stefano Di Michele su Amica del 26/12/01)
«Ricordo Teodoro Buontempo con un gruppetto di fascisti che venivano per picchiarci. Ci salvarono gli operai della Omi, un’officina meccanica che stava di fronte alla scuola» (Walter Veltroni a Flora Lepore, ”Chi” 25/4/2001)
«La Finanziaria va abolita. Dopo tre ore in cui premi un tasto, non sai più per che cosa stai votando» si sfoga Teodoro Buontempo (Maria Latella, Corriere della Sera, 12/11/2002)
Giudizio di Alessandra Mussolini: Teodoro Buontempo, «Simpatico» (il Giornale" 10/12/2003).
Teodoro Buontempo, politico di An noto anche come Er Pecora (nel 2004 ad Aldo Cazzullo): «Negli Anni Settanta, quando la piazza era in mano alla sinistra extraparlamentare, gli ultras imitavano il linguaggio e gli slogan di Lotta continua, di Potere operaio, persino delle Brigate rosse, o rossonere. Ora che del fascismo si parla male come non mai, ecco che nelle curve si riscoprono le canzoni degli Anni Trenta». […] «Condanno la violenza. E lo dico sempre, ai ragazzi. Però non dobbiamo dare alle loro parole il significato che intendiamo noi. Sono provocazioni, esagerazioni, miti negativi», diceva Buontempo tre anni fa. Per questo, ha fatto approvare una serie di emendamenti: per punire le società che vendono più biglietti dei posti allo stadio, per rendere più difficile l’arresto dei suoi amici ultras («abbiamo già le norme più severe del mondo») ecc. Sua soluzione: «L’ordine negli stadi non dovrebbe essere assicurato dagli uomini in divisa, ma da agenti in borghese pagati dai responsabili, cioè dalle società. Con la collaborazione dei capitifosi» (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 24/3/2004)
«Mi piace anche Teodoro Buontempo, uno che lavora in mezzo alla gente» (Barbareschi a Barbara Palombelli, Corriere della Sera 24/09/2005)
In occasione della visita in Italia di Bill Clinton, Teodoro Buontempo (An) avvertì: «Rispetto non vuol dire abbracciare la Coca-Cola» (Mattia Feltri, La Stampa 24/1/2007)
Nella circostanza non valevano i dubbi espressi, in altre occasioni, da uno come Teodoro Buontempo: «La flagranza differita rischia di mettere sullo stesso piano un ragazzo che lancia un sasso con quello che dice slogan» (Mattia Feltri, La Stampa 4/2/2007)
Teodoro Buontempo (deputato di An, detto anche «er pecora»): «Io, in quella foto del primo matrimonio di Daniela Fini, sono l’unico con la barba, tengo le mani in tasca e, non so se si nota, sono piuttosto elegante. Quello che invece mi sta accanto, quello con gli occhiali scuri... beh, all’inizio, ho pensato: ma chi è? Un poliziotto? Un imbucato? Poi però l’ho guardato meglio e l’ho riconosciuto: è Donato, il mio vecchio e caro camerata d’un tempo, Donato Lamorte...». Donato Lamorte (deputato di An, attualmente capo della segreteria di Gianfranco Fini): «Buontempo era straordinario, in quegli anni. Capace di dormire per mesi dentro una vecchia, rugginosa Fiat 500, ma poi anche capacissimo di presentarsi in chiesa indossando, alla perfezione, un abito grigio con tanto di gilet...». […] Eravate giovani e forti, onorevole Buontempo. «Eravamo, soprattutto, una comunità. Il regime ci provocava, accusandoci di stragi e reati che non commettevamo noi ma i suoi apparati deviati, mentre i rossi, i comunisti, cercavano invece di farci proprio la pelle. per questo che eravamo diventati una comunità. Osservi, la prego, i nostri sguardi...». Lei cosa ci trova, dopo tanti anni? «Ideali, passione, orgoglio. Avevamo uno spessore che, oggi, se lo sognano in molti». […] «Furono anni tremendi, ma dentro eravamo animati da una forza morale, etica, da una passione politica straordinaria – continua a ricordare Teodoro Buontempo – e persino il carcere, beh, persino il finire in carcere diventava un fatto epico, mitico. Sentivi i camerati che venivano a cantarti sotto le mura per darti coraggio, e poi, quando uscivi, ne trovavi cento, duecento, schierati fuori dal portone del carcere che ti aspettavano facendo il saluto romano». Buontempo era già un dirigente di rango nazionale e punto di riferimento per i giovani militanti del Fronte della Gioventù, che aveva sede in via Sommacampagna. Il responsabile della sede era un ragazzo mingherlino ma tenace, con i baffetti neri: Maurizio Gasparri (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 7/7/2007).
Con la transumanza del «Pecora», al secolo Teodoro Buontempo, che ieri ha detto addio ad An per passare armi e bagagli sotto la nuova bandiera di Storace, siamo arrivati a 50, cifra tonda (Ugo Magri, La Stampa 27/07/2007).
«Scandalosa semilibertà concessa a brigatista mai pentito», dice Teodoro Buontempo di An. Il suo partito si prepara, con una parola d’ordine in più («Abolire la Gozzini»), per la manifestazione del 13 ottobre a Roma (D.Mart., Corriere della Sera 3/10/2007).
Con la benedizione di Silvio Berlusconi, il saluto di Donna Assunta Almirante, le lacrime di Giuseppe Ciarrapico e l’adesione di Daniela Santanchè, è nata ieri la Destra. Obiettivo, dichiarato: «Sostituire An che si è spostata al centro», come spiega Teodoro Buontempo nel suo applauditissimo intervento introduttivo (Gianna Fregonara, Corriere della Sera 11/11/2007)
Sostiene Buontempo: «Noi non saremo l’ennesimo partito di estrema destra, bastano le nostre vite per offrire una garanzia di identità. La nostra missione è sostituire An e sotto questo aspetto la nostra credibilità è fuori discussione, a cominciare da Storace che è stato presidente eletto di una grande Regione e ministro della Repubblica» (La Stampa 12 febbraio 2008, Fabio Martini)
’C’ero anche quando ci prendemmo di petto con Buontempo e Gramazio per colpa di don Di Liegro. Noi difendevamo il suo Centro per i malati di Aids che nasceva ai Parioli, dentro Villa Glori, tra l’orrore dei benpensanti. E loro erano contro”. Fu uno scontro fisico, come spesso accadeva nelle storie della destra. I ventenni dentro, a presidio. I vecchi fuori, a svellere le inferriate. Uno scontro che Teodoro Buontempo, all’epoca consigliere comunale Msi, ricorda bene: ”Il dissidio era forte. Quei giovanotti avevano preso a scimmiottare la sinistra” (Dalla scheda biografica di Fabio Rampelli, Francesco Grignetti, ”La Stampa” 1/5/2008)
«Teodoro ha una storia, un percorso, è una persona che merita rispetto» (Gianni Alemanno a Claudio Sabelli Fioretti, nel gioco della Torre sceglie chi salvare tra Buontempo e la Mussolini) (La Stampa 29/9/2008)
Teodoro Buontempo che furoreggiò con interventi particolarmente caldi, battendo sul fatto che Romeo era appena uscito da un carcere per la prima Tangentopoli napoletana. Invano (R.Giovannini e F. Grignetti, la Stampa 20/12/2008)
«Giorgio Almirante - come ricorda un amico di gioventù come Teodoro Buontempo - cercava un ragazzo dalla faccia pulita, che sapesse parlare ma non fosse un chiacchierone, in grado di tenere i rapporti con la nobiltà nera e con ambienti cattolici. Fu scelto Fini, che svolse quell’incarico in modo distaccato, senza clericalismi» (Fabio Martini, La Stampa 28/8/2009)