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Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Domani arriva nei negozi americani l’iPad, l’ultima diavoleria della Apple…
• Un telefonino?
Ne abbiamo parlato due mesi fa e lei ha già dimenticato tutto! una tavoletta che fa anche da telefonino e… Insomma, glielo spiego tutto d’un fiato: a prima vista, l’iPad si presenta come un grande iPhone, cioè, appunto, come il famoso telefonino della Apple, con cui tra l’altro condivide le 160mila “apps” (applicazioni) già presenti nell’App Store. Pesa 680 grammi, è sottile (1,3 cm) e ha una batteria che dura un mese in standby oppure 10 ore. «Posso prendere un volo da San Francisco a Tokyo e guardare video per tutto il viaggio con una sola carica», ha detto Steve Jobs, il patron della Apple. Uno schermo multitouch da 9.7 pollici, con retroilluminazione a led, permette di navigare, controllare la posta, gestire l’agenda o i documenti (con una nuova versione di iWork e una tastiera virtuale), guardare film, foto o video in alta definizione, ascoltare la musica, giocare, leggere libri o giornali. Un accelerometro permette di ruotarlo in verticale o in orizzontale, con le pagine che si adattano automaticamente all’orientamento dello schermo. Chi lo ha provato assicura che è veloce. Merito del nuovo processore A4 da 1Ghz, prodotto da Samsung, ma disegnato dalla PA Semi, azienda comprata da Jobs nel 2008 per 278 milioni di dollari. E’ ecocompatibile: privo di arsenico, mercurio e pvc. Il telaio, in alluminio, è riciclabile.
• Okay. Quale apparecchio elettronico devo quindi buttare da domani?
Beh, in Europa l’iPad arriverà tra qualche mese… Bella domanda, però. Quando Steve Jobs l’ha presentato a gennaio, tutti hanno detto che si trattava di un oggetto bellissimo: liscio, luminoso, colorato, leggero. Ma perché dovremmo comprarlo, dato che è troppo grande per metterlo in tasca? E se possiamo adoperarlo solo da seduti, non è meglio il computer tradizionale? Però l’iPad potrebbe diventare indispensabile per leggere i giornali o i libri e , attraverso questa via, può darsi che risulti utile adoperarlo anche come telefonino o computer. Sconvolgerebbe, cioè, il mercato entrando da una porta laterale.
• Perché dovrei spendere cinque o seicento dollari per comprare un oggetto che mi fa leggere un libro o un giornale? Come mai non entrerei più in edicola o in libreria?
L’idea è che si possano mettere migliaia, o forse milioni, di libri in un unico oggetto delle dimensioni, più o meno, di un libro. una scommessa che hanno provato in parecchi e che sarebbe stata vinta da Amazon con un prodotto che si chiama Kindle e che è uscito negli Stati Uniti l’anno scorso. Ci sono un mucchio di problemi legati ai diritti, ma, insomma, Kindle sta andando forte in America ed è stato laggiù l’oggetto più regalato a Natale. Ha una risoluzione magnifica che non fa rimpiangere la leggibilità della carta stampata e tutti dicono, cominciando dalle principali case editrici di libri, che è sicuramente il gadget del domani. Il punto chiave è, appunto, la possibilità di portarsi dietro un’intera bibilioteca in uno spazio piccolo e leggero. Per la lettura dei libri Kindle sarebbe meglio di iPad. Però c’è la questione dei giornali.
• Sarebbe?
Una volta che hai in mano una scatola in cui hai riposto migliaia di volumi, perché non adoperarla per leggere anche i giornali? Qui si inserisce l’iPad, che è a colori e sembra più pensato per quotidiani e settimanali che per i libri. Cioè: Kindle è di fatto un lettore di libri che potrebbe forse essere adattato alla lettura di quella che oggi è la carta stampata. L’iPad è un lettore di quotidiani e settimanali che, già che c’è, può essere adoperato per legger libri oppure come telefonino, computer, lavagna luminosa e quant’altro. Più le 160 mila applicazioni che giù funzionano sull’iPhone. Più le altre migliaia di applicazioni che i softwaristi di tutto il mondo possono pensare per il nuovo oggetto. Lei sa che Steve Jobs trattiene il 30% dei guadagni e lascia agli inventori dei giochini il resto. in effetti una miniera d’oro.
• Lei ha dubbi.
Ho dubbi, ma ho probabilmente torto ad avere dubbi perché anche l’iPhone, al suo apparire, fece storcere il naso a parecchia gente, che si metteva a ridere quando sentiva parlare di una prospettiva di un milione di pezzi venduti. L’iPhone oggi è invece vicina agli 80 milioni di esemplari. Ed è sicuro che gli editori di tutto il mondo, in crisi nera, faranno di tutto per spingere questo nuovo gadget. Amazon, per fronteggiare il pericoloso concorrente, ha ripensato proprio ieri la sua politica commerciale, alzando il prezzo della maggior parte dei libri disponibili tra 12,99 e 14,99 dollari. In questo modo ha messo in catalogo i titoli della Simon & Schuster e della Harpers Collins e ha a questo punto un’offerta identica a quella di Apple. Sono battaglie a cui dobbiamo abituarci. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/4/2010]
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