Francesco Alberti, Corriere della Sera 02/04/2010, 2 aprile 2010
«SEMPRE SUL TERRITORIO». I LUMBARD RIPESCANO IL «MODELLO PISONI»
Si potrebbe cominciare dalle mogli dei leghisti. «Santa donna, ormai la mia non mi chiede più neanche se torno a cenare, ma solo se torno. Che ci vuoi fare? Questa è una missione, militanti tutto l’anno: come i testimoni di Geova...».
Mauro Manfredini ha 68 anni. I primi 50, o giù di lì, li ha passati tra le braccia del Pci modenese. I restanti a convincere più emiliani possibile che con Bossi qualcosa può cambiare. stato appena rieletto in consiglio regionale. Il suo più grande nemico è il correttore del computer: «Mi cambia regolarmente le parole che scrivo in dialetto: ma io con la gente parlo così; e per chi non capisce, ci sono i sottotitoli...».
Ma si potrebbe anche cominciare dai modelli dei leghisti. Ad esempio, da tal Nino Pisoni, che in realtà non era affatto «tal» e nemmeno leghista, ma uno che attraverso la Coldiretti, di cui è stato per decenni anima e motore (è scomparso nel 2002 a 76 anni), ha portato una marea di voti alla Dc dell’epoca: lui, «il Nino», come lo chiamavano, che conosceva cascina per cascina, quasi dava del tu alle mucche, sindacalista, prima che politico, di cui si ricordano le trattative allo spasimo con «il Romeo», al secolo Invernizzi. «Pisoni? L’ho sentito nominare. Io vengo da una famiglia bianca: uno zio ex sindaco di Saluzzo, un altro di Lagnasco. Vecchi dc, dai quali noi leghisti abbiamo imparato come stare con la gente, come battere il territorio: sempre, non solo quando si vota». Claudio Sacchetto ha 30 anni. Ed è il leghista più votato in Piemonte alle ultime Regionali, 11.780 voti, consigliere comunale a Cuneo, assessore provinciale, imprenditore agricolo. Uno che storce il naso quando gli raccontano che molti leghisti emiliani vengono dal Pci: «Preferisco i comitati civici...» sbotta. Lui che, alla vigilia del voto, così ha titolato un editoriale sul suo giornale: «La Lega è il Partito Popolare del Nord» con tanto di appello sturziano «agli uomini liberi e forti».
Non c’è mai il cartello «ferie» davanti alla bottega di Bossi. «La Lega fa politica 365 giorni all’anno, mentre molti altri partiti tendono più che altro ad essere dei comitati elettorali» ha detto sulla Padania il sociologo Luca Ricolfi. D’accordo, con quello che è successo alle Regionali, è facile cadere nella mitizzazione. Però, a sentirli, sembra davvero che molti di loro siano animati dal sacro fuoco. Matteo Salvini, leghista uno e trino (europarlamentare, capogruppo in Comune a Milano, direttore di Radio Padania) ha visto l’alba di ieri mattina con i 300 operai della «Maflow», a Trezzano sul Naviglio, gente con l’acqua alla gola dopo che la Bmw ha tagliato gli ordinativi: «Qualcuno si è stupito. "Che ci fai qui? Si è già votato..." mi ha detto. Però per noi è normale. Siamo in servizio permanente: come l’esercito svizzero...».
Il Pci aveva come scuola le Frattocchie. La Dc le parrocchie. La Lega, autodidatta, ha preso un po’ da tutte e due. A Fiumalbo, 1500 anime nel profondo Appennino modenese, c’è un trentaduenne, Gabriele Nizzi, ribattezzato dalla gente di paese «il Cocomero»: verde fuori, rosso dentro. Diventato leghista ai tempi della scuola «per antipatia verso alcuni compagni di classe» e figlio di famiglia rigorosamente «rossa», è un bossiano a tempo pieno. «Busso alle porte, parlo con la gente, ci metto soldi miei, organizzo feste, spiego cos’è il federalismo: sì, ogni tanto critico anche Berlusconi...». Morale: un terzo di Fiumalbo ora vota Lega, 29% alle Regionali, nel segno del «Cocomero», naturalmente consigliere comunale. Roberto Calderoli l’ha detto pubblicamente: «Ai nostri comizi vengono esponenti del Pd, amministratori di piccoli Comuni, che ci dicono che non riescono a parlare nemmeno al telefono con i loro capi, anche nel Pdl a volte succede...». Federico Gregorio, 39 anni, altro leghista piemontese che ha fatto il botto (quasi 6mila preferenze, eletto in Regione) la fa semplice: «Bisogna metterci la faccia, anche quando rischiano di rompertela. Il territorio non è solo fonte di consensi, ma anche di consigli...». Semplice?
Francesco Alberti