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 2010  aprile 02 Venerdì calendario

LO SCHIAFFO DI LONDRA ALLA TOUR EIFFEL

(foto sul computer di Jessica con il nome 204155) -
Sulle prime può sembrare il Golden Gate ridotto a rottame da un gigante impazzito: enormi tubi rosso sangue che s’intrecciano impennandosi verso l’alto per poi riscendere in sinuose curve irregolari. la nuova - spettacolare - scultura chiamata a dare un’anima al futuro parco olimpico che sta sorgendo nell’East End di Londra: porta la firma di Anish Kapoor e di certo non passerà inosservata. Tant’è vero che a presentarla, al quartier generale della Greater London Assembly, c’era il gotha della cultura britannica - nonché i grandi nomi della politica londinese. I numeri, in effetti, fanno spavento: con i suoi 115 metri d’altezza, l’ArcelorMittal Orbit sarà più imponente della Statua della Libertà di New York e almeno il doppio della colonna dedicata a Orazio Nelson. Non è dunque un caso che il sindaco della capitale Boris Johnson abbia per lei proposto il nomignolo di «Colosso di Stratford», dal quartiere dove si terranno le Olimpiadi 2012.
«So benissimo che qualcuno ci darà dei pazzi per aver deciso di costruire la più grande opera artistica della Gran Bretagna in tempi di recessione», ha detto Johnson durante la cermonia di presentazione. «Eppure sentivamo il bisogno di dare al sito olimpico un extra, qualcosa che segnasse la skyline dell’East End, qualcosa che stuzzicasse la curiosità dei visitatori nonché dei londinesi». Ecco allora l’idea d’istituire una competizione delle eccellenze. In gara, oltre ad Anish Kapoor, tra i più celebrati artisti contemporanei e vincitore del Turner Prize, c’erano anche Antony Gormley e l’architetto Caruso St John. «Il nostro intento - ha ricordato Johnson - era quello di dotare la città di una grande attrazione che sarà riconosciuta in tutto il mondo anche dopo la fine dei giochi». «Sono davvero onorato di essere stato chiamato a partecipare a quest’opera», ha detto Kapoor. Che per la progettazione della scultura si è avvalso della consulenza di Cecil Balmond, uno dei massimi esperti mondiali nella progettazione di strutture di questo tipo. «Questa è l’occasione di una vita».
A ben vedere, comunque, il Colosso di Stratford non peserà molto sulle già esangui casse dello Stato. L’ArcelorMittal, l’azienda leader mondiale nel settore dell’acciaio guidata dall’ad Lakshmi Mittal, l’uomo più ricco del Regno Unito, staccherà infatti l’assegno più consistente per finanziare l’opera: 16 milioni di sterline sulle 19,1 preventivate. Il resto lo metterà la London Development Agency. Un modo di procedere che ha fatto storcere il naso a molti puristi: con la sua Tour Eiffel in salsa britannica, dicono, il comune di Londra permette a Mittal di compiere una sonora incursione nel reame dell’edilizia pubblica. Pubblicità, insomma, laddove non ci dovrebbe essere. Critiche che Boris Johnson ha respinto al mittente. Le regole olimpiche, ha ricordato il sindaco, non permetteranno alla compagnia di esporre il proprio logo durante i giochi. E d’altra parte nemmeno il direttore della Tate Modern, Sir Nicholas Serota, che ha fatto parte della giuria, non vede nulla da ridire in questa commistione tra pubblico e privato. Anzi. «La collaborazione tra Anish Kapoor, Cecil Balmond e Lakshmi Mittal porterà all’incontro tra arte, architettura, ingegneria e business. Il risultato darà alla città di Londra una nuova iconica struttura, una delle piu’ emozionanti del nostro tempo».
Il riferimento alla Tour Eiffel di Parigi, a ogni modo, non è solo un esercizio di giornalisti e intelettuali. Lo stesso Anish Kapoor ha confessato di essersi ispirato al simbolo della capitale francese - e allo stadio olimpico di Pechino - nel tentativo di «ripensare» il concetto di torre. «Quello che mi ha particolarmente attratto di questo progetto - ha confidato l’artista - è la possibilità di coinvolgere il pubblico da vicino in un modo molto personale». Gli ascensori e i camminatoi saranno in grado di portare alla sommità della torre - dove verranno installati un ristorante e un belvedere - circa 800 persone ogni ora. L’ArcelorMittal Orbit - che Boris Johnson, con il suo consueto amor di battuta, ha paragonato a un gigantesco narghilé - verrà completata in tempo per le Olimpiadi e alla fine dei giochi diventerà di proprietà della Olympic Park Legacy Company. E inizierà - si spera - a dar filo da torcere alle altre attrazioni turistiche della capitale.