VITTORIA PULEDDA, la Repubblica 2/4/2010, 2 aprile 2010
LONDRA SI SBARAZZA DI CAPUANO PIAZZA AFFARI IN MANO AGLI INGLESI - MILANO
Il punto di non ritorno c´è stato un paio di mesi fa o poco più, intorno al 20 gennaio, quando gli furono tolte le deleghe sul post-trading: le attività che erano state ritenute il fiore all´occhiello di Borsa italiana, le più efficienti e più economiche in Europa, venivano tolte dalla supervisione di Massimo Capuano e affidate alle cure di Kevin Milne.
A quel punto, la sorte del numero uno di Palazzo Mezzanotte è stata in qualche misura segnata e le dimissioni formali di ieri da deputy ceo del London stock exchange (Lse) sono solo la conferma di un malessere che va avanti da tempo, da quando in occasione dell´addio di Carla Furse, Capuano non era stato promosso alla guida di Lse. Ieri il top manager ha dato anche le dimissioni dalla carica di amministratore delegato di Borsa italiana, dove tuttavia resterà all´interno del consiglio, per assicurare una transizione graduale. Al suo posto a Palazzo Mezzanotte è stato già nominato Raffaele Jerusalmi, figura di grande rilievo all´interno di Borsa spa (è stato a lungo il numero uno della divisione derivati, quelli regolamentati ovviamente, e non a caso ieri ha annunciato per il 14 aprile il lancio di un nuovo future a Piazza Affari); Jerusalmi è l´attuale responsabile del capital market di Lse, in altre parole del 50% dei ricavi di tutto il gruppo della Borsa di Londra.
Ma se la nomina interna è di prestigio e di assoluto rilievo, la componente che fa capo all´Italia rischia di segnare un´ulteriore battuta d´arresto nella storia - finora un po´ travagliata - della fusione con Londra. Non è affatto scontato infatti che Jerusalmi succeda nella carica di vice dell´ad Xavier Rolet che aveva Capuano a Londra, semmai è vero il contrario: un po´ perché la figura è atipica rispetto alla governance tradizionale nelle società britanniche, e un po´ perché a livello "politico" pochi se lo aspettano. Resta insomma tutto da interpretare l´articolo 8 dell´Accordo firmato a suo tempo, nell´estate 2007, che stabiliva un capo azienda inglese e un vice italiano, così come fissava un presidente inglese e un vice italiano (oggi il professor Angelo Tantazzi). Gli umori al momento sembrano piuttosto indicare che l´addio di Capuano marca una casella in meno per gli italiani. Così come è stata ceduta a suo tempo la delega sul post-trading e altrettanto è accaduto per il numero uno dell´Mts - il mercato dei titoli di Stato che rappresenta un grande punto di orgoglio e di successo nell´architettura dei mercati - alla cui guida siede ora un ceo inglese.
Ieri Capuano ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche delle sue dimissioni («E´ stata una combinazione senza contrasti tra interessi e opportunità che si sono incrociati») non ha fatto annunci sul prossimo futuro, non ha commentato un suo possibile sbarco in Consob, ed è tornato a difendere la scelta della fusione con Londra: «E´ stata una decisione utile», ha spiegato, che ha permesso di fare di «Borsa italiana un gruppo forte per il paese», anche alcuni aspetti di business sono stati messi a dura prova dalla crisi dei mercati: alcuni obiettivi, come quelli di attrarre liquidità sull´Italia, sono al momento falliti, ma per colpa dei terribili rivolgimenti della finanza, non per ragioni strutturali.